Recensione HTC Desire Eye: prova conclusa

Luca Viscardi23 Dicembre 2014
Recensione HTC Desire Eye: prova conclusa

Dopo aver completato la recensione di HTC Desire Yes, oggi pomeriggio il pacchetto che lo conteneva è tornato verso la sua destinazione originaria, ovvero gli uffici di Milano da cui era arrivato per il periodo di prova.

Non vi nascondo che questo è uno dei prodotti che ho provato con più piacere nel corso di questo 2014; dopo quasi un mese con il telefono a disposizione, posso provare a scrivere una recensione con un senso.

Cominciamo con alcuni punti sintetici che ci aiutano a districarci e a posizionare il telefono nel grande mare dell’offerta android.

Cosa ci piace

La velocità del software, la qualità della fotocamera e la semplicità dell’interfaccia

Cosa non ci piace

Ci vedo pensare un attimo, non c’è un elemento che spicchi per la negatività. Forse ci metto la capacità della batteria, un po’ sottostimata per un prodotto con un display così grande, ma che permette comunque di fare una giornata di lavoro.

Come è andata la recensione di HTC Desire Eye

In ogni caso, al termine della prova estesa, vi posso dire che ci sono più luci che ombre nell’esperienza d’uso del Desire Eye.

La caratteristica di spicco è sicuramente la fotocamera: 13 megapixel sul retro, 13 megapixel sul fronte, un’accoppiata unica nel suo genere, che solo un paio di prodotti cinesi di dubbia qualità sono in grado di pareggiare. Nessun top di gamma in circolazione riesci invece a pareggiare l’offerta complessiva del reparto fotocamera del Desire Eye, anche se sony ha 20.7 mpx, mentre samsung ha già distribuito una 16 mpx sul note 4.

Recensione HTC Desire Eye: prova conclusa

Il grande occhio della fotocamera frontale, che è accompagnata anche da un flash led a due colori,  è il segno distintivo di un telefono che secondo ha un ottimo grip, ma forse non trasferisce grande sensazione di pregio quando lo si impugna per i materiali plastici “rigidi” da cui è ricoperto.

Recensione HTC Desire Eye: prova conclusa

Ciò nondimeno le combinazioni dei colori sono molto gradevoli. Questa mancata sensazione di pregio assoluto scompare quando invece si usa il telefono. Ho definito “facile” il Desire Eye perché è così veloce e la dimensione dello schermo rende ogni parte del menu così comoda da usare da trasmettere una percezione di grandissima efficienza.

Il processore di HTC Desire Eye

Ha lo stesso processore del top di gamma Htc One M8, la stessa ram, ma nell’uso di tutti i giorni la dimensione dello schermo leggermente più generosa offre netti vantaggi soprattutto nell’uso della tastiera. Si aggiunga che il grip maggiore si traduce ovviamente in una facilità d’utilizzo più evidente, perché non si ha la sensazione continua che il telefono possa cadere da un momento con l’altro. Il grip è uno degli aspetti più evidenti della forma squadrata scelta per questo device.

Recensione HTC Desire Eye: prova conclusa

Il display è più grande di quello dell’M8, ha la stessa definizione e quindi un numero di pixel per pollice leggermente inferiore rispetto al fratello maggiore.

Recensione HTC Desire Eye: prova conclusa

Un dettaglio sulla fruibilità: i cassettini per la nano sim e la microSD non necessitano del piripacchiolo per l’apertura. Si possono sfilare dal telefono con l’uso di un’unghia perché hanno una sorta di incavo che facilità l’accesso. non solo: il Desire Eye è certificato per l’esposizione ad acqua e polvere. E’ un certifica IPX7 per protezione da polvere e sporco, oltre che per l’immersione fino ad un metro per 30 minuti.

Questo è un dettaglio positivo per alcuni versi, ma purtroppo indebolisce il potenziale degli altoparlanti audio con il sistema boomsound, perché la protezione dai liquidi abbatte drasticamente il volume massimo che il telefono eroga. Da questo punto di vista, HTC ONE M8 risulta chiaramente superiore.

La fotocamera di HTC Desire Eye

Ma la fotocamera, in tutto questo, come funziona? Perché i mpx aiutano ma a volte se non sono supportati da ottica e da software ottimizzati il risultato delle foto è deludente. Non è il caso del Desire Eye, che non solo scatta immagini molto belle e nitide sia con la camera frontale che con quella posteriore, ma ha anche una buona capacità di leggere le situazioni difficili soprattutto con poca luce. Forse il dettaglio che dovrebbe curare è quello della velocità di scatto, perché a volte la cattura è un po’ lenta e la foto mossa è dietro l’angolo, ma i miglioramenti rispetto ad M8 sono tangibili e si vedono a colpo d’occhio su quasi tutte le immagini scattate.

Questo ci fa aumentare il rammarico per un M8 con una fotocamera più potente che sarebbe davvero il top.

Mi piace un sacco l’effetto dell’ottica frontale con angolo ampio che fa scattare selfie originali e con un’apertura molto più ampia rispetto alla concorrenza, senza bisogno di ricorrere a trucchi come la combinazione delle foto frontali che sono usati da samsung e da huawei.

Recensione HTC Desire Eye: prova conclusa

Non dimentichiamo poi che questo telefono ha una serie di funzioni speciali “the eye experience”, tra cui lo scatto delle foto usando entrambi le fotocamere, che si può portare all’eccesso girando addirittura due video in contemporanea frazionando lo schermo.

In più si possono sfruttare gli effetti di post-produzione che conosciamo dall’M8, anche se non sono disponibili i “tricks” tridimensionali tipici del top di gamma, realizzati grazie alla duo-camera.

La ricezione è nella norma, mentre l’audio in capsula è ottimo. La leggibilità alla luce del sole è discreta, ma per un buon risultato bisogna alzare tantissimo la luminosità e l’uso all’aria aperta con molta luce per questo motivo può risultare in una riduzione drastica dell’autonomia.

La batteria: in fase di presentazione, la batteria da 2400 mAh mi aveva creato non poche perplessità. Un display più grande di M8 con una batteria più piccola? E in effetti, il desire eye dura meno di M8, ma ha comunque la capacità di farvi fare un’intera giornata senza affanni. M8 è meglio, Sony Z3 poi lo surclassa, ma il Desire Eye va catalogato comunque come buono per l’autonomia

Ma la cosa più difficile per me è trasferirvi esattamente la sensazione che si ha usando questo oggetto: facile è la parola che mi è venuta forse un po’ banalmente perché questo Desire Eye è mostruosamente veloce (un altro mondo rispetto alla maledetta Touchwiz…) e riesce a trasferire una sensazione di reattività altissima, superiore anche a quella di Nexus 5.

Il display molto grande, la tastiera precisa e molto efficiente, l’interfaccia così performante vi danno in ogni momento la sensazione di avere un telefono potentissimo per le mani.

Unico neo il prezzo: on line si trova a 490 euro.

Vale la pena spendere una cifra così importante per un prodotto in materiale plastico che è teoricamente in seconda file nelle priorità HTC?!? La valutazione su quello che è giusto spendere per voi potete farla solo da un punto di vista personale, ma è indubbio che questo sia uno dei telefoni più completi e più potenti del mercato.


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