Made by Google, qualche considerazione del giorno dopo

Luca Viscardi5 Ottobre 2017
Made by Google, qualche considerazione del giorno dopo

Dopo l’invasione di prodotti di Made by Google 2017, qualche considerazione del giorno dopo su tutto ciò che abbiamo visto ieri nella presentazione ufficiale e che presto troveremo sui diversi mercati, con l’Italia in seconda fila rispetto a quelli principali.

Made by Google: l’invasione dell’intelligenza artificiale

Ier il grande capo di Google, che da qualche anno guida lo sviluppo dell’azienda, Sundar Pichai, ha messo subito le cose in chiaro:

Nel nostro futuro noi vediamo un mondo “AI FIRST”

L’intelligenza artificiale davanti a tutto, non c’è prodotto nel nostro futuro che non passi da questo assunto. Che poi l’intelligenza artificiale risponda davvero ai nostri bisogni è tutto da vedere, perché potrei fare una lista infinita di domande, che io oggi pongo al mio Google Home  e che non trovano risposta; penso che la vera sfida per il domani passi dalla capacità di elaborare il linguaggio naturale, più di quanto si faccia oggi.

Ieri il capo della divisione che sviluppa Google Home, ovvero Rishi Chandra, ha annunciato una nuova direzione di sviluppo, quella dell’interazione con i bambini, il cui linguaggio è più complicato da decifrare, ma siamo ancora lontani dalla capacità di elaborazione del cervello umano.

Perché è vero che Google Home  è in grado di proiettare le immagini della vostra webcam Nest sulla vostra Chromecast, ma voi dovete conoscere il comando che dovete impartire; come sarà  mai possibile imparare le frasi esatte o sapere quali delle infinite combinazioni di parole sono codificate da Google?

Be’, ovvio, sarà l’intelligenza artificiale ad abbinare le frasi del linguaggio naturale al linguaggio macchina, ma quanto tempo ci vorrà? E soprattutto, non rischiamo che provando oggi l’esperienza, un utente medio si scoraggi e lasci perdere?

Made by Google: la nuova Google Home Mini invaderà il mercato

Made by Google, qualche considerazione del giorno dopo

Tra i prodotti visti ieri, trovo che ci sia stato molto “esercizio” di stile, mentre solo uno tra gli oggetti presentati spaccherà il mercato, ovvero Google Home Mini che con i suoi 49 dollari di costo (55 euro?) sarà un best buy, anzi diventerà un must.

Io già vedo la mia casa con un’unità per ogni stanza per accendere e spegnere le luci, per ascoltare la radio, fare telefonate, fare ricerche su Google e ottenere molte delle informazioni che di solito chiedo al telefono, ma con la voce e senza l’uso delle mani.

Al prezzo di 50 euro se ne può comprare una ogni tanto, per arrivare alla copertura completa della casa, così da regalare a Google ancora più dati sulle nostre abitudini. Ma ormai il nostro destino è questo e la corsa delle aziende è proprio quella a presidiare la nostra vita in quante più forme possibile per carpire il maggior numero di informazioni sulle nostre abitudini, i nostri gusti e le nostre azioni.

D’altro canto, tutti quei dati sono necessari perché la tecnologia evolva, imparando da chi la usa, una specie di spirale “uovo/gallina” da cui sarà difficile liberarsi.

Made by Google: il Pixel 2 sarà un best seller?

Dubito. Perché ha prezzi molto alti, una distribuzione limitata e un ritmo di produzione molto basso. Ma questo non vuol dire che la qualità sia bassa, tutt’altro. Questo è uno smartphone tra i migliori del mercato, ma rimane secondo me una proposta di nicchia.

Il design mi piace molto ma preferisco le proposte “XL”, quelle con un colore solo sul retro, mentre le versioni dual color non mi fanno propriamente impazzire.

Non vedo l’ora di provare la fotocamera, che promette vere meraviglie: il punteggio di 98, concesso da DxOMark non è cosa da poco, è il record assoluto tra gli smartphone in circolazione e sbaraglia la concorrenza, con un distacco che è quasi un’umiliazione.

Ho invece qualche dubbio in più su Google Lens, ovvero Now On Tap con un nome nuovo, perché non c’è una sola occasione in cui ho trovato utile l’opzione, può essere dovuto al fato che da noi le informazioni sono meno ricche e complete.

Il prezzo rimane un ostacolo importante, così come arrivare dopo iPhone X credo sia un errore strategico importante, perché posizionati a quasi 900 euro i nuovi smartphone di Google sono competitor diretti nella stessa fascia di mercato.

Ovviamente, quando dico “dopo iPhone X” mi riferisco alle tempistiche italiane, perché da noi il telefono uscirà “più tardi” senza un’indicazione precisa delle date.

Non vi parlo nemmeno del Pixelbook, perché è un esercizio di stile, che credo non arriverà nemmeno sul mercato. Ma in tutto questo, a voi cosa piace?


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