Come scegliere il robot aspirapolvere

Luca Viscardi18 Dicembre 2022

Come scegliere il robot aspirapolvere? Come distinguere prodotti che in realtà sembrano tutti uguali e sembrerebbero offrire le stesse prestazioni? In realtà ci sono molteplici dettagli che fanno la differenza, alcuni dei quali si possono valutare anche “sulla carta”.

Partendo dalla prova del nuovo iRobot Roomba Combo J7+ oggi raccontiamo a quali particolari caratteristiche bisogna fare attenzione prima di acquistare il prossimo robot aspirapolvere.



A cosa serve un robot aspirapolvere?

Prima di entrare nel dettaglio su come scegliere il robot aspirapolvere che accompagnerà le vostre giornate, vorremmo fare una digressione sul perché comprare un dispositivo di questo genere. Spiegare a cosa serva un robot aspirapolvere, dobbiamo semplicemente appellarci al concetto di liberare il proprio tempo da ciò che la tecnologia può fare per noi.

Nel corso degli anni abbiamo imparato che la pulizia quotidiana della casa aiuta a ridurre drasticamente la quantità di polvere che ci circonda, ma la vita di tutti i giorni ci ha anche insegnato che trovare il tempo per farlo spesso non è facile e nemmeno gradito.

Ecco perché, per un’azione semplice come l’aspirazione della polvere e la pulizia dei pavimenti con un panno bagnato, possiamo chiamare la tecnologia in nostro soccorso, con l’uso di un robot aspirapolvere. Abbiamo spesso l’accezione di robot pensando ad un uomo meccanico, che si muove goffamente, con un aspetto che assomiglia un po’ a quello degli esseri umani. In questo caso, si parla di robot perché ci si riferisce ad un oggetto in grado di fare meccanicamente delle azioni, sostituendo quelle di una persona, senza bisogno di una guida costante.

Il robot aspirapolvere, quando gli viene chiesto o quando viene programmato di farlo, è in grado di mappare la nostra abitazione, svolgendo il ruolo di pulizia quotidiana in totale autonomia, superando anche gli ostacoli che comunemente si trovano all’interno di una normale residenza familiare. Ovviamente, un robot aspirapolvere può essere utilizzato anche in spazi come gli uffici e le attività commerciali, ma la sua vocazione principale è quella dell’uso domestico.

Attraverso i pulsanti di cui è dotato, oppure l’applicazione con cui viene collegato, il robot può essere governato per pulire l’intera abitazione, oppure una specifica zona della casa: è possibile decidere quali zone eventualmente evitare e, a seconda del livello di intelligenza dell’apparato, è possibile usare i cicli di pulizia anche senza rimuovere i comuni ostacoli come i giocattoli o le ciabatte.

Un robot aspirapolvere riconosce il rischio delle scale, raggiunge anche gli angoli, quando ha lo spazio per farlo. Il suo nemico giurato sono le tende, con cui fatica a costruire un buon rapporto, mentre riesce a gestire la convivenza con i tappeti, su cui riesce a salire aumentando la potenza di aspirazione per effettuare una pulizia adeguata anche su di loro.

Quali dettagli contano nella scelta di un robot aspirapolvere?

La vera difficoltà nell’utilizzo di un robot aspirapolvere sta nello scegliere quello giusto quando lo si acquista, perché dal mare di produzione in arrivo dalla Cina sono sbucati migliaia di dispositivi, soprattutto nei negozi online, tra cui è difficile fare una cernita.

Nonostante l’aspetto, che potrebbe ingannare, i robot aspirapolvere non sono tutti uguali perché ci sono tantissimi particolari che possono generare una differenza anche molto grande, che dipende da dettagli meccanici, ma anche e soprattutto dal software che ne regola il funzionamento.

Ci sono alcuni particolari che si possono valutare dando un’occhiata alle schede tecniche, il più importante è quello delle spazzole: a seconda del modello può cambiare il numero delle spazzole e anche il materiale con cui sono realizzate. La migliore, non a caso, è offerta dai produttori più importanti, che realizzano robot aspirapolvere con due spazzole, nel caso di iRobot sono realizzate in silicone e lavorano con un movimento contrapposto, per spostare, durante il movimento sul pavimento, la polvere che poi viene attratta nel serbatoio dall’aspirazione.

E qui si apre un altro dettaglio importante, perché la potenza di aspirazione è un altro parametro di cui tenere conto: le spazzole si muovono sul pavimento per raccogliere lo sporco che poi deve essere attratto nel sistema di raccolta, ma questa operazione viene fortemente condizionata dalla potenza con cui si aspira.

La forma del robot aspirapolvere non è particolarmente rilevante, nel corso degli anni abbiamo potuto verificare i pro e i contro di tutti i modelli disponibili, molti sono realizzati con forma circolare perché questo è lo standard accettato dal mercato, ma anche le versioni con un lato dritto che abbiamo provato nel corso degli anni si sono comportate comunque bene.

Anche la capacità di arrivare negli angoli, dipende più dall’occupazione degli spazi che non dalla forma del dispositivo: il racconto di chi realizza robot aspirapolvere con un lato dritto è che in questo modo si raggiungono più facilmente gli angoli, ma non è necessariamente vero.

Nello scegliere il proprio robot aspirapolvere, il tipo di “occhio” che viene usato è un altro elemento di cui tenere conto: I robot aspirapolvere possono usare un sistema ad infrarossi, soluzioni di scansione con una sorta di radar, oppure abbinare una telecamera all’intelligenza artificiale, per il riconoscimento degli spazi, come accade nel recentissimo iRobot Roomba Combo J7+.

Questo dettaglio cambia “drammaticamente” l’esperienza d’uso: nel caso di prodotti meno costosi, quelli che usano gli infrarossi, il sensore permette di vedere dove è l’ostacolo ma non c’è alcuna capacità di riconoscere quale sia. Stesso modo, i prodotti che vengono guidati dai sensori ad infrarossi non riescono a vedere gli ostacoli sui pavimenti e l’unico modo che hanno per riconoscerli è andare ad urtarli.

Questo però significa che un paio di scarpe verrà verosimilmente e trascinato in giro per la casa dal momento in cui viene incrociato fino a che una delle stringhe non bloccherà completamente le spazzole. Con l’uso della telecamera, abbinata all’intelligenza artificiale, il robot aspirapolvere può vedere che cosa ha davanti e riconoscere l’ostacolo per aggirarlo: questo si traduce nel fatto che il vostro iRobot Roomba “vedrà” i bisognini dei vostri amici a quattro zampe ed eviterei di “spalmarli” per la casa. Non solo perché grazie all’uso di telecamera e intelligenza artificiale sarà possibile mappare tutte le stanze, riconoscendo gli ambienti senza bisogno che vengano classificati manualmente.

Ciò che fa davvero la differenza, quindi, è il software: moltissimi prodotti cinesi che, tutto sommato, sul fronte meccanico potrebbero in qualche modo competere, si schiantano quando invece bisogna fare un confronto con il sistema operativo e con l’applicazione di gestione.

Teniamo iRobot come elemento di comparazione, perché il marchio americano ha inventato questo segmento e per primo ha realizzato i prodotti di cui parliamo: all’interno dei nuovi Roomba c’è il sistema operativo iRobotOS 5.0, particolarmente sofisticato e compatibile con il nuovo protocollo di interazione tra dispositivi di smart home, chiamato Matter.

Quando parliamo di sistema operativo particolarmente sofisticato, non intendiamo dire complicato: ci riferiamo alla complessità di parametri di cui è in grado di tenere conto, offrendo però agli utenti un’interfaccia semplicissimo. Se non si vuole nemmeno aprire l’applicazione, basta schiacciare un bottone per avviare le operazioni di pulizia.

Attraverso l’applicazione, però, si possono gestire tantissimi dettagli, in particolare la scelta delle stanze in cui intervenire e il tipo di pulizia da fare, quando si usa un robot aspirapolvere in grado di aspirare e di lavare allo stesso tempo.

Solo aspirazione o aspirazione più lavaggio?

Quando ci si trova nella condizione di capire come scegliere un robot aspirapolvere, i dubbi più grande può essere quello sull’opportunità di acquistare un oggetto che faccia solo l’aspirazione, oppure di un dispositivo in grado di lavare e pulire contemporaneamente.

La risposta, come sempre accade, non è mai una sola e non vale per tutti: dipende, infatti, dal tipo di abitazione in cui si vuole intervenire. Anche in questo caso, però, conta la qualità del dispositivo che si sceglie, perché molti dei prodotti cinesi in circolazione permettono di sostituire un componente del robot, aggiungendo il panno con cui lavare.

Una volta partita l’operazione di pulizia, però, non è possibile sospenderla in condizioni particolari, come quella della pulizia di un tappeto. Anche in questo caso, entra in gioco la capacità di creare soluzioni dinamiche e più avanzate, come quella di iRobot Roomba Combo J7+, capace di riconoscere la presenza di un tappeto, di ritrarre il panno per il lavaggio e di salire sul tappeto per effettuare la sola aspirazione. Anche Xiaomi ha una soluzione di questo tipo, ma con una implementazione che sulla carta appare un pelo meno efficiente, perché anziché spostare completamente il panno lo solleva leggermente.

Quanto deve costare un robot aspirapolvere?

Questa è la domanda più complicata a cui rispondere, perché oggi il mercato offre dispositivi a qualunque cifra, anche molto competitiva: se però si pensa alla tecnologia che viene inserita in questi prodotti è facile capire che quando il prezzo è molto basso chi lo propone ha fatto necessariamente economia sui componenti o sullo sviluppo del dispositivo stesso.

Bisogna fare particolare attenzione alle batterie: il loro costo cambia in modo significativo, in funzione della capacità, ma anche della qualità. Un robot aspirapolvere con prezzo molto basso, ha fatto necessariamente economia su questo dettaglio, scelta molto pericolosa.

C’è poi la longevità dei singoli componenti, a partire dalle plastiche esterne, a cui si aggancia “organicamente” il tema dell’assistenza: sempre meglio scegliere un marchio con organizzazione rodata, in grado di garantire il servizio di riparazione in tempi brevi e con costi certi.

Nella valutazione dei costi, bisogna mettere anche la possibile durata nel tempo di un dispositivo: per un prodotto che ha qualità superiore e la prospettiva di aggiornamenti nel tempo, ha senso valutare un investimento un po’ più alto.


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