
Inizia questa settimana il conto alla rovescia preannunciato ormai da anni. Ma si può davvero definire la fine di Windows 10?
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Abbiamo letto fin’ora tante notizie piene di falsi allarmismi, preannunci di catastrofi legate all’uso di un sistema operativo obsoleto e per il quale è prevista la dismissione degli aggiornamenti di sicurezza di Windows 10. Ma la realtà è ben diversa. Nonostante questo cambiamento non sia da sottovalutare, esistono delle soluzioni al semplice aggiornamento alla versione più recente, ed è importante essere a conoscenza di tutto quello a cui si va incontro se si decide di non farlo.
Cosa significa la fine del supporto a Windows 10
Sarà il 14 ottobre 2025 il giorno in cui, per le edizioni Home e Pro di Windows 10, si interromperà il supporto standard da parte di Microsoft. Ma capiamo innnanzitutto cosa significa e cosa implica questo in pratica per te e il tuo PC.

La notizia ovvia è che il tuo PC non smetterà di funzionare e non sarà la fine di Windows 10. Il sistema continuerà ad avviarsi e a farti lavorare sui tuoi documenti. La vera differenza è che Microsoft non rilascerà più, gratuitamente, tre tipi di aggiornamenti:
- Aggiornamenti di sicurezza: a partire da questa data, le vulnerabilità di sicurezza che verranno scoperte in Windows 10 non riceveranno più patch correttive.
- Aggiornamenti delle funzionalità: non saranno più ricevute nuove funzionalità, miglioramenti dell’interfaccia o ottimizzazioni delle prestazioni. Il sistema operativo sarà di fatto congelato alla sua ultima versione (la 22H2).
- Supporto tecnico gratuito: Microsoft non fornirà più assistenza diretta per eventuali problemi o malfunzionamenti legati al sistema operativo.
Cosa significa in pratica? Che a bordo del tuo computer avrai un sistema operativo obsoleto, che può diventare nel tempo un bersaglio più facile per malware e ransomware, e può iniziare a manifestare problemi di compatibilità con software e hardware di nuova generazione.
Come funzionano gli aggiornamenti di sicurezza Windows
Per capire l’importanza della fine del supporto su Windows 10, è utile sapere come funziona il meccanismo di difesa di Windows. Gli aggiornamenti di sicurezza sono la prima linea di protezione del tuo PC e, di fatto, di tutto l’ecosistema digitale. Il ciclo di aggiornamento si basa principalmente sui Patch Tuesday, nome dato dall’azienda al processo. Ogni secondo martedì del mese, Microsoft rilascia un pacchetto cumulativo di aggiornamenti che risolve le vulnerabilità identificate e segnalate, sia internamente che da security researcher esterni.

Quando un ricercatore di sicurezza o un malintenzionato scopre un difetto nel codice di Windows, lo comunica (o lo sfrutta, nel secondo caso). Microsoft, ricevuta la segnalazione, sviluppa una patch (toppa, col significato di porzione di software progettata per aggiornare o migliorare un programma) e la distribuisce tramite Windows Update.
Questo processo è il principale oggetto di spionaggio: gli hacker spesso monitorano gli aggiornamenti di sicurezza e, una volta che la patch è disponibile, ne studiano la correzione per capire esattamente cosa è stato riparato. A quel punto, possono tentare di sfruttare la stessa vulnerabilità sui sistemi che non hanno ancora ricevuto l’aggiornamento.
Dopo il 14 ottobre 2025, la dinamica cambia radicalmente. Gli hacker continueranno a trovare falle in Windows 10, ma non ci sarà più una patch ufficiale e gratuita a correggerle. La falla rimarrà aperta per sempre, o finché non si passa a un sistema supportato, esponendo costantemente il dispositivo al rischio.
Quali sono le alternative
Con la scadenza che si avvicina, è il momento di scegliere il tuo percorso. Le opzioni si dividono essenzialmente in tre categorie principali, a seconda della compatibilità del tuo hardware e delle tue esigenze.
L’upgrade – passare a Windows 11
Si tratta ovviamente dell’opzione consigliata da Microsoft per la fine del supporto a Windows 10. È la più seamless (senza soluzione di continuità) per la maggior parte degli utenti, a patto che il tuo PC sia compatibile. Puoi usare lo strumento PC Health Check di Microsoft per verificare i requisiti. Se il controllo è positivo, puoi procedere all’aggiornamento tramite Windows Update.
La soluzione di mezzo – Extended Security Updates (ESU)
L’opzione pensata soprattutto per le aziende, la pubblica amministrazione e i professionisti che hanno bisogno di più tempo per la migrazione, ma è disponibile anche per gli utenti domestici. Si tratta di un programma a pagamento, con un costo che aumenta di anno in anno. Non riceverai comunque aggiornamenti di funzionalità o supporto tecnico non correlato alla sicurezza. Consente di continuare a ricevere gli aggiornamenti di sicurezza critici per un massimo di tre anni dopo la data di scadenza. Garantisce la sicurezza operativa in un periodo di transizione.
L’alternativa – migrare a Linux
Se il tuo PC è troppo datato per Windows 11 e non vuoi spendere per un nuovo hardware o per gli ESU, le distribuzioni Linux sono l’alternativa più valida. Gratuito, più leggero di Windows (ridando nuova vita a hardware datato), e vanta un’ottima sicurezza intrinseca grazie alla sua natura open source. Distribuzioni come Linux Mint o Zorin OS offrono interfacce molto simili a Windows, rendendo la transizione più agevole.
A pagamento ma non per tutti
La fine del supporto per Windows 10 è quindi previsto tra meno di tre settimane, ma Microsoft non ha vinto su tutta la linea. Infatti è stata costretta a rendere gli aggiornamenti di sicurezza estesi gratuitamente, senza alcun vincolo, in alcuni mercati europei. In queste nazioni, i clienti non saranno più tenuti ad attivare a pagamento gli aggiornamenti di sicurezza estesi (ESU).
Grazie alle pressioni del gruppo Euroconsumers la situazione sta cambiando nello spazio economico europeo. Il gruppo di difesa dei consumatori ha chiesto a Microsoft di fare di più per coloro che ancora utilizzano Windows 10 in Europa ed è riuscito a convincere il gigante del software a offrire gli aggiornamenti di sicurezza estesi gratuitamente senza l’obbligo di abilitare Windows Backup.
Non sono ancora ben chiare le dinamiche di questa differenziazione nei mercati, seguiranno aggiornamenti appena l’azienda chiarirà meglio chi ha la possibilità di usufruirne.
Consigli per arrivare preparati alla fine di Windows 10
La preparazione è la chiave per una transizione senza stress. Il nostro consiglio è di agire su tre fronti principali, a partire da oggi.
Esegui subito un backup completo: Assicurati che tutti i tuoi file personali e professionali siano sincronizzati con un servizio cloud (OneDrive, Google Drive, ecc.) e, ancora meglio, salvati su un disco esterno. Crea un’immagine completa del tuo attuale sistema Windows 10. In questo modo, in caso di problemi con un futuro upgrade o una migrazione, potrai ripristinare il PC allo stato attuale in pochi passaggi.
Verifica l’hardware (per Windows 11): utilizza lo strumento Microsoft per determinare se il tuo PC rispetta i requisiti (TPM 2.0 e CPU). Se non li rispetta, inizia a valutare un nuovo acquisto o una migrazione a Linux.
Fai un inventario Software (per Linux o nuovo OS): Fai un elenco delle applicazioni che usi quotidianamente. Se devi passare a Linux, cerca in anticipo le alternative open source (es. LibreOffice, GIMP). Se acquisti un nuovo PC, assicurati di avere le licenze necessarie per reinstallare tutti i programmi.
Sfrutta il tempo a disposizione (e il denaro): se hai deciso di acquistare un nuovo PC, puoi approfittare di offerte o sconti futuri sui modelli più recenti, già nativamente ottimizzati per Windows 11.