Krafton punta sull'IA e "invita" i dipendenti a dimettersi: scatta la rivolta dei giocatori (mistergadget.tech)
Nonostante profitti record, il gigante sudcoreano dietro PUBG scommette tutto sull’automazione, scatenando un acceso dibattito etico e qualitativo sul futuro dei videogiochi.
“Boicottaggio immediato”. “Non è mai una cattiva idea smettere di supportarli”. Questi sono solo alcuni dei commenti più pacati apparsi in un thread di Reddit che discute la recente, controversa svolta di Krafton. L’azienda, famosa in tutto il mondo per aver portato al successo PUBG: Battlegrounds, sta affrontando una tempesta mediatica dopo l’annuncio di un piano di ristrutturazione che prevede la sostituzione di parte del personale umano con l’Intelligenza Artificiale.
La mossa appare sconcertante, soprattutto alla luce dei dati finanziari. Alla fine di luglio, Krafton (che, va specificato, è un gigante sudcoreano e non cinese come spesso riportato erroneamente) ha registrato il suo miglior primo semestre di sempre. L’azienda ha chiuso la prima metà dell’anno con quasi mezzo miliardo di dollari di profitti netti.
Di fronte a questi numeri, ci si aspetterebbe che Krafton investisse per espandere i propri team creativi. Invece, la dirigenza ha annunciato di voler “investire nell’innovazione dell’IA per plasmare il futuro del gioco”. Una dichiarazione che, tradotta in azioni pratiche, è esplosa come una bomba alla fine del terzo trimestre: una massiccia ristrutturazione basata sull’IA che ha comportato un programma di dimissioni volontarie per i dipendenti.
Indice
L’era dell’IA “Agente” e le dimissioni “volontarie”
Secondo quanto riportato da Business Korea, Krafton sta presentando questo regime di dimissioni volontarie come una forma di “assistenza” piuttosto che come un taglio del personale, offrendo ai dipendenti la scelta tra la transizione a un ruolo diverso (spesso demansionante o non in linea con le competenze) o la ricerca di opportunità altrove.
Ma la vera indignazione nasce dalla motivazione tecnica. Kim Chang-han, CEO di Krafton, ha dichiarato in un memo interno che l’azienda “automatizzerà il lavoro concentrandosi sull’IA agente” (Agentic AI).
A differenza dell’IA generativa standard (che crea immagini o testo su comando), l’IA Agente è progettata per agire autonomamente: può prendere decisioni, eseguire sequenze di compiti complessi e interagire con software senza supervisione costante.
Krafton non ha specificato i dettagli, ma le possibilità di applicazione sono vaste e preoccupanti per i lavoratori:
- Generazione di asset: Creazione automatica di texture e modelli 3D.
- Brainstorming narrativo: Scrittura di dialoghi e quest secondarie.
- QA Testing: Sostituzione dei tester umani con bot che giocano milioni di partite simulate per trovare bug.
Il costo di tutto questo è duplice: la perdita di posti di lavoro per i creativi e, come temono molti giocatori, un potenziale degrado della qualità dei giochi, che rischiano di diventare prodotti senz’anima.
Una lotta esistenziale per l’industria
La situazione di Krafton non è un caso isolato, ma l’ultimo capitolo di una tendenza che sta spaventando l’intero settore. A luglio 2024, lo sciopero del sindacato SAG-AFTRA si è concluso dopo uno stallo sui diritti di immagine e voce legati all’IA. L’accordo prometteva protezioni, ma la realtà è che gli studi si stanno muovendo velocemente.
Non sono solo i doppiatori a rischiare. Embark Studios, sviluppatori dello sparatutto “ARC Raiders”, hanno rivelato di utilizzare l’IA text-to-speech (TTS) per i dialoghi di gioco, eliminando di fatto la necessità di attori per le linee secondarie.
Mentre alcuni sviluppatori indipendenti, come Necrosoft Games, hanno dichiarato pubblicamente che “si taglierebbero una mano piuttosto che spingere l’IA”, i big del settore la pensano diversamente. Tim Sweeney di Epic Games ha sostenuto che l’IA aumenterà la produttività. Tuttavia, va ricordato che il sindacato degli attori ha fatto causa proprio a Epic per aver utilizzato una voce di Darth Vader generata dall’IA in Fortnite.
I numeri della crisi
Un’indagine di WIRED ha rivelato che colossi come Activision, Blizzard, Riot e Treyarch stanno pianificando di abbracciare massicciamente l’IA. Questo avviene dopo un biennio (2024-2025) brutale per l’occupazione:
- Il 26% dei lavoratori dell’industria videoludica in Europa è stato licenziato nel 2024.
- Le stime per il 2025 vedono un ulteriore aumento dei tagli.
Il problema della qualità e l’impatto ambientale
L’IA è qui per restare, ma la sua integrazione è tutt’altro che indolore. Elon Musk ha promesso che la sua xAI produrrà un “grande gioco generato dall’IA” entro il 2026, e Activision è già stata criticata per asset sospetti in Call of Duty: Black Ops 6.
Tuttavia, usare l’IA per sviluppare giochi complessi non è semplice. Recentemente, clip di giochi interamente generati dall’IA sono state derise online per fisica irrealistica, rendering scadente e allucinazioni visive. Anche i dipendenti di Electronic Arts hanno confessato a Business Insider che i tentativi di forzare l’IA nel flusso di lavoro spesso creano più problemi di quanti ne risolvano, richiedendo ore di correzione umana.
Inoltre, c’è il fattore ambientale: l’addestramento e l’esecuzione di modelli di IA agente richiedono una potenza di calcolo enorme, con un’impronta di carbonio che cozza con le politiche “green” spesso sbandierate dalle stesse aziende.
Tra il costo umano, i rischi tecnici e un tasso di fallimento degli investimenti in IA ancora molto alto (stimato al 95% per le startup del settore), la scommessa di Krafton appare azzardata. Se il futuro di PUBG sarà affidato agli algoritmi, la minaccia di boicottaggio dei giocatori potrebbe essere solo l’inizio della fine per la reputazione del gigante coreano.