In Inghilterra internet un diritto base come acqua ed elettricità

Luca Viscardi22 Dicembre 2017
fibra telecom


In Inghilterra internet sarà  un diritto base, come l’acqua e l’elettricità, scelta opposta a quella degli Stati Uniti, dove è stata eliminata la net neutrality e l’accesso alla rete sarà diverso a seconda della cifra che si paga.

Chi legge Mister Gadget o mi ascolta alla radio sa che ho una venerazione per la società inglese e la sua organizzazione, la notizia di queste ore non fa che aggiungere un tassello ulteriore alla mia granitica ammirazione.

Sì, certo, ci sono difetti anche là, ma la perfezione non esiste e a furia di inseguirla non ci accorgiamo delle cose che funzionano (e bene) che dovremmo invece in qualche modo copiare.

Internet un diritto base, un passo importante da imitare

Il dipartimento per il digitale, la cultura, i media e lo sport del governo inglese ha emesso una nota secondo cui il governo chiederà a tutti i provider di fornire rete a banda larga in tutto il paese entro il 2020, con la disponibilità di accesso come quella per acqua ed elettricità.

Attenzione: non vuol dire che sarà tutto gratis, quello è il metodo che scegliamo noi e che è la strada migliore per avere servizi pessimi.

We know how important broadband is to homes and businesses and we want everyone to benefit from a fast and reliable connection, this is all part of our work on ensuring that Britain’s telecoms infrastructure is fit for the future and will continue to deliver the connectivity that consumers need in the digital age

é quanto ha dichiarato il ministro alla cultura Karen Bradley, specificando bene quale sia il principio. Cerco di tradurlo in salsa italiana.

Non importa se una persona decida di fare l’imprenditore in piazza San Babila a Milano oppure in una frazione di Canicattì, l’infrastruttura per le comunicazioni deve garantire un servizio con lo stesso livello qualitativo e con la stessa velocità.

Come da noi, giusto? 🙂 Però c’è secondo me la speranza che entro quella data anche da noi la situazione cambi e che i servizi possano essere migliori anche nelle aree periferiche.

La velocità minima garantita effettiva dovrà essere di 10 mbps, che sembrano pochi ma in realtà da noi sono ancora una chimera in molte zone. Non vi fate ingannare dalle azioni promozionali, quando da noi viene scritto 7 mega, poi si va alla metà, succede per tutte le velocità promesse. Quando l’operatore eroga un’offerta da 200 mbps, l’obbligo reale è quello di trasmettere almeno 60 mbps, meno di un terzo.

Una velocità “reale” di 10 mbps risponde alle esigenze di una normale famiglia, con la sola eccezione forse per chi ha figli che giocano on line, per cui 10 mega sono un po’ risicati, se affiancati magari a servizi di streaming.

Bisognerà abituarsi a gestire la banda disponibile, un po’ come si fa con l’energia elettrica quando ci sono molti prodotti dentro casa che hanno un grosso carico.

Ovviamente, ci saranno sempre città che avranno servizi molto più veloci, ma il livello minimo garantito sarà comunque di buona qualità

Internet diritto base, gli USA vanno in direzione opposta

La scelta  inglese è una novità strategica importante, opposta quanto deciso in USA la scorsa settimana, quando la FCC (Commissione Federale per le Comunicazioni) ha cancellato la net-neutrality danno agli operatori facoltà di far pagare di più per l’accesso ad alcuni servizi, lasciando piena libertà di scelta agli operatori stessi.

Tutte le speranze sono già rivolte al prossimo presidente, perché rimetta ordine al pasticcio appena fatto. Speriamo che nessuno dei nostri se ne accorga: così come siamo lentissimi nel seguire gli esempi altrui a vantaggio dei cittadini/consumatori, siamo fulminei nell’imitare le attività di lobby. Incrociamo le dita.

Internet diritto base: la situazione italiana

Le statistiche ci dicono che il 55.9 delle famiglie è coperto da servizi a 30 mbps, nominali, non effettivi.  Quelle con 100 mbps sono il 26,8% della popolazione, ma su questo ho qualche perplessità, i dati che arrivano da diversi sistemi di controllo ci dicono tutt’altro.

Riusciremo a dare al 100% della popolazione 30 mbps entro il 2020, come da agenda digitale europea? E 100 mbps all’85% della popolazione? Siamo curiosi di scoprirlo.


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