Recensione LG G5 OLED: la rivoluzione del pannello Tandem accende la luce (mistergadget.tech)
LG abbandona le microlenti per una nuova architettura “a sandwich” che sfida i limiti della tecnologia OLED, colmando il gap con i QD-OLED e insidiando i MiniLED.
+ Gaming 165Hz
+ Filtro Antiriflesso
+ Supporto software
– Mancanze storiche
– Audio out-of-box
– Telecomando
Per anni, la serie “Gallery” (G) di LG ha rappresentato il punto di incontro tra design da esposizione e prestazioni assolute. Ma con il nuovo LG G5, il colosso coreano non si limita a un semplice aggiornamento annuale: compie un vero salto generazionale. Abbiamo testato a fondo la versione da 65 pollici di questo nuovo riferimento tecnologico per capire se la promessa di una luminosità senza precedenti è stata mantenuta.
Il cuore di questa evoluzione è l’addio (sui tagli principali) alla tecnologia MLA (Micro Lens Array) in favore del nuovo pannello Primary RGB Tandem. Il risultato? Un televisore che non teme più le stanze illuminate a giorno e che offre una flessibilità d’uso totale, dal cinema purista al gaming estremo a 165Hz.
Indice
Design e installazione: occhio alla sigla
Esteticamente, l’LG G5 mantiene la filosofia “One Wall Design”: uno spessore uniforme di circa 2,4 cm su tutto il corpo, pensato per aderire perfettamente alla parete senza spazi vuoti. La qualità costruttiva è impeccabile, con una cornice metallica quasi invisibile che lascia tutto lo spazio all’immagine.
Attenzione però in fase di acquisto: LG ha diversificato la dotazione per il mercato italiano sui tagli da 55 e 65 pollici.
- I modelli con sigla finale “W” includono nella scatola solo la staffa “Zero Gap” per il montaggio a muro.
- I modelli con sigla finale “S” includono invece lo stand da tavolo centrale (ma non la staffa a muro). Assicuratevi di scegliere la versione adatta al vostro salotto per evitare spese extra.
Connessioni e dotazione: manca ancora qualcosa
Il retro ospita un comparto connessioni da primo della classe: quattro porte HDMI 2.1 a piena banda (48 Gbps). Tutte supportano segnali 4K fino a 165Hz (una novità per i PC gamer), VRR, G-Sync e FreeSync Premium. La porta HDMI 2 gestisce l’eARC per le soundbar.
Non mancano 3 porte USB 2.0 (peccato non vederne una 3.0), Ethernet, Wi-Fi 6 e Bluetooth 5.3 con supporto Auracast, che permette di trasmettere l’audio a più cuffie contemporaneamente. Nota dolente: come da tradizione recente LG, manca il supporto al formato HDR10+ (usato da Amazon Prime Video) e, purtroppo, manca ancora il supporto alle tracce audio DTS. Se avete una collezione di Blu-ray o file con audio DTS, il TV rimarrà muto a meno che non passiate attraverso un sintoamplificatore esterno.
Il telecomando Magic Remote è stato ridisegnato: più piccolo e maneggevole, ma perde la retroilluminazione (grave su un TV premium) e rimuove il tasto fisico per la selezione degli ingressi, costringendo a un passaggio in più tramite l’Home Hub. Al suo posto, un tasto dedicato all’AI.
Il pannello: la tecnologia “Primary RGB Tandem”
Qui sta la vera rivoluzione. LG ha introdotto sui tagli da 55, 65, 77 e 83 pollici un pannello OLED 4K a 10 bit nativi con struttura “Tandem”. Invece di usare un singolo strato emissivo, il G5 usa un “sandwich” a quattro strati: due strati di OLED blu super efficienti, uno rosso e uno verde. Questa struttura crea una luce bianca molto più intensa e stabile, che viene poi filtrata per creare i colori.
Questa architettura, unita al processore Alpha 11 AI Gen 2 e alla lastra di dissipazione del calore, forma il sistema EVO Brightness Booster Ultimate. Nota: Il modello da 97 pollici e il nuovo taglio da 48 pollici usano pannelli più tradizionali (fermandosi a 120/144Hz) e non raggiungono i picchi di luminosità dei fratelli maggiori.
Qualità dell’immagine: un faro nella notte
I numeri rilevati sul nostro 65 pollici confermano le promesse. In modalità Filmmaker Mode (la più accurata), il G5 raggiunge picchi di circa 2.000 nit su finestre al 10%, un valore che rivaleggia con i migliori MiniLED. In modalità “Vivace” (sconsigliata per la fedeltà, ma indicativa della potenza grezza) si toccano addirittura i 2.800 nit.
Ma è la visione reale a stupire:
- In HDR (Dolby Vision/HDR10): La dinamica è impressionante. Le luci speculari (riflessi, lampioni, esplosioni) sono accecanti senza perdere dettaglio, mentre i neri restano perfetti. La nuova struttura del pannello migliora anche la purezza dei colori ad alta luminosità (volume colore), colmando il gap con i QD-OLED di Samsung.
- In SDR e stanze illuminate: Grazie al nuovo filtro antiriflesso (che riduce i riflessi del 30% rispetto al G4) e a una luminosità a tutto schermo che supera i 400 nit (e tocca i 900 nit di picco in SDR), il G5 è perfettamente godibile anche in un salone pieno di sole.
- Filmmaker Ambient Light: Una novità molto utile è la capacità del TV di adattare la curva gamma del Filmmaker Mode in base alla luce nella stanza, evitando quell’effetto “troppo scuro” tipico delle modalità cinema usate di giorno.
Il processore Alpha 11 Gen 2 lavora benissimo sull’upscaling e sulla pulizia dell’immagine (gradazione cromatica), eliminando il color banding dai contenuti compressi in streaming.
Audio: il dottor Jekyll e mister Hyde
Il sistema audio 4.2 canali da 60W ci ha spiazzati. Appena acceso, “out of the box”, il suono è piatto, scatolato e deludente per un TV di questo prezzo. Tuttavia, tutto cambia attivando l’AI Sound Wizard. Dopo aver completato la calibrazione acustica tramite il microfono del telecomando, il suono si trasforma: il palcoscenico si allarga (virtualizzando fino a 11.1.2 canali) e compaiono bassi insospettabili.
Il consiglio resta quello di abbinare una soundbar (magari LG per sfruttare la funzione WOW Orchestra che usa le casse della TV in sinergia con la bar), ma post-calibrazione l’audio integrato è più che dignitoso.
Smart TV e gaming
A bordo troviamo webOS 25. Il sistema è fluido, reattivo e LG garantisce 4 aggiornamenti principali nell’arco di 5 anni. L’interfaccia è ricca (forse troppa pubblicità, parzialmente disattivabile), ma le “Quick Cards” aiutano a tenere ordine. Ottima la funzione Always Ready, che trasforma il TV in una cornice digitale o speaker smart quando non è in uso.
Per i videogiocatori, questo è il paradiso:
- Refresh Rate: Fino a 165Hz (ideale per chi collega un PC da gaming estremo).
- Input Lag: Bassissimo, circa 5ms a 120Hz e 9.2ms a 60Hz.
- Game Optimizer: Un menu dedicato per regolare neri, VRR e profili immagine senza uscire dal gioco.
- Cloud Gaming: Supporto nativo a GeForce Now, Amazon Luna e Xbox Game Pass.
Prezzi e considerazioni finali
L’LG G5 da 65 pollici arriva sul mercato con un listino di 2.600 Euro, anche se lo street-price online si sta già assestando intorno ai 2.000 – 2.400 Euro.
l’LG G5 non rappresenta solo il consueto aggiornamento annuale, ma segna un punto di svolta nella storia degli OLED. Grazie all’adozione del pannello Primary RGB Tandem, LG ha abbattuto l’ultima barriera che separava questa tecnologia dalla perfezione assoluta: la luminosità in ambienti pieni di luce. Se in passato la serie “G” era raccomandata soprattutto per il design, quest’anno il divario prestazionale con la serie C5 è così netto da giustificare pienamente la differenza di prezzo per chi cerca la massima qualità visiva possibile.
Certo, non è un prodotto privo di difetti: l’ostinata assenza del supporto DTS e HDR10+ e un telecomando che ha perso un po’ di praticità sono nei che un top di gamma non dovrebbe avere. Tuttavia, di fronte a una luminosità di picco che sfida i MiniLED, a un nero che resta assoluto e a prestazioni gaming da monitor professionale (165Hz), è difficile non incoronare il G5 come il TV da battere nel 2025.
Se il vostro budget ve lo consente, il G5 è l’investimento definitivo per il vostro salotto, capace di regalarvi emozioni sia al buio che con le finestre spalancate. Ricordate solo di controllare la sigla finale (W per il muro, S per il tavolo) prima di strisciare la carta.