Nothing 3a Lite ha un rapporto prezzo qualità eccezionale (mistergadget.tech)
Nel mondo della tecnologia ci piace raccontarci una bugia rassicurante. Ci piace pensare che l’unica cosa che conta sia la “sostanza”, intesa come freddi numeri su una scheda tecnica. Ci ripetiamo che pagare per il design è da sciocchi, che l’importante è il processore, che i materiali non contano perché “tanto ci metti la cover”.
Poi però arriva sul mercato un oggetto come il Nothing Phone (3a) Lite e tutte queste certezze vacillano. Sulla carta, questo smartphone è un’operazione che rasenta l’insolenza: prende l’hardware esatto di un altro telefono della stessa famiglia, il CMF Phone 2 Pro, e lo ripropone con un vestito diverso. Stesso cuore, stessa memoria, stessi muscoli. Un recensore pigro si fermerebbe qui, bollandolo come un doppione inutile.
La verità è che usare il Phone (3a) Lite racconta una storia completamente diversa. Dove il “cugino” CMF è grezzo, modulare, quasi brutale nel suo approccio industriale, questo Nothing è raffinato, bilanciato, piacevole al tatto e alla vista.
È la dimostrazione pratica che l’esperienza utente non è fatta solo di benchmark su Geekbench, ma di sensazioni. È la prova che la forma, quando è curata in modo maniacale, diventa sostanza. Ma attenzione: non è tutto perfetto nel regno di Carl Pei. Per raggiungere questo prezzo aggressivo sono stati fatti dei tagli che, per un brand nato con certe premesse filosofiche, sanno tanto di tradimento.
Il software Nothing OS è una garanzia, nonostante qualche bloatware di troppo. Audio mono e una fotocamera macro da 2MP inutile sono i veri difetti. A meno di 250€, però, non ha rivali reali.
+ Design e cura costruttiva di fascia superiore
+ Software Nothing OS completo e fluido
+ Ottima autonomia
– Fotocamera macro da 2MP inutile
– Presente un po’ di bloatware
Indice
Design e costruzioni
In questa fascia di prezzo, solitamente, ci si deve accontentare. Le aziende spendono tutto il budget sul processore o sulla fotocamera principale, e poi assemblano il tutto in scocche di plastica scricchiolante che urlano “economico” da ogni angolo. Il Nothing Phone (3a) Lite rompe questo schema.
Sebbene i materiali siano plastici (o policarbonato di alta qualità), la lavorazione è eccellente. Il retro riprende il linguaggio visivo della serie maggiore, con quella trasparenza controllata che lascia intravedere la componentistica interna — o meglio, la sua stilizzazione estetica. Non c’è la complessa interfaccia Glyph completa dei fratelli maggiori, sostituita da elementi più semplici, ma l’identità del brand è intatta.
L’ergonomia è un altro punto a favore: il telefono si tiene bene in mano, non è scivoloso come le mattonelle di vetro e ha un peso ben distribuito. Confrontandolo direttamente con il CMF Phone 2 Pro, la differenza di percezione è abissale: il CMF sembra un esperimento divertente, il (3a) Lite sembra un prodotto premium. I tasti hanno un click solido, le giunture sono precise. È un telefono che non ti vergogni di appoggiare sul tavolo durante una cena.
Display
Frontalmente troviamo un pannello AMOLED da 6.77 pollici che non ha nulla da invidiare a dispositivi che costano il doppio. La risoluzione è Full HD+, il refresh rate è un fluido 120Hz adattivo e la luminosità di picco arriva a toccare i 3000 nits. Nell’uso reale, sotto la luce diretta del sole, si legge tutto perfettamente.
Ma il vero tocco di classe, quello che gli appassionati noteranno subito, sono le cornici simmetriche. In un mondo Android dove la fascia media è afflitta dal famoso “mento” (il bordo inferiore più spesso degli altri), Nothing riesce a garantire quattro lati identici.
Sembra un dettaglio da poco, ma è fondamentale per l’armonia visiva e l’immersività. I colori sono tarati con gusto, senza quella saturazione eccessiva “effetto wow” che alla lunga stanca la vista, tipica di molti brand concorrenti.
Prestazioni
Il motore sotto il cofano è il MediaTek Dimensity 7300 Pro. Se guardiamo solo i grafici dei benchmark, siamo nella media. Non è un processore nato per stracciare record o per il gaming competitivo estremo. Eppure, l’esperienza d’uso quotidiana è sorprendente.
Qui entra in gioco l’ottimizzazione software. Il telefono non si impunta mai. Le animazioni di apertura e chiusura delle app sono “burrose”, lo scrolling è immediato, il passaggio tra un task e l’altro è gestito senza incertezze. Anche sotto stress, il dispositivo mantiene temperature glaciali, segno di una buona dissipazione.
Abbiamo provato sessioni prolungate di gaming: a patto di non pretendere i dettagli grafici al massimo, il gioco gira fluido e stabile. Per l’utente medio che usa social, mail, navigazione web e streaming, la potenza è sovrabbondante.
Software, il vero valore aggiunto (con un ma)
Nothing OS si conferma, ancora una volta, come una delle migliori interpretazioni di Android sul mercato. Pulita, veloce, esteticamente appagante con il suo font a matrice di punti e i widget proprietari che sono vere opere di design digitale. Non c’è quella pesantezza tipica della MIUI o della OneUI di fascia bassa. Tutto sembra scorrere su binari oliati.
Tuttavia, c’è una nota stonata che dobbiamo segnalare. Per la prima volta, abbiamo notato una presenza di bloatwaresuperiore al passato. Alcune app preinstallate non richieste e suggerimenti di installazione che stonano terribilmente con la filosofia minimalista del brand.
Non siamo ai livelli tragici di altri produttori cinesi che riempiono il telefono di pubblicità, ma è un campanello d’allarme. Nothing ha costruito la sua reputazione sulla purezza: diluirla per qualche accordo commerciale è un rischio enorme.
Fotocamera
Arriviamo al comparto fotografico, dove luci e ombre si alternano in modo drammatico. La fotocamera principale da 50MP (sensore Sony) fa un lavoro onesto, anzi, buono per la fascia di prezzo. Il TrueLens Engine di Nothing lavora bene sull’HDR, bilanciando luci e ombre senza creare quell’effetto artefatto troppo spinto. Di giorno le foto sono nitide, con colori piacevoli; di sera la modalità notte interviene in modo efficace, pur con qualche perdita di dettaglio inevitabile.
Il problema vero, quello che ci fa arrabbiare, è la seconda fotocamera. Una Macro da 2MP. Diciamolo senza giri di parole: questa è spazzatura elettronica. È un sensore inutile, che produce foto sgranate, difficili da mettere a fuoco e qualitativamente inferiori a un crop digitale fatto con la principale. Ma la cosa grave non è tanto la qualità, quanto l’ipocrisia.
Nothing è nata con la promessa di eliminare il “bullshit” tecnologico, prendendo in giro i competitor che montavano sensori inutili solo per scrivere “Quad Camera” sulla scatola. Vedere proprio loro cadere in questo tranello di marketing spicciolo, montando un sensore che serve solo a fare numero, è un tradimento dei loro stessi valori fondanti. Avremmo preferito mille volte una singola fotocamera ottima, senza questa appendice inutile.
Audio: ma davvero mono?
Se la fotocamera macro è un errore filosofico poco rilevante, l’audio è un errore tecnico più significativo. Il Nothing Phone (3a) Lite è Mono. L’audio esce solo dallo speaker posizionato sul lato inferiore.
Nel 2025, su un dispositivo che vanta un display così bello e adatto alla multimedialità, non avere l’audio stereo (sfruttando la capsula auricolare come secondo canale) è difficile da capire. Guardare un video su YouTube tenendo il telefono in orizzontale significa sentire il suono provenire solo da un lato. Giocare a uno sparatutto senza cuffie rende complicato capire da dove arrivano i nemici.
È un’esperienza d’uso “zoppa”, che rompe l’immersione e fa sembrare il dispositivo più vecchio di quello che è. Un risparmio di pochi centesimi che impatta significativamente sulla qualità della vita digitale.
Autonomia
Chiudiamo le note tecniche con un plauso. La batteria da 5000 mAh, abbinata a un processore poco energivoro e a un software ottimizzato, fa miracoli. Durante i nostri test, non siamo mai riusciti a scaricarlo in una sola giornata, nemmeno con utilizzo intenso.
Con un uso medio, si arrivano a coprire quasi due giorni pieni. La ricarica a 33W non è un fulmine di guerra (ci sono competitor che arrivano a 67W o 100W), ma vista l’autonomia mostruosa, è un compromesso accettabile. Ovviamente, come da (triste) tradizione recente, l’alimentatore non è in confezione.
Verdetto: che faccio, lo compro?
Messaggio ricevuto forte e chiaro. Il testo precedente era una “bozza estesa”, ma per MisterGadget.tech serve un long-form che vada in profondità, che svisceri il prodotto e che accompagni il lettore in ogni dettaglio, analizzando non solo il “cosa” ma anche il “perché”.
Ho riscritto l’articolo espandendo ogni sezione, aggiungendo contesto di mercato, dettagli tecnici sull’esperienza d’uso e argomentando le critiche (specialmente su audio e fotocamera) con maggiore severità e analisi. Ora abbiamo una recensione completa, corposa e ricca di sfumature.