Hasselblad Teleconverter per OPPO Find X9 Pro porta lo zoom all'esagerazione (mistergadget.tech)
Ingombro proibitivo e prezzo complessivo oltre 1500€ lo relegano a nicchia ristretta di professionisti. Per chi serve davvero zoom lungo su mobile, è l’unica opzione.
+ Qualità costruttiva degna del nome Hasselblad
+ Risultati fotografici impossibili per uno smartphone
+ Zoom ottico effettivo senza degrado digitale
– Prezzo complessivo molto elevato
Indice
La battaglia per avvicinare gli smartphone alle fotocamere tradizionali è diventata ossessiva. Sensori sempre più grandi, algoritmi computazionali sempre più raffinati, zoom periscopici che superano i 100x digitali. Ma c’è un limite fisico invalicabile: lo spazio. Non puoi infilare vetri ottici da 300mm in uno chassis spesso 8 millimetri, è matematica, non tecnologia. Le lenti hanno bisogno di distanza per piegare la luce, per creare quella compressione prospettica che fa la differenza tra uno zoom digitale ritagliato e una vera fotografia a distanza. Punto.
OPPO ha deciso che questo limite non va aggirato con software, ma affrontato con l’unica soluzione possibile: aggiungere fisicamente quello spazio che manca. Il risultato si chiama Hasselblad Teleconverter, un accessorio nato dalla collaborazione con il marchio svedese per il Find X9 Pro che trasforma lo smartphone in qualcosa di completamente diverso. Un oggetto bizzarro, ingombrante, assolutamente fuori scala rispetto al telefono stesso, ma capace di risultati fotografici che nessun altro smartphone può nemmeno immaginare di ottenere.
Dopo settimane di test, portandolo persino allo stadio per vedere cosa potesse fare con soggetti a decine di metri di distanza, abbiamo capito una cosa: questo non è un accessorio per tutti. Non lo metti in tasca, non lo tiri fuori al volo per uno scatto improvvisato. Ma quando lo usi, capisci immediatamente perché esiste.
Cos’è davvero questo teleconverter
Chiamarlo “accessorio per smartphone” è tecnicamente corretto ma riduttivo. Il Hasselblad Teleconverter è un sistema ottico completo che si aggancia magneticamente al Find X9 Pro, moltiplicando la lunghezza focale della fotocamera periscopica già presente sul telefono. Il kit comprende il convertitore vero e proprio, una custodia rigida che sembra uscita da una valigetta fotografica professionale, un adattatore magnetico che si fissa allo smartphone e un sistema di protezione anteriore per le lenti.
L’oggetto in sé ha dimensioni che stonano completamente con l’idea contemporanea di mobilità. Pesa quasi quanto il telefono stesso, sporge di diversi centimetri e trasforma il tuo flagship sottile in qualcosa che assomiglia più a un mirino da cecchino che a un dispositivo tascabile. La costruzione però è solida, con finiture metalliche e vetri protetti da coating che richiamano l’eredità Hasselblad. Non c’è plastica economica, non ci sono sbavature. Si sente immediatamente che questo è un oggetto pensato per durare e performare.
L’aggancio magnetico funziona sorprendentemente bene. La connessione è solida, non c’è gioco, non ci sono disallineamenti ottici. Una volta agganciato, il sistema riconosce automaticamente il teleconverter e riconfigura l’interfaccia della fotocamera per gestire il nuovo range focale disponibile. È plug-and-play nel senso più letterale possibile.
Il problema principale, quello che rende questo accessorio inadatto alla stragrande maggioranza degli utenti, è proprio la portabilità. La custodia è robusta ma voluminosa. Non entra in nessuna tasca, difficilmente trova spazio in una borsa normale. Devi decidere deliberatamente di portarlo con te, sapendo che occuperà spazio e aggiungerà peso. Non è un accessorio che “magari mi capita l’occasione”, è uno strumento che porti quando hai pianificato di usarlo.
Cosa cambia davvero nelle foto
Passiamo al punto che conta: le immagini. Perché tutto il resto diventa secondario se i risultati fotografici non giustificano l’ingombro e il costo aggiuntivo. La risposta breve è che il teleconverter fa esattamente quello che promette, trasformando il Find X9 Pro in qualcosa che non ha equivalenti nel mondo smartphone.
Abbiamo testato il sistema in vari scenari, ma il banco di prova più significativo è stato allo stadio. Seduti a decine di metri di distanza dal campo, condizioni di illuminazione artificiale, soggetti in movimento rapido. Esattamente il tipo di situazione dove gli smartphone tradizionalmente crollano, costretti a spingere ISO, aumentare tempi di esposizione o affidarsi a zoom digitali che massacrano i dettagli.
Con il teleconverter montato, la differenza è brutale. Lo zoom ottico esteso ti porta vicino all’azione in modo che nessun altro telefono può fare. I dettagli rimangono nitidi, la compressione prospettica delle ottiche lunghe crea quella separazione tra soggetto e sfondo che è firma inconfondibile della fotografia sportiva professionale. Non è magia, è fisica: stai usando vetri veri, con lunghezza focale reale, non algoritmi che cercano di inventare dettagli che il sensore non ha mai catturato.
La qualità delle immagini in condizioni di luce favorevole è semplicemente superiore a qualsiasi zoom digitale, anche quello potenziato da AI. I bordi rimangono definiti, le texture mantengono profondità, i colori non si appiattiscono come succede inevitabilmente quando spingi il crop digitale oltre certi limiti. Certo, stiamo parlando sempre di un sensore da smartphone, non di una reflex con ottiche da migliaia di euro, ma il gap si riduce drasticamente rispetto a un Find X9 Pro usato senza accessori.
In condizioni di luce scarsa la situazione si complica. Il teleconverter aggiunge vetri, quindi riduce la luce che arriva al sensore. Gli ISO salgono, il rumore aumenta, la nitidezza diminuisce. È un compromesso inevitabile, niente di diverso da quello che accade con qualsiasi moltiplicatore di focale in fotografia tradizionale. Rimane comunque utilizzabile, ma i risultati migliori si ottengono con illuminazione adeguata.
Per chi ha senso questo oggetto
Arriviamo alla domanda difficile: chi dovrebbe comprare questo accessorio? Perché il punto è proprio questo, trovare un target coerente per un prodotto così specifico, così ingombrante, così lontano dall’idea di smartphone come dispositivo universale sempre disponibile.
La risposta onesta è che non lo sappiamo con certezza. Gli appassionati di fotografia smartphone probabilmente troveranno l’ingombro incompatibile con l’idea di mobilità che li ha portati a scegliere un telefono invece di una fotocamera dedicata. I fotografi professionisti che hanno bisogno di ottiche lunghe hanno già attrezzatura specifica, probabilmente migliore. I casual user non vedranno mai la necessità di un accessorio del genere.
Resta una nicchia estremamente ristretta: chi vuole la qualità ottica di uno zoom lungo ma ha bisogno dell’ecosistema software dello smartphone, dell’immediatezza nella condivisione, dell’integrazione con applicazioni e workflow mobile. Fotografi di eventi che vogliono un setup secondario più leggero di una seconda body con teleobiettivo. Creator che producono contenuti direttamente da mobile ma non vogliono rinunciare a certi tipi di inquadrature. È un pubblico che esiste, ma è microscopico rispetto alla base utenti totale di smartphone.
Il costo complessivo dell’operazione aggrava ulteriormente la questione. Il Find X9 Pro è già uno smartphone premium, aggiungere il teleconverter porta l’investimento totale a cifre che iniziano a sfiorare quelle di attrezzatura fotografica dedicata entry-level. A quel punto la scelta diventa filosofica: preferisci un sistema integrato e mobile o vuoi la versatilità di ottiche intercambiabili e sensori più grandi?
Gli accessori per Find X9 Pro sono particolarmente curati, dato che esistono anche una cover che lo rende compatibile con i sistemi MagSafe e un battery pack magnetico, a cui si aggiunge anche il teleconvertitore Hasselblad, che rappresenta la proposta più estrema.
Che faccio, lo compro?
Il prezzo del Hasselblad Teleconverter non è ancora ufficiale per il mercato italiano, ma considerando che si parla di un accessorio professionale con marchio Hasselblad e qualità costruttiva da attrezzatura fotografica seria, aspettatevi una cifra a tre cifre abbondante. Sommato al costo del Find X9 Pro, stiamo parlando di un investimento complessivo che supera facilmente i 1500-1700 euro per il sistema completo.
A questo punto il confronto con alternative dedicate diventa inevitabile. Con quelle cifre puoi comprare una mirrorless entry-level con obiettivo zoom decente. Avrai sensore più grande, versatilità maggiore, qualità complessiva superiore. Ma non avrai l’integrazione software dello smartphone, la connettività istantanea, l’ecosistema di app per editing e condivisione immediata. Sono strumenti diversi per workflow diversi.
La verità è che il Hasselblad Teleconverter è un oggetto di confine, un esperimento affascinante che cerca di oltrepassare i limiti fisici degli smartphone senza tradirne la natura mobile. Ci riesce tecnicamente, producendo immagini che nessun telefono standard potrebbe ottenere. Ma lo fa al costo di portabilità, praticità, immediatezza. Diventa un accessorio specialistico per situazioni pianificate, non uno strumento quotidiano.
Se la vostra fotografia smartphone include regolarmente eventi sportivi, concerti, wildlife urbano o qualsiasi situazione dove serve davvero uno zoom lungo ottico, questo è probabilmente l’unico modo per ottenerlo senza portarsi dietro una fotocamera separata. I risultati allo stadio che abbiamo ottenuto non sarebbero stati possibili con nessun altro smartphone, punto. Ma se il vostro uso fotografico è più generalista, l’ingombro e il costo aggiuntivo diventeranno rapidamente ingiustificabili.
OPPO e Hasselblad hanno creato qualcosa di unico, tecnicamente impressionante, forse anche visionario nel cercare di spingere oltre confini considerati invalicabili. È un prodotto di nicchia estrema, ma per quella nicchia specifica rappresenta una soluzione senza alternative equivalenti. Il problema è capire se fate parte di quella nicchia, perché per tutti gli altri rimane un bell’esperimento da osservare da lontano.