Crisi dei chip 2.0: lo scontro tra Cina e Olanda minaccia l'industria automobilistica (mistergadget.tech)
Una disputa politico-commerciale tra Cina e Paesi Bassi per il controllo del produttore Nexperia rischia di bloccare le catene di montaggio globali, con un impatto che potrebbe essere imminente.
I chip e i semiconduttori sono il cuore pulsante di quasi ogni aspetto della nostra vita quotidiana. Dai computer ai veicoli, questi materiali sono vitali per la tecnologia moderna. Questo è stato dolorosamente chiaro pochi anni fa, quando una carenza globale di semiconduttori ha messo in ginocchio diverse aziende automobilistiche. Ora, sembra che un nuovo e grave tumulto, altrettanto ostile per l’industria auto, si profili all’orizzonte. Questa volta, però, la causa non è un problema di domanda o logistica, ma una complessa disputa geopolitica.
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La disputa per Nexperia
Come riportato da Reuters, i governi di Cina e Paesi Bassi sono attualmente ai ferri corti. Il motivo scatenante è stata la decisione del governo olandese di prendere il controllo di Nexperia, un produttore di chip strategico con sede nei Paesi Bassi, ma di proprietà dell’azienda cinese Wingtech. L’Aia ha definito questa azione come una “precauzione” necessaria per proteggere il know-how e le capacità tecnologiche dell’Europa, negando con forza che la mossa sia stata influenzata da pressioni statunitensi.
La risposta di Pechino non si è fatta attendere. Il Ministero del Commercio cinese ha emesso un avviso di rigidi controlli sulle esportazioni, che di fatto impedisce a Nexperia China di esportare “specifici componenti finiti e sottoassiemi prodotti in Cina”, come si legge in un comunicato stampa della stessa Nexperia. Il problema è che questi componenti includono chip fondamentali su cui fanno affidamento moltissime case automobilistiche. Di conseguenza, una carenza globale sembra ormai imminente.
Le case automobilistiche si preparano al disastro
Questo scenario sta già scatenando il panico tra i produttori di veicoli di tutto il mondo, che hanno ben chiara la portata del disastro.
L’Alleanza per l’Innovazione Automobilistica degli Stati Uniti, che rappresenta colossi come General Motors, Toyota, Ford, Volkswagen e Hyundai, ha lanciato l’allarme. Il CEO del gruppo, John Bozzella, ha dichiarato a Reuters che la mancanza di questi chip “sconvolgerà la produzione automobilistica negli Stati Uniti e in molti altri paesi, con un effetto a catena in altri settori”. Alcuni temono che l’impatto sulla produzione possa vedersi già a novembre 2025.
Gli fa eco l’Associazione dei Costruttori di Automobili Giapponesi, i cui membri includono Nissan, Toyota, Honda e Mazda. L’associazione ha avvertito che l’incidente avrà un “grave impatto sulla produzione globale”, poiché i chip in questione sono parti essenziali utilizzate nelle unità di controllo elettronico (ECU).
L’Associazione tedesca dell’industria automobilistica (VDA) è stata ancora più drastica, arrivando a dichiarare che questa situazione potrebbe presto portare a un blocco completo della produzione.
Una corsa contro il tempo
Il tema comune che emerge dalle dichiarazioni di tutte le case automobilistiche è la speranza che il conflitto venga risolto il prima possibile, per il bene dell’industria e di tutto l’indotto.
Al momento, Nexperia sta tentando di trovare soluzioni legali per continuare a operare come di consueto ed evitare che la tragedia colpisca l’industria automobilistica. Non si può che sperare che i suoi sforzi abbiano successo, o che la Cina e i Paesi Bassi raggiungano rapidamente un accordo diplomatico, prima che le catene di montaggio globali si fermino di nuovo.