Elon Musk lancia Grokipedia (mistergadget.tech)
Il fondatore di xAI promette una piattaforma open source e “senza propaganda”, ma le prime pagine mostrano già toni politicizzati e interpretazioni discutibili
Elon Musk non si ferma. Dopo l’integrazione di Grok, il suo assistente AI dentro X (ex Twitter), il miliardario sudafricano ha ufficialmente presentato Grokipedia, definita come “l’alternativa a Wikipedia costruita sull’intelligenza artificiale”. Il progetto, sviluppato dalla sua azienda xAI, mira — almeno nelle intenzioni — a offrire un’enciclopedia libera da “pregiudizi politici e manipolazioni ideologiche”.
La versione 0.1 è stata pubblicata lunedì sera e contiene già oltre 885.000 voci, un numero molto inferiore rispetto ai 7 milioni di articoli di Wikipedia in lingua inglese, ma sufficiente per dimostrare le ambizioni di Musk. In un post su X, l’imprenditore ha promesso che la versione 1.0, in arrivo “a breve”, sarà “dieci volte migliore” e — a suo dire — “già oggi superiore a Wikipedia”.
Il progetto, che Musk ha presentato come “una piattaforma per la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità”, è open source e gratuito, accessibile a chiunque voglia consultarne i contenuti o contribuire al loro sviluppo.
Dalla critica a Wikipedia alla nascita di Grokipedia
Le tensioni tra Musk e Wikipedia non sono nuove. Già nel 2024 il fondatore di Tesla e SpaceX aveva accusato l’enciclopedia collaborativa di essere “controllata da attivisti di estrema sinistra”, invitando gli utenti a smettere di donare alla Wikimedia Foundation.
Secondo Musk, Wikipedia avrebbe perso da tempo la sua neutralità, diventando “una macchina ideologica mascherata da strumento di conoscenza”. Grokipedia nasce dunque come una reazione diretta: un archivio di informazioni gestito da AI generativa, alimentato dal modello linguistico Grok e progettato per “mostrare i fatti senza filtri”.
L’approccio è diverso rispetto a Wikipedia: le voci non vengono scritte da volontari umani ma generate e verificate da un sistema AI, che cita più fonti in ogni pagina e utilizza un sistema di revisione automatica basato su metriche di attendibilità. In teoria, un passo verso una maggiore trasparenza; in pratica, un esperimento che apre un nuovo dibattito sull’uso dell’intelligenza artificiale nella costruzione della conoscenza pubblica.
Prime polemiche: “neutralità” già in discussione
Nonostante le promesse di imparzialità, le prime analisi delle voci di Grokipedia rivelano toni marcatamente orientati.
Nella pagina dedicata allo stesso Musk, l’enciclopedia sottolinea come il miliardario abbia “influenzato il dibattito pubblico” ricevendo “critiche dai media mainstream, a loro volta indicativi di un pregiudizio di sinistra”. La voce su Black Lives Matter parla di “proteste che hanno portato a sommosse e distruzioni di proprietà”, menzionando solo in un secondo momento — e con tono dubitativo — i dati ufficiali secondo cui oltre il 90% delle manifestazioni è stato pacifico.
Perfino la biografia del giornalista conservatore Tucker Carlson descrive il suo ruolo come “centrale nello smascherare i pregiudizi sistemici del giornalismo tradizionale”, citando come fonte un articolo che lo stesso Carlson aveva contribuito a scrivere.
Insomma, per un progetto che si presenta come “antidoto alla propaganda”, il rischio di diventare una piattaforma di contro-propaganda è già evidente.
Wikipedia resta il riferimento, ma la sfida è aperta
Fondata nel 2001, Wikipedia rimane un progetto no-profit basato sul contributo dei volontari e su un principio cardine: il punto di vista neutrale (NPOV). I suoi contenuti vengono costantemente revisionati e aggiornati da una comunità globale di editor, mentre le fonti devono rispettare criteri di verificabilità.
Grokipedia ribalta questo modello: qui l’AI è autore, curatore e revisore, e l’intervento umano si limita alla moderazione dei contenuti generati. È un approccio che solleva interrogativi complessi su bias algoritmici, accountability e controllo dell’informazione.
Al momento, Grokipedia appare più come una vetrina ideologica e tecnologica di xAI che una vera alternativa enciclopedica. Tuttavia, se il sistema di revisione automatica verrà perfezionato, potrebbe diventare un banco di prova cruciale per capire fino a che punto l’intelligenza artificiale può sostituire — o affiancare — la conoscenza collettiva umana.
Tra esperimento tecnologico e battaglia culturale
Il lancio di Grokipedia è stato salutato con entusiasmo da vari esponenti della destra americana, mentre molti osservatori lo vedono come un nuovo capitolo della guerra culturale tra Musk e le grandi piattaforme di informazione online.
Il magnate di X, che negli ultimi mesi ha promosso un’idea di “libertà di espressione assoluta”, sembra ora voler costruire un ecosistema informativo autonomo, dove AI, social e motori di ricerca convergono sotto la stessa filosofia: meno moderazione, più contenuti generati.
Resta da vedere se questa visione porterà a una democratizzazione della conoscenza o a un suo ulteriore frazionamento, in cui la verità dipenderà sempre più da quale algoritmo si sceglie di credere.