
Perché i piloti lasciano la porta della cabina di pilotaggio aperta prima del decollo (mistergadget.tech)
Un gesto che molti passeggeri notano ma raramente comprendono: la porta aperta della cabina di pilotaggio non è una dimenticanza, ma parte di una procedura ben precisa che facilita la comunicazione e la sicurezza prima del volo.
Chi viaggia spesso in aereo avrà sicuramente notato che, durante l’imbarco o lo sbarco, la porta della cabina di pilotaggio è spesso aperta. In molti potrebbe sembrare un controsenso, soprattutto in un’epoca in cui la sicurezza è una priorità assoluta nel settore dell’aviazione. Tuttavia, non si tratta di una svista, bensì di una pratica standard adottata dalle compagnie aeree in tutto il mondo, Italia compresa, per agevolare la comunicazione tra il personale di volo e il personale di terra prima del decollo.
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Una questione di comunicazione, non di sicurezza
Nei minuti che precedono la partenza, il lavoro a bordo di un aereo è particolarmente intenso. I piloti devono coordinarsi con gli addetti al rifornimento carburante, con gli agenti di gate, con il personale di manutenzione e naturalmente con gli assistenti di volo.
Anche se gran parte di queste comunicazioni avviene tramite radio o strumenti dedicati, vedersi di persona permette uno scambio più rapido e preciso di informazioni: condizioni meteo aggiornate, variazioni di piano di volo, numero esatto di passeggeri o peso del carico.

Inoltre, a volte è necessario consegnare documenti o dispositivi direttamente ai piloti, come piani di volo stampati o rapporti tecnici. Per questo motivo, tenere la porta della cabina aperta consente di risparmiare tempo prezioso e ridurre il rischio di errori. Durante queste fasi, gli assistenti di volo restano comunque di guardia per evitare che i passeggeri si avvicinino o interferiscano.
Quando la porta deve essere chiusa
Le normative internazionali in materia di sicurezza — e, per l’Italia, le disposizioni dell’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) e dell’EASA (Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea) — stabiliscono che la porta della cabina di pilotaggio deve essere chiusa e bloccata prima che l’aereo inizi il rullaggio.
Si tratta di una regola introdotta e rafforzata dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, con l’obiettivo di impedire l’accesso non autorizzato al cockpit durante il volo.
Queste porte, oggi, sono costruite con materiali rinforzati e in grado di resistere a impatti estremi, esplosioni e tentativi di forzatura. Su alcuni modelli di aerei è presente anche una barriera secondaria retrattile, una sorta di mini-porta intermedia che si chiude temporaneamente quando il portellone principale viene aperto per consentire l’ingresso di membri autorizzati dell’equipaggio.
E sui voli privati?
Nel caso dei jet privati, la situazione è diversa. Molti velivoli di piccole dimensioni non dispongono nemmeno di una porta che separa la cabina passeggeri dal cockpit, poiché la struttura interna è più compatta e il pilota è spesso in vista.

Tuttavia, i jet di lusso più grandi – spesso derivati da modelli commerciali – mantengono le stesse regole di sicurezza dei voli di linea, con porte blindate e procedure di blocco identiche a quelle previste dalle normative europee.
Un equilibrio tra efficienza e sicurezza
La fase di preparazione al volo è un delicato equilibrio tra operatività e sicurezza. Lasciare la porta del cockpit aperta a terra non è un rischio, ma una necessità per consentire la massima coordinazione tra tutti gli operatori coinvolti.
Appena completate le verifiche e chiuso il portellone d’imbarco, la porta del cockpit viene serrata e sigillata, e rimarrà tale fino a quando l’aereo non sarà parcheggiato nuovamente al gate di arrivo.
In futuro, le compagnie aeree europee potrebbero adottare ulteriori misure di sicurezza “dinamiche”, come barriere automatiche o sistemi biometrici, ma per ora la procedura resta la stessa in tutto il mondo.
Una curiosità per i passeggeri più attenti
Se durante l’imbarco ti capita di intravedere il cockpit, potresti notare i piloti impegnati in una lunga sequenza di controlli: verifica degli strumenti, impostazione delle frequenze radio, lettura delle checklist.
È un momento di grande concentrazione, e anche se la porta è aperta, l’accesso resta rigorosamente vietato. Quella porta aperta, insomma, non è un invito: è solo l’ultimo passo prima che la tecnologia e la precisione prendano il volo.