
iPhone 17 pro ha una nuova struttura in alluminio (mistergadget.tech)
C’è chi pensa di comprare uno smartphone guardando solo la scheda tecnica, contando quanti gigabyte di RAM ci sono o misurando i millimetri dello spessore della batteria. Poi ci sono quelli che invece usano davvero i dispositivi, li testano sul campo, li portano in vacanza, li spremono fino all’ultima goccia di energia. La verità? iPhone 17 Pro appartiene alla seconda categoria: sulla carta può sembrare persino limitato rispetto ad alcuni concorrenti Android che sfoggiano numeri stratosferici, ma quando lo prendi in mano e inizi a usarlo capisci che Apple ha raggiunto un livello di maturità nell’esperienza d’uso che pochi altri riescono anche solo ad avvicinare.
iOS 26 introduce novità interessanti ma necessita ancora ottimizzazione. Per chi cerca l’esperienza d’uso più raffinata del mercato, questo è lo smartphone di riferimento.
+ Autonomia finalmente all’altezza
+ Prestazioni eccellenti
+ Video recording ai massimi livelli
– Peso di 204 grammi
– Apple Intelligence poco incisiva
– Prezzo importante
Indice
Quest’anno Cupertino ha fatto una scelta precisa: distinguere nettamente la gamma Pro dal resto della lineup. L’arrivo di iPhone Air come modello intermedio ha permesso ad Apple di caricare i modelli Pro di funzionalità ancora più esclusive, liberandosi finalmente dall’obbligo di tenere i modelli base troppo vicini.
Il risultato è un iPhone 17 Pro che non si vergogna di mostrare i muscoli, con un design completamente rinnovato che abbandona il titanio per tornare all’alluminio, un sistema fotografico che finalmente raggiunge l’equilibrio perfetto tra versatilità e qualità, e un’autonomia che fa dimenticare l’ansia da batteria scarica.
Certo, il prezzo di partenza di 1339 euro per il taglio da 256GB non è esattamente popolare, ma chi cerca compromessi probabilmente sta guardando nella direzione sbagliata.
Design e costruzione
Il primo impatto con iPhone 17 Pro è straniante per chi arriva dalle generazioni precedenti. Apple ha abbandonato il titanio che aveva caratterizzato la generazione scorsa per tornare all’alluminio, e non si tratta di un passo indietro ma di una scelta funzionale precisa. Il nuovo design unibody permette di gestire meglio il calore grazie a una distribuzione più uniforme attraverso tutta la scocca, e questo si traduce in prestazioni più consistenti durante l’uso intenso.
La prima cosa che salta all’occhio è il modulo fotografico posteriore, che Apple ha trasformato in quello che ormai chiamiamo plateau piuttosto che camera bump. Si estende quasi per tutta la larghezza del dispositivo e crea un effetto bicolore molto particolare con il Ceramic Shield posteriore.
I tre colori disponibili, Argento, Arancione cosmico e Blu profondo, sono resi possibili proprio dal processo di anodizzazione dell’alluminio. Il nostro modello di prova in Arancione cosmico ha un carattere deciso, quasi aggressivo, che rompe con l’eleganza quasi preziosa dei modelli precedenti in titanio.

Gli angoli sono stati leggermente arrotondati rispetto alla generazione scorsa, rendendo la presa più confortevole durante le lunghe sessioni d’uso. Con un peso di 204 grammi per il modello da 6,3 pollici, iPhone 17 Pro non è esattamente un peso piuma, soprattutto se lo si confronta con i 165 grammi di iPhone Air.
Dopo settimane passate con il fratello più leggero, tornare al Pro dà quasi la sensazione di maneggiare un mattone, ma è questione di abitudine. La sostanza giustifica il peso: dentro c’è tecnologia che richiede spazio e massa.
Sul fronte praticità, restano al loro posto tutti i pulsanti ormai familiari: il tasto Azione sul lato sinistro insieme ai controlli del volume, mentre sul destro troviamo il pulsante di accensione e il Camera Control. Quest’ultimo, introdotto con iPhone 16 Pro, non ha ricevuto sostanziali modifiche ma rimane uno strumento prezioso per chi fotografa molto, permettendo l’apertura rapida della fotocamera e lo scatto con un gesto naturale.
La certificazione IP68 garantisce resistenza ad acqua e polvere fino a 6 metri di profondità per 30 minuti, sufficienti per sopravvivere a qualsiasi incidente domestico.
La parte frontale è protetta dal nuovo Ceramic Shield 2, che Apple dichiara ancora più resistente della generazione precedente. Non abbiamo voluto verificarlo lanciando volontariamente il dispositivo contro superfici dure, ma dopo settimane di utilizzo quotidiano, protetto solo dalla splendida cover in Tech Woven, non si nota il minimo segno di usura su nessuna superficie.
Specifiche tecniche
Sotto la scocca batte il cuore di iPhone 17 Pro: il chip A19 Pro, costruito su architettura a 3 nanometri di seconda generazione. La CPU è organizzata in 6 core, di cui 2 ad alte prestazioni e 4 orientati all’efficienza energetica, una configurazione ormai collaudata che Apple perfeziona anno dopo anno.
La GPU sale a 6 core, ciascuno dotato di acceleratori neurali dedicati, e supporta il ray tracing con accelerazione hardware. Il Neural Engine a 16 core si occupa di tutte le operazioni legate all’intelligenza artificiale e al machine learning.
La memoria RAM ammonta a 12GB, un quantitativo che sulla carta può sembrare modesto se confrontato con alcuni flagship Android che raggiungono i 16GB o addirittura i 24GB, ma qui entra in gioco l’ottimizzazione software. iOS 26 gestisce la memoria in modo così efficiente che raramente si avverte il bisogno di più risorse, anche durante multitasking spinto o editing video in 4K. I tagli di storage disponibili sono tre: 256GB, 512GB e 1TB. Chi cerca i 2TB dovrà orientarsi sul modello Pro Max.

Il sistema di connettività è stato completamente rinnovato con l’introduzione del chip Apple N1, progettato internamente per gestire le reti wireless. Supporta il Wi-Fi 7 standard 802.11be con tecnologia MIMO 2×2, il Bluetooth 6, la tecnologia Thread per la smart home e ovviamente tutte le bande 5G sub-6GHz con tecnologia MIMO 4×4. La porta USB-C supporta lo standard USB 3 con velocità di trasferimento fino a 10 gigabit per secondo, DisplayPort per l’uscita video e naturalmente la ricarica rapida.
Il sistema di raffreddamento merita una menzione particolare. Apple ha integrato una camera a vapore che lavora in sinergia con la scocca in alluminio per distribuire il calore in modo uniforme. Durante l’uso intenso, registrando video in 4K a 120fps o durante sessioni di gaming con titoli graficamente impegnativi, il dispositivo si scalda ma mai in modo localizzato. Non si formano punti caldi fastidiosi e le prestazioni rimangono costanti anche dopo lunghi periodi sotto stress.
La batteria agli ioni di litio integrata promette fino a 31 ore di riproduzione video o 28 ore in streaming. Nella realtà quotidiana, con utilizzo misto tra navigazione, social, fotografia e qualche sessione di gaming, si arriva comodamente a fine giornata con margine.
La ricarica via cavo raggiunge il 50% in 20 minuti con un alimentatore da 40W o superiore, mentre tramite MagSafe si ottiene lo stesso risultato in 30 minuti con un caricatore da 30W. Il supporto allo standard Qi2 porta la ricarica wireless fino a 25W, un bel passo avanti rispetto alle generazioni precedenti.
Software
iOS 26 rappresenta il cambiamento estetico più radicale degli ultimi anni per il sistema operativo mobile di Apple. L’introduzione del linguaggio di design Liquid Glass porta un effetto di trasparenza e brillantezza che attraversa ogni angolo dell’interfaccia, dai pulsanti ai widget fino alle notifiche.
L’impatto visivo è innegabile: sembra quasi di toccare superfici di vetro vero piuttosto che pixel su uno schermo. Il problema è che questa ambizione estetica ha portato con sé una serie di compromessi che rendono l’esperienza d’uso meno immediata di quanto ci si aspetterebbe da Apple.
I menu sono diventati più profondi, le opzioni si sono moltiplicate, e quella semplicità cristallina che ha sempre caratterizzato iPhone rispetto ad Android si sta progressivamente perdendo sotto strati di funzionalità sempre più numerose. Non si tratta di un difetto grave, anzi, la completezza del sistema è impressionante.

Ma quel senso di immediatezza, quel poter fare tutto con un paio di tap senza pensare, oggi richiede qualche passaggio in più. Le animazioni a volte vanno a scatti, soprattutto in Apple Maps dopo un po’ di navigazione.
La sensazione è che iOS 26 sia uscito un po’ troppo presto, forse per coprire una fase di stallo nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Apple Intelligence, almeno nella versione europea, aggiunge al momento poco o niente rispetto a quanto già disponibile tramite app di terze parti come Gemini o Perplexity. Siri non è ancora diventata quell’assistente conversazionale e profondamente integrato nel sistema che Apple promette da tempo.
Le funzioni ci sono, alcune anche interessanti come la pulizia delle foto con Clean Up che rimuove oggetti indesiderati in modo sorprendentemente efficace, ma manca quel salto qualitativo che ci si aspetterebbe da un’azienda che ha fatto dell’integrazione hardware-software il proprio marchio di fabbrica.
Detto questo, iOS resta un sistema estremamente affidabile per tutto il resto. La sincronizzazione tra dispositivi Apple funziona in modo trasparente, i biglietti aerei compaiono automaticamente quando serve, Apple Maps impara le tue abitudini e ti suggerisce percorsi intelligenti, la gestione delle notifiche è finalmente matura. E poi c’è l’ecosistema di applicazioni: quando arriva una novità hardware su iPhone, gli sviluppatori sono i primi a supportarla.
La nuova fotocamera frontale Center Stage, per esempio, è già perfettamente integrata in WhatsApp e in tutte le principali app di videochiamata dopo poche settimane dal lancio. Questo livello di supporto semplicemente non esiste su Android, dove le frammentazioni tra produttori e versioni del sistema operativo rendono tutto più complicato per gli sviluppatori.
La gestione della privacy resta un punto di forza. Face ID protegge l’accesso al dispositivo con riconoscimento facciale tridimensionale che funziona in qualsiasi condizione di luce e da diverse angolazioni. Le app devono chiedere esplicitamente il permesso prima di tracciare l’attività su altri servizi.
Le videochiamate FaceTime e i messaggi sono protetti con crittografia end-to-end. Apple Intelligence elabora i dati localmente sul dispositivo quando possibile, garantendo che nessuno, nemmeno Apple stessa, possa accedere alle informazioni personali.
Fotocamera
Il comparto fotografico è probabilmente la ragione principale per scegliere iPhone 17 Pro rispetto ai modelli base o Air. Finalmente, dopo anni di attesa, tutte e tre le fotocamere posteriori montano sensori da 48 megapixel. La fotocamera principale Fusion utilizza un sensore Sony da 48MP con apertura f/1.78 e lunghezza focale equivalente a 24mm. La stabilizzazione ottica su sensore di seconda generazione garantisce scatti nitidi anche in condizioni difficili e contribuisce in modo determinante alla qualità video straordinaria di questo iPhone.
L’ultra-grandangolare Fusion, sempre da 48MP, ha un’apertura f/2.2 e una lunghezza focale di 13mm con angolo di campo di 120 gradi. Utilizza il sistema Hybrid Focus Pixels e può scattare foto macro ad altissima risoluzione da 48 megapixel, un bel passo avanti rispetto alle limitazioni delle generazioni precedenti. La vera novità, però, è il teleobiettivo Fusion da 48MP con zoom ottico 4X.

Parliamo di un’ottica a tetraprisma con apertura f/2.8 e lunghezza focale equivalente a 100mm, stabilizzata otticamente su sensore 3D con autofocus. Questo sensore rappresenta un salto generazionale rispetto ai teleobiettivi precedenti, offrendo una qualità d’immagine che finalmente giustifica il nome Pro.
Ma c’è di più. Sfruttando l’elevata risoluzione del sensore da 48MP e un sistema di elaborazione estremamente raffinato, Apple è riuscita a creare una modalità di zoom 8X che offre risultati di qualità ottica da 12 megapixel con lunghezza focale equivalente a 200mm. Sulla carta sembra un trucco da marketing, un semplice crop digitale mascherato da innovazione.
Nella realtà dell’uso quotidiano, i risultati sono stupefacenti. La stabilizzazione è così efficace che riesce a compensare i movimenti della mano anche a 200mm, una lunghezza focale che normalmente richiederebbe un treppiede. Le immagini mantengono un livello di dettaglio notevole, la nitidezza è convincente e il sistema di elaborazione evita il sovra-affilamento artificiale che spesso rovina le foto scattate con zoom digitali.
Lo zoom ottico totale arriva a 8X in ingresso e 2X in uscita, con un’estensione totale di 16X. Lo zoom digitale spinge fino a 40X, ma qui la qualità degrada rapidamente e ha senso usarlo solo in situazioni di emergenza. Il bello è che tra 0.5X e 8X si ha a disposizione un ventaglio di lunghezze focali che coprono praticamente qualsiasi esigenza fotografica: macro, ultra-grandangolo, grandangolo, teleobiettivo corto e lungo. È come portarsi dietro uno zaino pieno di ottiche, ma tutto dentro un dispositivo che sta comodamente in tasca.

La pipeline di elaborazione delle immagini è stata ulteriormente perfezionata. Il Photonic Engine elabora i dati grezzi provenienti dal sensore utilizzando deep learning per il demosaicing, un processo che ricostruisce i colori partendo dalla griglia di pixel colorati del sensore. Il risultato è un livello di dettaglio naturale superiore, con colori più fedeli e meno artefatti nelle aree complesse.
Il sistema Smart HDR 5 gestisce in modo intelligente le scene ad alto contrasto, mantenendo dettagli sia nelle ombre più profonde che nelle luci più brillanti. I nuovi Stili fotografici permettono di personalizzare il look delle foto direttamente in fase di scatto, ma con la possibilità di modificare successivamente l’intensità dell’effetto senza perdita di qualità.
In condizioni di luce favorevole, le differenze con i migliori concorrenti Android sono minime. Google Pixel e Samsung Galaxy riescono a stare al passo nelle foto statiche. Dove iPhone 17 Pro stacca nettamente la concorrenza è nel video. La capacità di registrare in 4K Dolby Vision fino a 120fps su tutte le fotocamere posteriori, compresa l’ultra-grandangolare, è qualcosa che nessun altro offre a questi livelli.
La stabilizzazione video è semplicemente la migliore del settore: si può camminare, correre, parlare mentre si registra e il risultato finale sembra girato con un gimbal professionale. L’autofocus Dual Pixel PDAF non perde mai il fuoco, nemmeno in condizioni di luce difficili o con soggetti in rapido movimento.
La fotocamera frontale Center Stage da 18 megapixel merita un capitolo a parte. Apple ha montato un sensore dalla forma ottagonale con apertura f/1.9 e stabilizzazione ottica. Questo permette di scattare selfie sia in formato verticale che orizzontale senza ruotare il telefono, semplicemente toccando un pulsante software.
Il sistema Center Stage tiene automaticamente il volto al centro dell’inquadratura, zoomando leggermente quando rileva più persone nella scena. È una soluzione elegante per i selfie di gruppo e per i vlog girati in movimento. La stabilizzazione ottica fa una differenza enorme nella qualità video, riducendo drasticamente il micromosso che affligge le riprese frontali di praticamente tutti gli smartphone.
La modalità Notte funziona su tutte le fotocamere e restituisce risultati impressionanti anche in condizioni di luce scarsissima. Il teleobiettivo 4X, grazie al sensore più grande e alla stabilizzazione avanzata, riesce a catturare dettagli in notturna che fino a poco tempo fa erano impensabili su uno smartphone.
Certo, bisogna attivare ProRAW per ottenere il massimo, e il risultato finale può sembrare un po’ levigato nelle zone d’ombra a causa dell’aggressiva riduzione del rumore, ma si tratta comunque di un salto qualitativo notevole rispetto alla generazione precedente.
Per i professionisti del video, iPhone 17 Pro diventa uno strumento davvero serio. Il supporto a ProRes RAW, Apple Log 2, Academy Color Encoding System e perfino Genlock per sincronizzare più dispositivi durante le riprese multi-camera trasforma questo smartphone in una cinecamera tascabile. Non si tratta solo di marketing: con le app giuste, come Kino o Blackmagic Camera, si possono realizzare produzioni di livello professionale sfruttando codec e profili colore che fino a poco tempo fa erano dominio esclusivo di videocamere dedicate da migliaia di euro.
Batteria
L’autonomia è sempre stata il tallone d’Achille degli iPhone Pro. La necessità di contenere dimensioni e peso, unita a display ad alta risoluzione e processori potenti, ha costretto Apple a scelte conservative sulla capacità della batteria per anni. Con iPhone 17 Pro le cose cambiano finalmente in modo significativo. Apple dichiara fino a 31 ore di riproduzione video o 28 ore in streaming, numeri che sulla carta impressionano ma che vanno sempre verificati nell’uso reale.
Dopo settimane di test intensivi, possiamo confermare che iPhone 17 Pro segna un punto di svolta. Con utilizzo misto tra navigazione social, email, fotografia, qualche video su YouTube e Netflix, sessioni di gaming non particolarmente lunghe e tutto l’ecosistema di notifiche e sincronizzazioni attivo, si arriva comodamente a fine giornata con un margine che oscilla tra il 20 e il 30 percento.
Nelle giornate più impegnative, quelle in cui si scatta e registra video continuamente con il display sempre a luminosità massima, una piccola ricarica del 20-30 percento a metà pomeriggio garantisce di arrivare a sera senza ansie.

Il merito va distribuito tra diversi fattori. Il chip A19 Pro è costruito su un processo produttivo a 3 nanometri estremamente efficiente che riduce i consumi a parità di prestazioni. La batteria fisica è leggermente più capiente grazie a una riorganizzazione interna dei componenti che ha liberato spazio prezioso.
Il nuovo sistema di dissipazione del calore con camera a vapore evita il thermal throttling che nelle generazioni precedenti portava a cali di prestazioni e maggiori consumi quando il dispositivo si scaldava. Il display OLED con refresh rate adattivo ProMotion che varia da 1Hz a 120Hz ottimizza i consumi in base al contenuto visualizzato.
Il sistema di ricarica è stato migliorato. Con un alimentatore da 40W o superiore collegato via USB-C si raggiunge il 50 percento di carica in 20 minuti. Con MagSafe e un caricatore da 30W servono 30 minuti per lo stesso risultato. La ricarica completa via cavo richiede poco più di un’ora.
Il supporto allo standard Qi2 porta la ricarica wireless fino a 25W, finalmente competitiva con i sistemi via cavo di qualche anno fa. Non siamo ancora ai livelli di ricarica rapidissima di alcuni concorrenti Android che raggiungono i 100W o addirittura i 120W, ma il degrado della batteria nel lungo periodo con ricariche così aggressive è un tema che Apple preferisce evitare, privilegiando la longevità del componente.
La gestione energetica di iOS 26 introduce nuove ottimizzazioni che imparano dalle abitudini di utilizzo. Il sistema sa quando di solito carichi il telefono durante la notte e rallenta la ricarica per raggiungere il 100 percento poco prima del risveglio, riducendo lo stress sulla batteria. Sa quando sei in viaggio e ottimizza i consumi riducendo le sincronizzazioni in background non essenziali. Sono piccoli accorgimenti che nel lungo periodo fanno la differenza.
Prezzo e disponibilità
iPhone 17 Pro è disponibile in Italia dal 19 settembre con prezzi che partono da 1339 euro per il modello da 256GB, salgono a 1589 euro per il taglio da 512GB e raggiungono 1839 euro per la versione da 1TB. Chi necessita di 2TB dovrà necessariamente orientarsi su iPhone 17 Pro Max. I tre colori disponibili sono Argento, Arancione cosmico e Blu profondo.
Il prezzo non è certo popolare, ma va contestualizzato. Apple ha eliminato il taglio da 128GB che per anni ha rappresentato un collo di bottiglia fastidioso per chi usa intensamente lo smartphone, portando il taglio da 256GB al prezzo che l’anno scorso aveva quello da 128GB. In pratica, si ottiene il doppio dello storage allo stesso prezzo del modello base della generazione precedente.
Considerando poi che iPhone 17 Air, posizionato sotto il Pro nella gamma, parte da 1239 euro, il differenziale di 100 euro per avere un sistema fotografico completo con teleobiettivo, una batteria più capiente e un chip più potente non sembra poi così irragionevole.

Il confronto con i concorrenti Android rivela che i prezzi si sono ormai allineati. Samsung Galaxy S25 Ultra parte da cifre simili, Google Pixel 10 Pro XL costa praticamente come iPhone 17 Pro ma offre fotocamere principali e ultra-grandangolari inferiori per fare spazio a un teleobiettivo che comunque non raggiunge la qualità di quello di Apple.
I flagship cinesi di marchi come Xiaomi, Oppo o Vivo offrono specifiche tecniche impressionanti a prezzi leggermente inferiori, ma pagano dazio su ecosistema software, supporto a lungo termine e disponibilità sul mercato europeo.
La vera forza di iPhone 17 Pro non sta tanto nel prezzo assoluto quanto nella prospettiva di durata nel tempo. Un iPhone acquistato oggi riceverà aggiornamenti software per almeno cinque anni, probabilmente sei. Manterrà un valore di rivendita elevato anche dopo due o tre anni di utilizzo. L’integrazione con l’ecosistema Apple, per chi già possiede Mac, iPad, Apple Watch o AirPods, aggiunge un valore che è difficile quantificare ma che si percepisce ogni giorno nell’uso quotidiano.
Come funziona iPhone 17 Pro?
Scrivere una recensione di iPhone 17 Pro senza sembrare un comunicato pubblicitario è effettivamente complicato, perché trovare difetti sostanziali in questo smartphone richiede un esercizio di fantasia che ha poco a che vedere con la realtà dell’uso quotidiano. Chi critica Apple accusandola di non innovare più, di proporre ogni anno lo stesso prodotto con miglioramenti marginali, sta guardando solo la scheda tecnica e perdendo completamente di vista l’esperienza d’uso reale.
È vero che iPhone 17 Pro non ha la batteria più capiente del mercato, che la RAM non raggiunge i numeri stratosferici di alcuni concorrenti Android, che sulla carta potrebbero esserci limiti evidenti. Ma basta maneggiarlo per qualche giorno per rendersi conto che Apple ha raggiunto un livello di maturità nell’integrazione tra hardware e software che rasenta la perfezione.
Ogni componente dialoga con gli altri in modo armonioso, il sistema operativo spremi ogni goccia di prestazioni dall’hardware senza sprechi, l’ottimizzazione è così spinta che numeri teoricamente inferiori si traducono in prestazioni superiori nella pratica.
Il sistema fotografico è finalmente completo e bilanciato. Lo zoom ottico 4X offre una qualità eccezionale sia nelle foto che nei video, anche in condizioni di luce complicate. La modalità 8X, che sulla carta sembra un trucco di marketing, restituisce risultati sorprendentemente buoni che rendono accessibili inquadrature prima impossibili.

Se nelle foto Google Pixel e Samsung Galaxy riescono ancora a tenere il passo, nei video iPhone fa semplicemente il vuoto. La stabilizzazione, l’autofocus, la gestione del colore e del contrasto, la possibilità di registrare in 4K Dolby Vision a 120fps su tutte le fotocamere: questo è il livello che i concorrenti devono raggiungere, e al momento nessuno ci riesce.
Il nuovo design in alluminio convince dopo un primo momento di spaesamento per chi arriva dal titanio. La gestione termica è nettamente migliorata, il dispositivo resta utilizzabile anche durante sessioni intense senza rallentamenti o cali di prestazioni. L’autonomia finalmente raggiunge standard degni di un telefono da oltre mille euro, garantendo una giornata piena anche con utilizzo intenso.
iOS 26 è l’unico neo di questa generazione. Il nuovo linguaggio di design Liquid Glass è esteticamente impressionante ma porta con sé una complessità che intacca quella immediatezza che ha sempre caratterizzato l’esperienza iPhone. I bug presenti al lancio sono un segnale che l’aggiornamento sia uscito un po’ troppo presto.
Apple Intelligence, almeno in Europa, aggiunge poco o niente rispetto a quanto già disponibile tramite app di terze parti. Siri non è ancora l’assistente rivoluzionario promesso. Ma questi sono problemi risolvibili via software, e Apple ha tutto il tempo e le competenze per sistemarli nei prossimi mesi.
Chi decide di spendere 1339 euro per iPhone 17 Pro non sta comprando solo uno smartphone. Sta investendo in un dispositivo che rimarrà aggiornato e performante per almeno cinque anni, che manterrà un valore di rivendita elevato, che offrirà un’esperienza d’uso raffinata e coerente giorno dopo giorno.
Non contiene elementi di sorpresa come i pieghevoli di Samsung, non ha numeri da capogiro sulla scheda tecnica come alcuni flagship cinesi, ma offre qualcosa di più prezioso: affidabilità e prospettiva di durata nel tempo che pochi altri produttori possono garantire allo stesso livello.
