
iPhone Air ha uno spessore record (mistergadget.tech)
Viviamo in un’epoca in cui ogni produttore di smartphone gareggia per aggiungere: millimetri di spessore per batterie più capienti, grammi di peso per fotocamere più complesse, layer di tecnologia su tecnologia fino a trasformare i telefoni in piccoli computer tascabili che pesano quanto un romanzo in edizione cartonata. Apple ha deciso di fare esattamente il contrario con iPhone Air, creando uno smartphone che pesa 142 grammi e misura appena 5,5 millimetri di spessore.
+ Autonomia sorprendentemente
+ Qualità fotografica della fotocamera
+ Gestione termica efficace
– Mancanza del grandangolo
– Prestazioni del processore limitate
– Ergonomia “paradossale”, leggero ma scivoloso
Indice
Non è un’evoluzione, è una dichiarazione d’intenti: la leggerezza come filosofia progettuale, anche quando questo significa rinunciare a caratteristiche che fino a ieri consideravamo irrinunciabili. La vera domanda non è se iPhone Air sia il migliore smartphone in circolazione, ma se esista davvero un pubblico disposto ad accettare compromessi così netti in cambio di quella sensazione quasi surreale di impugnare un dispositivo che sembra fatto d’aria.
Design e costruzione
La prima volta che si prende in mano iPhone Air l’effetto è straniante. Non si tratta semplicemente di un telefono leggero, è proprio la percezione tattile che cambia: sembra di maneggiare un prototipo, una demo non funzionante, qualcosa che non dovrebbe contenere batteria, chip, antenne e tutto il resto. I 165 grammi distribuiti su una superficie ampia creano una densità apparente talmente bassa da generare un piccolo cortocircuito cognitivo. Apple ha mantenuto il linguaggio estetico della serie 17, con bordi piatti in alluminio e vetro Ceramic Shield su entrambi i lati, ma tutto è stato assottigliato, alleggerito, ridotto all’osso.

Le curve laterali sono state addolcite rispetto ai modelli Pro, probabilmente per migliorare la presa su un dispositivo così sottile, ma qui emerge il primo paradosso ergonomico: la leggerezza estrema finisce per rendere l’impugnatura meno sicura. Quando si tiene in mano un iPhone 17 standard o un iPhone 17 Pro, il peso stesso del dispositivo aiuta a stabilizzare la presa, mentre con Air c’è sempre una sottile ansia di fondo, la sensazione che possa scivolare via da un momento all’altro. Il risultato pratico è che si finisce spesso a usarlo con due mani, non per necessità funzionale ma per sicurezza psicologica, il che rende meno immediato l’uso in mobilità.
La sporgenza della fotocamera posteriore è vistosa, quasi eccessiva su un corpo così sottile, ma è inevitabile quando si cerca di mantenere una qualità fotografica decente. Sotto quel bump c’è concentrata buona parte dell’elettronica principale, ed è lì che si concentra il calore quando il telefono lavora intensamente, anche se il surriscaldamento non è mai diventato un problema reale nei test quotidiani.
Quello che potrebbe essere il vero problema è che la fotocamera, sporgendo in questo modo, serve da appoggio su qualunque superficie si piazzi il telefono e questo alla lunga potrebbe essere un problema per l’integrità della fotocamera stessa.
Specifiche tecniche
iPhone Air monta il chip A19 Pro, lo stesso dei modelli Pro, ma con una differenza sostanziale: Apple lo fa girare a velocità inferiori per contenere consumi e calore. Parliamo di una CPU a sei core con 2 core ad alte prestazioni e 4 core ad alta efficienza, affiancata da una GPU a cinque core e un Neural Engine a 16 core capace di 35 trilioni di operazioni al secondo. Sulla carta è una potenza di calcolo impressionante, nella pratica quotidiana il chip lavora sempre in modalità conservativa, privilegiando l’efficienza alla velocità bruta.
Lo schermo è un Super Retina XDR OLED da 6,5 pollici con risoluzione di 2736 per 1260 pixel, luminosità di picco a 2000 nit in HDR e supporto ProMotion con refresh rate variabile fino a 120Hz. Anche qui Apple ha operato delle scelte: la luminosità massima in condizioni standard si ferma a 1000 nit, contro i 1200 dei modelli Pro, e la gestione dinamica del refresh rate tende a privilegiare i 60Hz per risparmiare energia. Il risultato è un pannello di qualità eccellente ma gestito in modo conservativo, un pattern ricorrente su questo dispositivo.
La batteria da 3200 mAh (valore stimato, non ufficiale) è la più piccola della serie, ma Apple ha compensato con un’ottimizzazione software aggressiva e con il chip che lavora sempre in modalità risparmio energetico mascherata. La ricarica via cavo arriva a 20W, quella wireless MagSafe a 20W, niente di eccezionale ma coerente con una filosofia che privilegia la durata della batteria stessa rispetto alla velocità di ricarica. La memoria parte da 256GB e arriva a 1TB, con 8GB di RAM che gestiscono senza problemi il multitasking quotidiano.
Software
iOS 26 su iPhone Air è esattamente lo stesso sistema operativo degli altri modelli della serie, ma con alcune differenze sostanziali nella gestione delle risorse. Apple ha implementato una serie di ottimizzazioni specifiche per questo dispositivo, dal throttling dinamico del processore alla gestione intelligente del background delle app, fino a piccoli trucchi come la riduzione automatica della luminosità in determinate condizioni d’uso. L’utente medio non si accorge di nulla, perché queste limitazioni non impattano sulle operazioni quotidiane: aprire app, navigare, gestire la posta, scorrere i social, tutto funziona con la fluidità tipica di iOS.
Apple Intelligence è presente in tutte le sue funzionalità, dalla scrittura assistita alla generazione di immagini tramite Image Playground, dalla trascrizione delle chiamate alle nuove funzioni fotografiche basate su machine learning.
Non si può nascondere che Apple intelligence, al momento, sia la più grande debolezza di questo dispositivo: le funzionalità oggi disponibili sul nostro mercato non sono nemmeno lontanamente paragonabili con ciò che Samsung e Google possono fare con i loro dispositivi, dalla gestione delle chiamate in autonomia sino all’intervento di modifica delle fotografie. Anche l’integrazione con ChatGPT, pur essendo presente, è comunque meno veloce e meno integrata rispetto a ciò che oggi Gemini può fare su un telefono Android.
Il Neural Engine lavora in locale per quasi tutte le operazioni, garantendo privacy e velocità di risposta, anche se alcune funzioni più complesse richiedono qualche decimo di secondo in più rispetto ai modelli Pro. La verità è che nella vita reale questa differenza è impercettibile, a meno di non mettersi a cronometrare le operazioni con lo stopwatch.
L’integrazione con l’ecosistema Apple è perfetta, come sempre: Handoff, Continuity, AirDrop, Universal Clipboard, tutto funziona senza intoppi. Il supporto a eSIM e alle reti 5G è completo, con modem Apple C1X che garantisce connettività veloce e affidabile. WiFi 7 e Bluetooth 5.4 completano un pacchetto di connettività di livello flagship, senza compromessi evidenti rispetto ai modelli più costosi.
La questione diventa interessante quando si parla di Gaming: iPhone Air può far girare qualsiasi gioco disponibile sull’App Store, ma lo fa limitando le prestazioni per evitare surriscaldamenti eccessivi. Resident Evil Village parte senza problemi, ma dopo una decina di minuti il frame rate comincia a calare e il calore si concentra nella parte superiore del telefono. Non è un telefono pensato per sessioni di gioco prolungate, e Apple lo sa benissimo.
Fotocamera
Qui arriva il compromesso più doloroso: iPhone Air ha una sola fotocamera posteriore, un sensore principale da 48 megapixel con apertura f/1.6 e stabilizzazione ottica. Punto. Niente ultra grandangolo, niente teleobiettivo, niente sistema multi-camera. Apple ha scelto di concentrare tutte le risorse su un unico sensore di qualità piuttosto che distribuirle su più fotocamere, ed è una scelta che si paga nel quotidiano. La mancanza del grandangolo è frustrante: quando si vuole inquadrare un gruppo di persone in uno spazio ristretto, o catturare un paesaggio ampio, ci si ritrova a fare passi indietro fisici, un ritorno al passato poco elegante.
La fotocamera principale però fa il suo lavoro in modo eccellente: scatti nitidi anche in condizioni di scarsa illuminosità, gestione del contrasto convincente, colori naturali senza la saturazione artificiale di altri produttori. La modalità Ritratto funziona bene grazie al processamento computazionale, anche se ovviamente non può competere con la profondità di campo naturale di un vero teleobiettivo. I video in 4K a 60fps sono stabili e dettagliati, anche se manca la possibilità di registrare in ProRes o con altri codec professionali.

Il Camera Control, il pulsante fisico dedicato alla fotocamera introdotto con la serie 16, su un telefono così sottile diventa quasi un problema: si schiaccia involontariamente quando si impugna il dispositivo, e capita più spesso di quanto si vorrebbe ammettere. Fortunatamente basta un clic per disattivarlo completamente, ma sarebbe stato meglio un posizionamento più ragionato.
La fotocamera frontale da 18 megapixel è identica a quella degli altri modelli e lavora senza problemi per videochiamate e selfie. Niente di trascendentale, ma perfettamente in linea con gli standard Apple. Il vero tema è che se si scattano decine di foto al giorno, magari per lavoro o per passione, la mancanza di versatilità del sistema fotografico diventa rapidamente frustrante.
Però va ricordato che la selfie cam oggi presenta la funzionalità center stage, per rimanere sempre al centro della scena quando si utilizza la camera per una video chiamata a, così come è presente l’opzione per scattare selfie in orizzontale senza la necessità di ruotare il telefono.
Batteria
La batteria da 3200 mAh (capacità stimata) su carta sembra ridicola per uno smartphone moderno, eppure nella pratica quotidiana riesce a portare a fine giornata con una percentuale residua che oscilla tra il 15 e il 25 percento. Come è possibile? Apple ha implementato una gestione dei consumi talmente aggressiva che ogni singolo componente del telefono lavora al minimo indispensabile. Il processore non esprime mai la sua piena potenza, lo schermo privilegia i 60Hz rispetto ai 120Hz, la luminosità viene ridotta dinamicamente, le app in background vengono congelate più rapidamente del solito.
Tutto questo si traduce in un’autonomia sorprendentemente gestibile per un uso medio: telefonate, messaggi, social media, navigazione web, qualche foto, streaming musicale. In questo scenario standard si arriva a sera senza particolari ansie. Se invece si guardano video per ore, si gioca intensamente o si scattano centinaia di foto, la batteria crolla rapidamente e a metà pomeriggio si è già alla ricerca di una presa di corrente.
La ricarica a 20W non è fulminante ma è sufficiente per recuperare il 50 percento in mezz’ora, e con la ricarica wireless MagSafe a 20W si può mantenere il telefono sempre carico appoggiandolo su un pad durante le pause lavorative. Apple non include il caricatore nella confezione, per ragioni ambientali dichiarate e di margine probabilmente reali, quindi bisogna mettere in conto una spesa aggiuntiva se non se ne possiede già uno compatibile.
Audio
L’audio è probabilmente il difetto più fastidioso di iPhone Air. Apple ha scelto di non implementare un sistema stereo tradizionale con due speaker separati, utilizzando invece la capsula auricolare come secondo canale audio. Il risultato è un audio mono mascherato da stereo, con la capsula che cerca di fare da speaker superiore con risultati discutibili. Il volume massimo è adeguato in un ambiente chiuso, la qualità tutto sommato accettabile per podcast e video casual, se si sta ascoltando in contesto abbastanza silenzioso, ma la spazialità è praticamente inesistente.
Il vero problema emerge in situazioni specifiche: quando si cerca di ascoltare un messaggio vocale di WhatsApp in un ambiente rumoroso, l’istinto è di avvicinare il telefono all’orecchio come durante una chiamata. A quel punto il sensore di prossimità spegne lo schermo e interrompe la riproduzione, creando un loop frustrante in cui si allontana il telefono, lo schermo si riaccende, la riproduzione riprende, si avvicina di nuovo il telefono e il ciclo ricomincia. È una di quelle piccole frustrazioni quotidiane che inizialmente si perdonano ma che col tempo diventano sempre più irritanti.
Per le chiamate vere e proprie non ci sono problemi: la capsula funziona perfettamente, la qualità audio è cristallina e la cancellazione del rumore ambientale lavora bene. Ma per tutto il resto, dalle videochiamate ai contenuti multimediali, l’esperienza audio è chiaramente inferiore a quella di qualsiasi altro iPhone della serie.
Prezzo e disponibilità
iPhone Air ha un prezzo ufficiale di 1239 euro per la versione da 256GB, sale a 1489 euro per i 512GB e raggiunge i 1739 euro per il taglio da 1TB. Sono prezzi allineati a quelli di iPhone 17 standard, che però offre una configurazione più equilibrata con due fotocamere posteriori, audio stereo vero e una batteria più capiente. Il confronto diretto è impietoso: per la stessa cifra si ottiene un telefono più completo e versatile, che rinuncia solo alla leggerezza estrema.

Apple ha posizionato Air come prodotto di nicchia, destinato a chi privilegia forma e peso rispetto alla sostanza tecnica. È disponibile in quattro colorazioni: nero, bianco, celeste, e oro, tutte con finiture opache che minimizzano le impronte digitali. La disponibilità è immediata negli Apple Store e presso i rivenditori autorizzati, anche se i tempi di consegna online tendono ad allungarsi per i colori più richiesti.
La vera domanda è: chi dovrebbe comprare questo iPhone? Non i fotografi, che soffrirebbero la mancanza del grandangolo. Non i gamer, che si scontrerebbero con le limitazioni del processore throttlato. Non chi cerca la massima autonomia, visto che la batteria è al limite. Forse le persone che vogliono semplicemente uno smartphone elegante, leggero, comodo da portare sempre con sé, senza troppe pretese tecniche. Un pubblico esistente ma minoritario.
Come va iPhone Air? E’ un buon acquisto?
iPhone Air è un prodotto difficile da inquadrare, ancora più complicato da consigliare. Sulla carta è pieno di compromessi: audio mono, fotocamera singola, batteria contenuta, prestazioni limitate. Eppure dopo settimane di utilizzo quotidiano continua ad essere lo smartphone che si usa con più piacere, quello che si prende in mano volentieri, che non pesa nella tasca dei pantaloni, che si può usare con una mano senza sviluppare crampi al polso. La leggerezza è una qualità difficile da quantificare ma facile da percepire, e una volta provata diventa difficile tornare indietro.
Il vero problema è che iPhone 17 standard esiste, costa uguale, offre di più e rinuncia solo a quella leggerezza quasi innaturale. Dal punto di vista razionale è l’acquisto più sensato, quello che soddisfa più utenti, quello che ha meno difetti evidenti. Ma se si decide di privilegiare la forma sulla sostanza, la comodità sulla completezza, la leggerezza sulla versatilità, allora iPhone Air ha senso. Non è un telefono per tutti, forse non è un telefono per la maggioranza, ma per chi rientra nel suo target specifico potrebbe essere l’iPhone perfetto.
La domanda vera è: quanto è grande quel target specifico?