
Google Pixel 10 Pro ha una qualità costruttiva, eccellente (mistergadget.tech)
Il mondo degli smartphone premium nel 2025 è diventato un campo di battaglia dove l’innovazione incrementale la fa da padrone. Samsung domina con i suoi Galaxy S25, Apple continua a dettare legge nell’ecosistema iOS, mentre i brand cinesi spingono forte su specifiche tecniche e prezzi aggressivi. Google torna alla carica con il Pixel 10 Pro, uno smartphone che punta tutto sull’intelligenza artificiale e su una fotocamera che promette di trasformare chiunque in un fotografo competente.
La fotocamera con Coach integrato rappresenta una vera innovazione per chi vuole migliorare le proprie competenze fotografiche. Il rapporto qualità-prezzo rimane la nota più dolente in un mercato sempre più competitivo.
+ Camera coach innovativo
+ Display Super Actua luminoso
+ Autonomia superiore alle 30 ore
+ Software pulito
+ 7 anni di aggiornamenti
– Peso elevato per le dimensioni
– Prezzo di listino alto
– Prestazioni benchmark inferiori ad altri flagship
Indice
Design e costruzione
Diciamolo chiaramente: se avevate sperato in una rivoluzione estetica, rimarrete delusi. Il Pixel 10 Pro è praticamente identico al modello dello scorso anno, tanto che potete tranquillamente riutilizzare le cover del Pixel 9 Pro. Google ha scelto la strada della continuità, mantenendo l’iconica barra della fotocamera e le linee generali del design.
Il design Pixel è ormai riconoscibile e distintivo nel panorama Android, e quando qualcosa funziona, perché stravolgerlo? I materiali rimangono di primissima qualità: alluminio di grado aerospaziale per il telaio e vetro Gorilla Glass Victus 2 sia frontalmente che posteriormente. La finitura sul retro è elegante e pratica, riducendo parzialmente le impronte digitali.

Le dimensioni sono compatte per gli standard attuali: 152,8 x 72,0 x 8,6 mm per 207 grammi. Qui emerge il primo compromesso significativo: per uno smartphone da 6,3 pollici, il peso è decisamente importante. Dopo diverse ore di utilizzo quotidiano, la mano inizia a risentirne, specialmente se siete abituati a telefoni più leggeri. La certificazione IP68 garantisce resistenza ad acqua e polvere, mentre la costruzione generale trasmette quella sensazione di solidità che caratterizza i flagship Google.
La scelta cromatica si arricchisce rispetto al passato: oltre ai classici Obsidian e Porcelain, troviamo le nuove colorazioni Moonstone e Jade. Quest’ultima, in particolare, rappresenta una ventata di freschezza in un panorama dominato dal solito nero-bianco-blu.
Display ed esperienza visiva
Il display Super Actua LTPO da 6,3 pollici rappresenta uno dei punti di forza più evidenti del Pixel 10 Pro. La risoluzione 1280 x 2856 pixel (495 PPI) offre una nitidezza cristallina, mentre la luminosità di picco di 3300 nit garantisce una leggibilità perfetta anche sotto il sole diretto dell’estate italiana.
La verità è che Google ha fatto un lavoro eccellente nell’ottimizzazione del pannello. La tecnologia LTPO permette un refresh rate variabile da 1 a 120Hz, adattandosi intelligentemente ai contenuti visualizzati. Durante la navigazione web o lo scrolling sui social, la fluidità è impeccabile, mentre durante la lettura o la visualizzazione di contenuti statici, il sistema riduce automaticamente il refresh rate per ottimizzare i consumi.

I colori sono bilanciati e naturali, senza quelle saturazioni eccessive che caratterizzano alcuni competitor. Il rapporto di contrasto superiore a 2.000.000:1 garantisce neri profondi e bianchi brillanti, rendendo la visione di contenuti HDR un’esperienza davvero appagante. L’audio stereo, seppur non rivoluzionario, supporta adeguatamente l’esperienza multimediale con un buon bilanciamento tra frequenze acute e mediane.
Durante i test di utilizzo intensivo, il display ha dimostrato un’eccellente gestione termica, senza surriscaldamenti eccessivi nemmeno durante lunghe sessioni di gaming o streaming video.
Foto e video
Come funziona la fotocamera di Google Pixel 9 Pro? Qui entriamo nel territorio dove il Pixel 10 Pro mostra davvero i muscoli. Il sistema a tripla fotocamera posteriore rappresenta una delle implementazioni più avanzate mai viste su uno smartphone, e non lo diciamo per retorica marketing.
La fotocamera principale da 50MP con sensore Octa PD da 1/1.3″ e apertura f/1.68 produce immagini di qualità straordinaria. La nuova stabilizzazione ottica migliorata, con il doppio del range di compensazione rispetto alla generazione precedente, rende possibili scatti nitidi anche in condizioni di movimento. Ma è il nuovo ISP (Image Signal Processor) integrato nel chip Tensor G5 a fare la differenza: l’elaborazione delle immagini raggiunge livelli di sofisticazione inediti, con una gestione del rumore e del dettaglio che lascia letteralmente a bocca aperta.

L’ultrawide da 48MP con autofocus e apertura f/1.7 non è il solito sensore di riempimento che troviamo su molti competitor. La qualità rimane elevata anche ai bordi dell’inquadratura, mentre la funzione Macro Focus apre possibilità creative interessanti per la fotografia ravvicinata.
Il vero protagonista è però il teleobiettivo periscopico da 48MP con zoom ottico 5x. Lo Zoom Pro fino a 10x non è solo un numero di marketing: grazie al primo modello di diffusione mai utilizzato nella Camera app di Pixel, il sistema riesce a recuperare e rifinire dettagli che normalmente andrebbero persi con un semplice crop digitale. Ovviamente a 10x serve un treppiede per risultati davvero utilizzabili, ma anche a zoom intermedi la qualità rimane sorprendente.
La fotocamera frontale da 42MP con autofocus e campo visivo ultrawide da 103° permette selfie di gruppo senza sacrificare la qualità. La modalità ritratto, sia frontale che posteriore, beneficia della nuova elaborazione AI con una separazione del soggetto dallo sfondo più precisa e naturale.

Ma la vera innovazione è il Camera Coach. Questa funzione, basata sui modelli Gemini, trasforma il telefono in un vero e proprio tutor fotografico. Mentre inquadri, il sistema analizza la scena e suggerisce miglioramenti per composizione, illuminazione e angolazione. Non si tratta di suggerimenti generici: il Coach valuta specificamente la tua inquadratura e propone alternative concrete. Per chi si avvicina alla fotografia, rappresenta uno strumento didattico di valore inestimabile.
Per quanto riguarda il video, la qualità 8K con Video Boost (esclusiva dei modelli Pro) porta la registrazione smartphone a livelli professionali. La stabilizzazione è eccellente, mentre le modalità cinematografiche come Cinematic Pan e Cinematic Blur aggiungono possibilità creative prima riservate a telecamere dedicate.
Prestazioni e software
Il nuovo processore Tensor G5 rappresenta l’upgrade più significativo mai realizzato da Google nel campo dei processori personalizzati. Realizzato con processo produttivo a 3nm da TSMC, integra una TPU fino al 60% più potente e una CPU mediamente il 34% più veloce rispetto al G4.
I benchmark non sono il punto di forza del Tensor G5. Se cercate i numeri più alti nelle classifiche Geekbench o AnTuTu, questo non è il telefono per voi. Ma l’esperienza d’uso quotidiana racconta una storia diversa. La fluidità dell’interfaccia è totale, il multitasking con 16GB di RAM è gestito senza intoppi, e le applicazioni si aprono con tempi di caricamento rapidi.

Il vero valore del Tensor G5 emerge nell’elaborazione AI. L’integrazione del nuovo modello Gemini Nano permette funzioni completamente on-device che altri smartphone devono delegare al cloud. Magic Cue, ad esempio, analizza i contenuti delle tue app per offrire suggerimenti contestuali intelligenti: se un amico ti chiede l’orario di arrivo del volo, il sistema estrae automaticamente le informazioni dalla mail e propone di condividerle direttamente nella chat.
La gestione termica è migliorata rispetto alle generazioni precedenti. Durante utilizzi intensivi, il telefono tende a scaldarsi leggermente, ma senza mai raggiungere temperature preoccupanti o compromettere le prestazioni.
Android 16 con Material 3 Expressive porta una ventata di freschezza nell’interfaccia. Le animazioni sono più fluide e springy, mentre la personalizzazione raggiunge livelli di profondità impressionanti. La promessa dei 7 anni di aggiornamenti garantisce longevità software raramente vista nel mondo Android.
Il vero peccato è che molte funzioni con intelligenze artificiale, soprattutto quelle che sono connesse all’uso di voce sintetitica attraverso l’intelligenza artificiale sono limitate al territorio anglosassone e non saranno disponibili al lancio in area europea.
Batteria e autonomia
Con una batteria da 4870mAh, il Pixel 10 Pro supera brillantemente la giornata lavorativa standard. Durante i test di utilizzo misto (navigazione, social, fotografia, streaming video), il telefono ha costantemente raggiunto le 30+ ore di autonomia dichiarate da Google.
La gestione energetica del Tensor G5 è visibilmente migliorata: anche durante sessioni fotografiche intensive, tradizionalmente molto dispendiose per la batteria, i consumi rimangono sotto controllo. La modalità Extreme Battery Saver può estendere l’autonomia fino a 100 ore, ovviamente limitando significativamente le funzionalità disponibili.
La ricarica cablata fino a 30W permette di raggiungere il 55% in circa 30 minuti, non male ma non eccezionale per gli standard attuali. Più interessante la novità Pixelsnap: la ricarica wireless Qi2 fino a 25W con aggancio magnetico apre possibilità interessanti per accessori e supporti. Il sistema funziona anche con le cover ufficiali Google, garantendo un aggancio sicuro e una ricarica efficiente.
Che faccio, lo compro?
Arriviamo al punto dolente: 1099€ per la versione base da 128GB sono tanti, anzi tantissimi. Il mercato offre alternative convincenti a prezzi inferiori, e Google fatica a giustificare il premium richiesto quando competitor come OnePlus, Xiaomi o Samsung offrono specifiche tecniche superiori a prezzi più contenuti.
La verità è che il Pixel 10 Pro si rivolge a una nicchia specifica: utenti che apprezzano l’esperienza software Google, la qualità fotografica superiore e le funzioni AI esclusive. Per tutti gli altri, il prezzo rimane un ostacolo significativo.
Il Google Pixel 10 Pro è uno smartphone che divide, per alcuni versi, mentre a noi piace moltissimo. Chi cerca l’ultimo grido in termini di potenza bruta o design rivoluzionario rimarrà probabilmente deluso. Ma per gli utenti che apprezzano un’esperienza fotografica superiore, un software raffinato e funzioni AI davvero utili, rappresenta una scelta convincente.
Il Camera Coach da solo giustifica parte del premium richiesto: trasformare il telefono in un tutor fotografico personale è un’idea brillante che altri produttori copieranno sicuramente. L’autonomia eccellente e il display di qualità completano un pacchetto solido, anche se non rivoluzionario.
Il prezzo rimane il principale ostacolo alla diffusione. A 1099€, il Pixel 10 Pro si posiziona in una fascia di mercato affollata dove ogni euro conta. Google avrebbe dovuto osare di più sul design o essere più aggressiva sul prezzo per conquistare quote di mercato significative.
In definitiva, si tratta di un ottimo smartphone per una nicchia specifica di utenti. Se fate parte di quella nicchia, difficilmente rimarrete delusi. Per tutti gli altri, valutate attentamente se le peculiarità del Pixel giustifichino il sovrapprezzo rispetto alle alternative disponibili.