
Verrà rimosso dalle auto, ormai non ci sono dubbi
Sembra uno scenario inverosimile, eppure per l’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), questa prospettiva è un campanello d’allarme.
Si parla della radio, che progressivamente scomparirà dalle vetture. Alcune case automobilistiche hanno già iniziato a produrre veicoli privi del sintonizzatore radio tradizionale, sia FM che DAB. Al posto della cara vecchia autoradio, troviamo interfacce USB e display multifunzione pensati per l’integrazione con dispositivi esterni e piattaforme di streaming. Questa tendenza solleva interrogativi cruciali sulla tenuta del servizio radiofonico come lo conosciamo.
Massimiliano Capitanio, commissario dell’AGCOM, ha acceso i riflettori su questo fenomeno, definendolo un pericolo “sottovalutato”. Un dato che evidenzia la centralità di questo mezzo nel quotidiano di milioni di persone. Come i lettori CD, progressivamente estromessi dalle vetture, anche l’autoradio rischia di diventare un ricordo, vittima di una spinta inarrestabile verso la digitalizzazione.
Addio alla radio: sparirà dalle auto
Capitanio sottolinea che la radio è una fonte di informazione gratuita e accessibile, capace di raggiungere tutti, anche in assenza di connessione internet o in aree remote. La sua eliminazione dalle auto potrebbe creare una frattura nell’accesso alle notizie, escludendo milioni di persone da un canale diretto e indipendente, fondamentale in un’epoca di informazioni sempre più filtrate da algoritmi e logiche commerciali. La radio, infatti, trasmette contenuti editoriali curati da redazioni, non influenzati dall’online. È un presidio di democrazia, un mezzo che offre dibattiti e voci plurali senza intermediazioni da parte dei colossi del tech.

C’è un aspetto ancora più decisivo di cui dobbiamo tenere conto: la radio è uno dei pochi strumenti informativi che continua a funzionare anche in situazioni di emergenza, come blackout elettrici o interruzioni della connessione internet. In questi scenari, le trasmissioni FM diventano spesso l’unico canale attivo per comunicare con la popolazione, diffondere avvisi importanti e coordinare i soccorsi. Per questo motivo, Capitanio ha giustamente definito le reti radiofoniche un “presidio di certezza, come backup infrastrutturale necessario per le nostre democrazie”.
Il dibattito è già arrivato in Parlamento, dove si stanno valutando possibili interventi legislativi per garantire la presenza obbligatoria di almeno la tecnologia FM o DAB nelle nuove auto vendute in Italia. L’AGCOM ha già inviato una segnalazione formale al Governo, supportata da dati significativi: nel 2024, oltre 14 milioni di ricevitori DAB+ erano in uso in Italia, prevalentemente su auto e mezzi commerciali, rappresentando circa il 35% del parco auto privato. Questo evidenzia una penetrazione molto più alta rispetto ai ricevitori domestici (inferiore al 15%), sottolineando l’importanza dell’autoradio nel contesto nazionale.