Il tuo computer consuma energia anche da spento? Scopri quanto e come risparmiare (MisterGadget.tech)
Molti non ci pensano, ma PC e laptop continuano a incidere sulla bolletta elettrica anche quando non li usiamo attivamente. Vediamo insieme quanto “pesano” questi consumi nascosti e come ridurli efficacemente.
Vi è mai capitato di notare un inspiegabile, seppur lieve, aumento della vostra bolletta elettrica mensile? Individuare la causa può essere complicato, poiché numerosi dispositivi domestici, alcuni dei quali insospettabili, contribuiscono al consumo energetico complessivo. Se i principali indiziati per gli aumenti improvvisi dei costi sono spesso gli impianti di riscaldamento e condizionamento (motivo per cui molti optano per termostati intelligenti), anche i nostri computer possono rappresentare una fonte significativa di consumo, persino quando apparentemente inattivi.
È risaputo che i computer assorbono una notevole quantità di energia durante l’uso. Ad esempio, un laptop in piena attività può consumare dai 40 ai 70 watt (o più per modelli da gaming performanti), mentre un PC desktop, specialmente se assemblato per il gaming con componenti di ultima generazione, può superare facilmente i 500-600 watt sotto carico. Ma la vera sorpresa per molti è scoprire che anche quando il PC è spento, se rimane collegato alla presa elettrica, continua a consumare energia. Questo fenomeno, noto come “consumo fantasma” o “standby power”, è dovuto al fatto che alcuni componenti, come l’alimentatore e la scheda madre, rimangono parzialmente attivi per consentire, ad esempio, l’accensione rapida, il Wake-on-LAN o l’alimentazione delle porte USB. Misurazioni empiriche effettuate da utenti e test specializzati indicano che un PC desktop spento ma collegato può assorbire dai 2 ai 5 watt, o talvolta anche di più a seconda dell’età e della componentistica.
Calcolare con esattezza l’impatto economico è complesso, poiché entrano in gioco numerose variabili. Come è facile intuire, un potente PC da gaming equipaggiato con uno dei più recenti processori e una scheda grafica di fascia altissima come una NVIDIA GeForce RTX della serie 50 (ad esempio, un’ipotetica RTX 5090 che da sola potrebbe assorbire oltre 500 watt a pieno regime), avrà un consumo e quindi un costo di esercizio ben maggiore rispetto a un laptop ultrabook progettato per la videoscrittura e la navigazione web.
Inoltre, le abitudini di utilizzo sono un fattore determinante. Il numero di ore giornaliere in cui il PC è acceso, l’attivazione o meno delle funzioni di risparmio energetico e il tipo di software utilizzato (pensate alla differenza tra l’editing video 4K/8K e la semplice stesura di un documento) incidono profondamente.
Infine, il costo dell’energia elettrica varia sensibilmente in base al proprio contratto, al fornitore e alle fluttuazioni del mercato. Ipotizzando un costo medio dell’energia in Italia che, per esempio, si attesti intorno a 0,20-0,25 € per chilowattora (kWh) – valore puramente indicativo e soggetto a variazioni – possiamo fare alcune stime. Un PC che consuma 4 watt da spento, per un intero anno (8760 ore), accumulerebbe circa 35 kWh, con un costo aggiuntivo in bolletta di circa 7-9 €. Se a questo si somma il consumo di un monitor e di altre periferiche anch’esse in standby, la cifra può aumentare. Per un utilizzo attivo, un test condotto da testate specializzate su un PC di fascia media usato per navigazione, documenti e gaming leggero ha rilevato un consumo settimanale di circa 10-12 kWh, che si tradurrebbe in un costo annuale significativo.
Fortunatamente, esistono diverse strategie per minimizzare l’impatto del computer sulla bolletta elettrica:
Adottando queste semplici abitudini e configurazioni, è possibile ridurre significativamente il consumo energetico del proprio computer, con un impatto positivo sia sulla bolletta elettrica che sull’ambiente.
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