Caricabatterie del telefono attaccati alla presa: consumano energia anche quando non ricaricano? (mistergadget.tech)
Lasciare il caricatore sempre collegato è una comodità per molti, ma questa abitudine ha un costo nascosto per il portafoglio e per l’ambiente? Facciamo chiarezza.
Senza i caricabatterie, i nostri amati smartphone sarebbero poco più che eleganti fermacarte rettangolari. Il ruolo che questi accessori essenziali svolgono per la funzionalità dei nostri dispositivi è indiscutibile, così come la loro facilità d’uso e comodità. Per rendere le cose ancora più semplici, molti scelgono di tenere il caricabatterie del telefono collegato alla presa elettrica tutto il giorno, anche quando non è in uso, consentendo un rapido accesso quando arriva il momento di ricaricare il dispositivo. Ma questa pratica sta davvero gonfiando la bolletta elettrica?
In verità, l’energia consumata da un caricabatterie per telefono inattivo (in standby) è generalmente minima.Similmente ad altri piccoli apparecchi elettronici, la maggior parte dei caricabatterie moderni rimane attiva per rilevare quando un dispositivo viene collegato per la ricarica. Quando è inserito in una presa e non sta caricando attivamente, un caricabatterie consumerà una piccola quantità di energia, spesso indicata come “consumo fantasma” o “vampire power”, che per i modelli più recenti ed efficienti si attesta generalmente tra 0,1 e 0,5 watt.
Questo consumo, seppur piccolo per un singolo caricatore, può variare. Per dare un’idea, un caricabatterie che consuma 0,25 watt costantemente acceso per un mese intero (circa 720 ore) consumerebbe 180 Wh (0,18 kWh). Considerando un costo medio dell’energia elettrica in Italia che può oscillare (ad esempio, attorno a 0,15-0,25 €/kWh, ma soggetto a forti variazioni di mercato e tipologia di contratto), l’impatto di un singolo caricatore sulla bolletta mensile sarebbe nell’ordine di pochi centesimi di euro.
Solo perché il caricabatterie del tuo telefono non incide pesantemente sulla bolletta non significa che lasciarlo sempre collegato sia una buona abitudine. È probabile che in casa non ci sia un solo caricabatterie, ma piuttosto diversi, collegati contemporaneamente per i vari dispositivi di tutti i membri della famiglia. Nel tempo, questo “spreco” cumulativo può avere conseguenze che vanno oltre il mero costo economico.
Non tutti i caricabatterie sono uguali, e questo può influire notevolmente sul loro consumo energetico in standby. È stato riscontrato che i caricabatterie economici, di bassa qualità o non originali possono consumare molta più energiarispetto a quelli forniti dal produttore del telefono o di marchi affidabili. Alcuni caricabatterie più vecchi o di dubbia provenienza possono anche rivelarsi pericolosi: il rischio di surriscaldamento e, in casi estremi, di incendio, non è da sottovalutare se lasciati collegati per periodi prolungati. A ciò si aggiungono le preoccupazioni ambientali: l’energia sprecata, anche se minima per singolo dispositivo, su scala globale contribuisce a inutili emissioni di CO2, dannose per il nostro pianeta.
Il modo più semplice per contrastare questo spreco è prendere la buona abitudine di scollegare il caricabatterie quando non è in uso. Tuttavia, anche i produttori hanno introdotto soluzioni per mitigare questi problemi. I caricabatterie moderni spesso integrano funzioni di standby più efficienti o meccanismi di protezione. Inoltre, sono ampiamente disponibili multiprese (o “ciabatte”) con interruttori individuali per ogni presa, che permettono di interrompere facilmente l’alimentazione ai caricatori non utilizzati. Un’altra opzione tecnologica sono le prese smart (o intelligenti),che consentono di controllare e programmare l’alimentazione dei dispositivi collegati direttamente dal proprio smartphone, ottimizzando i consumi.
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