Richard Stallman: il paladino della libertà digitale

Maria Grazia Cosso5 Maggio 2024
Richard Stallmann

Per la nostra rubrica settimanale dei ritratti alle personalità che hanno plasmato il mondo informatico e tech che oggi conosciamo, conosciamo la storia di Richard Stallman. Dal manifesto GNU alla Free Software Foundation, scopriamo come ha perseguito i suoi ideali e conosciamo meglio la sua storia.


Benvenuti nella nuova sezione “Ritratti” di MisterGadget.Tech, un’entusiasmante esplorazione dei grandi personaggi che hanno plasmato la storia della tecnologia. In questa sezione, vi condurremo in un affascinante viaggio attraverso le vite e le realizzazioni di geni innovatori, visionari che hanno lasciato un’impronta indelebile nel mondo della tecnologia. Dai pionieri dell’informatica ai visionari dell’elettronica, ogni “Ritratto” sarà un’immersione approfondita nella vita e nel lavoro di coloro che hanno contribuito in modo significativo a plasmare il nostro presente tecnologico. Un omaggio a menti brillanti e a idee rivoluzionarie, “Ritratti” celebra il passato, presente e futuro dell’innovazione tecnologica. Ogni settimana un nuovo ritratto.



Mentre Stallman è considerato il padre del software libero, abbiamo visto precedentemente come Linus Torvalds sia noto per lo sviluppo del kernel Linux. Le due personalità vanno di pari passo e non si può citare l’uno senza l’altro, essendo così interconnessi. Sebbene i loro approcci possano differire in alcuni aspetti, entrambi condividono l’impegno per la creazione di software libero e accessibile.

Chi è Richard Stallman?

Richard Matthew Stallman, conosciuto anche come RMS e Saint IGNUcius, è un programmatico americano, hacker e attivista che ha dedicato la sua vita alla promozione del software libero e alla difesa della libertà digitale. Considerato una figura iconica nel mondo dell’informatica ed un personaggio controverso, l’influenza di Stallman è stata determinante nel plasmare il panorama del software moderno e nell’ispirare generazioni di attivisti e sviluppatori.

Richard Stallman
Fonte: The Boston Globe

Nato a New York nel 1953, Stallman ha sviluppato un precoce interesse per i computer fin dalla tenera età. All’età di 15 anni, iniziò a programmare su un IBM 360, esperienza che lo spinse a intraprendere gli studi di Fisica presso l’Università di Harvard. Tuttavia, la sua passione per l’informatica lo portò a dedicarsi al Laboratorio di Intelligenza Artificiale del MIT, dove iniziò a collaborare a svariati progetti software.

La nascita del software libero e la fondazione GNU

Fu proprio al MIT che Stallman si imbatté in un problema che lo avrebbe segnato per sempre: la restrizione dell’accesso al software e ai suoi codici sorgente. Frustrato da questa limitazione, che ostacolava la collaborazione e la condivisione della conoscenza, Stallman decise di avviare il progetto GNU nel 1983. L’obiettivo era quello di creare un sistema operativo completo e libero, alternativo ai sistemi proprietari dominanti all’epoca.

GNU

Il progetto GNU diede vita al movimento del software libero, basato sulla filosofia che il software dovrebbe essere liberamente accessibile, modificabile e redistribuibile senza restrizioni. Stallman fondò la Free Software Foundation (FSF) nel 1985 per promuovere questa filosofia e supportare lo sviluppo del software libero. Il nome del sistema, GNU è un acronimo ricorsivo che significa “GNU’s Not Unix” (GNU Non è Unix)—un modo per rendere tributo alle idee tecniche di Unix e, al contempo, sottolineare la differenza dallo stesso. Tecnicamente GNU è simile a Unix, ma a differenza di Unix, GNU conferisce libertà ai propri utenti.

La soluzione di Richard Stallman al problema della stampante proprietaria

La nascita di questa frustrazione alle restrizioni e la conseguente creazione di qualcosa di così importante, fu dovuta ad uno strumento presente in quasi tutte le nostre case e che non penseremmo mai abbia così tanta importanza. Una stampante.

Durante i suoi anni universitari, Richard Stallman si trovò ad affrontare un problema comune: la stampante condivisa del suo dipartimento si inceppava frequentemente, causando frustrazione e rallentamenti per tutti gli utenti. Ogni inceppamento richiedeva l’intervento manuale di qualcuno che, notando la spia luminosa lampeggiante, si alzasse per risolvere il problema.

Stallman, da abile programmatore qual era, decise di escogitare una soluzione ingegnosa. Modificò il driver della stampante, il software che permette ai computer di comunicare con essa, in modo da inviare automaticamente un’email all’utente che aveva inviato il lavoro di stampa interrotto. In questo modo, la persona responsabile del blocco era immediatamente informata e poteva intervenire tempestivamente per risolvere il problema, senza bisogno di attendere l’intervento di altri.

Il dipartimento decise però di cambiare la stampante, e Stallman cercò il modo di operare la stessa modifica. Ma non trovò il codice sorgente del driver. Il codice sorgente è un testo che descrive il funzionamento di un programma qualsiasi. Solo avendo il codice sorgente è possibile modificare un programma. Stallman telefonò al produttore della stampante e gli venne detto che il driver era “proprietario”, ovvero a sorgente chiuso, e non c’era dunque modo di mettervi mano.

L’episodio della stampante inceppata rappresenta un aneddoto interessante nella vita di Stallman, che diede vita a tutta la serie di considerazioni che portò poi alla creazione del manifesto e della FSF.

Emacs e GCC: strumenti indispensabili per la programmazione

Tra le sue più importanti creazioni, Stallman sviluppò l’editor di testo Emacs nel suo periodo ad Harvard, assieme a James Gosling (che in seguito ha sviluppato Java). Ancora oggi ampiamente utilizzato da programmatori e sviluppatori, l’editor di testo è scritto nel linguaggio di programmazione C. Emacs si distingue per la sua flessibilità e personalizzazione, offrendo un ambiente di lavoro potente e versatile.

Un altro contributo fondamentale di Stallman è stato il compilatore GCC (GNU Compiler Collection), che supporta una vasta gamma di linguaggi di programmazione e costituisce uno strumento essenziale per lo sviluppo software.

Infine gli dobbiamo l’invenzione nel 1985 del concetto di copyleft. Si tratta di sorta di licenza che consente la libera modifica e distribuzione del software, ma obbliga le versioni derivate a rimanere sotto la stessa licenza aperta. Fu inizialmente implementato nella GNU Emacs General Public License, e nel 1989 fu distribuito il primo programma indipendente sotto licenza GPL.

Una vita sui generis

Oltre al suo impegno per il software libero e la libertà digitale, Stallman è conosciuto per la sua personalità eccentrica e il suo stile di vita frugale. Vegetariano da sempre, Richard Stallman vive in un appartamento modesto e si sposta spesso in bicicletta. È un grande appassionato di musica classica e un abile pianista.

È noto l’episodio in cui subito dopo la morte di Steve Jobs, Richard Stallman ha pubblicato un articolo sul suo blog personale usando parole molto dure ma che descrivono appieno la sua filosofia.

Steve Jobs, il pioniere dei computer costruiti come belle prigioni, progettati per togliere alle persone le loro libertà digitali, è morto. […] Non sono contento che sia morto, ma sono contento che se ne sia andato. Nessuno merita di morire […] ma tutti meritiamo la fine dell’influenza maligna di Jobs sui computer.


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Attivismo e difesa della libertà digitale

Oltre al suo lavoro tecnico, Stallman è un instancabile attivista che si batte per la libertà digitale e la privacy degli utenti. Nel 1999 pubblicò “The Free Universal Encyclopedia and Learning Resource”, un documento che chiedeva la creazione di un’enciclopedia open-source. Quasi subito dopo aver creato il Progetto GNUpedia, è apparso un altro progetto di enciclopedia open-source, Nupedia, il predecessore di Wikipedia, che ha adottato la GNU Free Documentation License, per cui il lavoro del Progetto GNUpedia è confluito in Nupedia.

Stallman ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui il MacArthur Fellowship, il Premio Erasmus e il Premio Léopold-Sédar-Senghor per la cultura digitale. È stato inoltre inserito nella National Inventors Hall of Fame e nella Internet Hall of Fame. Ha tenuto conferenze in tutto il mondo e partecipato a manifestazioni per sensibilizzare il pubblico sui pericoli del software proprietario e delle pratiche monopolistiche delle grandi aziende tecnologiche.


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