Samsung Galaxy Z TriFold: le differenze con gli altri foldable dell'azienda (mistergadget.tech)
Il nuovo Galaxy Z TriFold introduce tre pannelli, due cerniere e un display da 10 pollici. Ecco come si differenzia dai precedenti Galaxy Z Fold e quali compromessi comporta.
Samsung lavora sui dispositivi pieghevoli da anni, con un approccio ormai consolidato: un telefono che si apre come un libro, diventando un piccolo tablet. L’arrivo del Galaxy Z TriFold rappresenta l’estensione naturale — ma più ambiziosa — di questa idea. Si tratta del primo tri-fold commerciale dell’azienda, un telefono composto da tre segmenti di display collegati da due cerniere. Da aperto offre uno schermo da 10 pollici; da chiuso si riduce alle dimensioni di uno smartphone più spesso del normale.
Una richiesta rimasta costante fin dal primo Galaxy Fold — “un vero tablet che si piega” — diventa finalmente un prodotto destinato al mercato consumer.
Come si distingue dai precedenti Galaxy Z Fold
Chi ha usato un Galaxy Z Fold riconoscerà l’impostazione generale: un display esterno e un pannello interno più ampio. La differenza strutturale sta però nella divisione del display: mentre i modelli precedenti utilizzavano un unico pannello flessibile, il TriFold adotta tre sezioni distinte e due cerniere.
Una volta aperti, i tre segmenti si allineano formando un unico schermo da 10 pollici. Quando si richiude, tutto collassa verso l’interno fino a raggiungere la forma di un telefono da 6,5 pollici.
Il concetto del Fold viene dunque ampliato: se il Fold raddoppia la superficie utile, il TriFold la triplica. Questa scelta introduce nuove sfide ingegneristiche:
– allineamento delle cerniere,
– uniformità dei pannelli,
– gestione delle pieghe,
– resistenza strutturale complessiva.
Samsung dichiara di aver riprogettato il sistema delle cerniere utilizzando due binari in titanio, pensati per ridurre il gioco meccanico e minimizzare gli spazi tra i pannelli ripiegati. Resta da verificare sul lungo periodo quanto queste soluzioni funzioneranno nell’uso quotidiano.
Il dispositivo mantiene comunque una caratteristica tipica della serie Fold: la chiusura verso l’interno, che evita che il display interno rimanga esposto. Una differenza netta rispetto al tri-fold di Huawei, che lascia parte del pannello interno all’esterno, richiedendo maggiore attenzione e protezioni più robuste.
Che cosa vuole essere il TriFold
L’intento alla base del TriFold è chiaro: Samsung si rivolge a chi utilizza lo smartphone come un computer tascabile. Un Fold tradizionale consente già un multitasking adeguato, ma lo schermo da 10 pollici del TriFold porta l’esperienza a un livello superiore.
È possibile affiancare due app con spazio sufficiente e utilizzare tre applicazioni contemporaneamente in una modalità che richiama quella degli smartphone. L’interfaccia della One UI è stata ripensata per sfruttare questa configurazione più ampia: in File Manager, ad esempio, è possibile visualizzare contemporaneamente la cartella principale, la sottocartella e i file contenuti, con un layout più simile a quello dei PC.
La novità più significativa è l’abilitazione di Samsung DeX direttamente sul telefono, senza monitor o TV esterni. Una caratteristica che potrebbe trasformare il TriFold in un dispositivo autonomo per produttività e gestione documentale.
Per sostenere questo carico, Samsung commercializza il modello con 16 GB di RAM, una dotazione pensata per mantenere attive più app e gestire i modelli AI integrati.
I compromessi sono evidenti
Il nuovo design porta con sé una serie di compromessi rispetto ai Fold tradizionali. Il dispositivo è più pesante e più spesso. Nonostante i soli 3,9 mm di spessore da aperto, la struttura a tre segmenti rende il TriFold decisamente voluminoso una volta ripiegato due volte. Il peso di circa 309 grammi supera quello della maggior parte dei top di gamma e persino di alcuni tablet compatti. L’aumento è inevitabile: più pannelli e più cerniere comportano maggiore massa.
Il display presenta due pieghe, non una. Sebbene Samsung abbia lavorato sulla riduzione della visibilità delle linee, un tri-fold introduce inevitabilmente transizioni più marcate tra i segmenti. Solo i test prolungati diranno quanto siano percepibili nell’uso quotidiano.
Manca inoltre il supporto alla S Pen, una scelta sorprendente per un dispositivo che può diventare un tablet a pieno titolo. La limitazione potrebbe essere dovuta alla complessità strutturale del terzo pannello e alle ridotte tolleranze interne necessarie per integrare il digitizer.
Il lancio sarà limitato: si parte dalla Corea, con disponibilità successiva in alcune regioni selezionate. Il prezzo non è ancora stato comunicato, ma sarà superiore a quello del Galaxy Z Fold.
Sul fronte tecnico, non ci sono compromessi:
– Snapdragon 8 Elite for Galaxy,
– fino a 16 GB di RAM,
– display interno Dynamic AMOLED da 10 pollici a 120 Hz,
– display esterno da 6,5 pollici a 120 Hz,
– batteria da 5.600 mAh, necessaria per alimentare tre pannelli,
– sistema fotografico con sensore principale da 200 MP, più ultrawide e teleobiettivo.
Il tutto su Android 16 con One UI 8 e pieno supporto alle nuove funzionalità Galaxy AI.