Tesla cede alla pressione? Le indiscrezioni su Apple CarPlay e la reazione (scontata) degli automobilisti (mistergadget.tech)
Il colosso di Elon Musk, storicamente restio all’integrazione di software esterni, starebbe per aggiungere il supporto a CarPlay, spinto dal calo delle vendite e dalle richieste inascoltate.
Quando si sale a bordo di un’auto moderna, specialmente di fascia alta, la connettività è ormai la prima cosa che cerchiamo dopo aver allacciato la cintura. Poter sincronizzare lo smartphone e accedere alle proprie app di navigazione e streaming musicale preferite non è più un lusso, ma una necessità.
Storicamente, Tesla è stata l’eccezione più evidente e ostinata a questa regola non scritta, rifiutandosi categoricamente di integrare sistemi standard come Apple CarPlay e Android Auto. Ma quei giorni potrebbero essere finiti: secondo quanto riportato da autorevoli fonti come Bloomberg, Tesla starebbe finalmente lavorando per includere il supporto Apple CarPlay nei suoi veicoli.
Perché questo è un dibattito? Semplice: il sistema proprietario di Tesla, pur essendo innovativo, è un’arma a doppio taglio. Non volere app di terze parti per colmare lacune di base è un desiderio legittimo per chi compra un’auto da decine di migliaia di euro. Se case come Honda, Toyota, o Ford offrono da anni integrazione nativa e fluida, perché un leader di mercato come Tesla ha resistito così a lungo?
Indice
La resistenza del “Tesla OS” e la faida Musk-Apple
Il motivo della storica riluttanza di Tesla è complesso e si articola su più livelli, dal personale all’architettonico.
1. L’ego e il controverso Feud
Non è un segreto che Elon Musk sia stato apertamente critico nei confronti di Apple, accusandola negli anni passati di mancanza di innovazione e, soprattutto, di “bracconaggio” di ingegneri Tesla per sviluppare il proprio progetto di guida autonoma. Questa faida ha sicuramente contribuito alla decisione di mantenere le distanze dai prodotti Apple.
2. Il software proprietario (Tesla OS)
Il nodo cruciale è che Tesla si considera una software company prima che una casa automobilistica. Utilizzando il proprio sistema operativo (V12 e successivi), Tesla mantiene il controllo totale sull’esperienza utente, sulla raccolta dati e sulla possibilità di monetizzare futuri servizi.
Integrare CarPlay significa, in pratica, cedere ad Apple il “front end” dell’infotainment, un rischio che Musk non ha voluto correre, convinto che il proprio sistema (che permette di vedere le telecamere Sentry, giocare o guardare Netflix) fosse superiore.
Il ripensamento: le vendite in calo e il “Dealbreaker”
Nonostante la presunta superiorità del proprio OS, la realtà commerciale ha imposto una riconsiderazione. Tesla ha raggiunto il suo picco produttivo nel 2023 (con oltre 1,8 milioni di auto) ma da allora ha registrato segnali di rallentamento, a causa della concorrenza crescente e dell’esaurimento della domanda in alcuni mercati.
La mancanza di CarPlay e Android Auto è diventata per molti un “dealbreaker” (un fattore che fa saltare l’affare). Un sondaggio citato nel settore ha stabilito che circa la metà degli acquirenti di auto nuove esclude un veicolo che non supporta l’integrazione nativa del proprio smartphone.
Inoltre, il design di Tesla negli ultimi anni non ha aiutato. La scelta di eliminare quasi tutti i controlli fisici e di relegare tutte le informazioni (anche la velocità) a un unico tablet centrale rende l’integrazione del telefono più che mai necessaria per una questione di praticità e sicurezza. Aggiungere una funzione software richiesta da anni è un modo rapido ed efficace per rilanciare l’interesse degli acquirenti senza dover riprogettare l’hardware.
L’Impatto e la minaccia di CarPlay Ultra
Se l’integrazione di CarPlay venisse confermata, l’accoglienza sarebbe quasi universalmente positiva da parte di proprietari ed esperti, molti dei quali lamentano da tempo i limiti dell’audio nativo e dell’interfaccia Tesla.
Tuttavia, il vero rischio per Tesla risiede nel futuro prossimo: CarPlay Ultra.
- CarPlay Ultra non è la semplice interfaccia che conosciamo oggi, ma un sistema che Apple sta sviluppando per prendere il controllo di tutti gli schermi dell’auto, gestendo non solo l’infotainment ma anche il clima, la strumentazione del cruscotto e i dati di guida.
Mentre produttori come Ford (Mach-E), Hyundai (Ioniq 6) e Kia (EV6) stanno già lavorando per integrare queste funzionalità AR e UI avanzate, Tesla rischia di essere in ritardo. Se non implementerà CarPlay in modo completo e rapido, i suoi rivali non solo offriranno un prodotto con interni più rifiniti e sistemi audio spesso superiori, ma anche con una tecnologia software più avanzata.
L’integrazione di CarPlay, seppur attesa, potrebbe rivelarsi solo una soluzione tampone a breve termine. Resta da vedere se Tesla la offrirà gratuitamente o, come temono molti utenti, la chiuderà dietro un paywall o un abbonamento. Una mossa del genere, in un mercato sempre più competitivo, potrebbe annullare subito i benefici attesi. Il tempo delle auto elettriche “speciali” è finito: ora la concorrenza si gioca sul design, sulla qualità costruttiva e, soprattutto, sul software.