Notifiche altro che IT ALERT: cosa si nasconde dietro (mistergadget.tech)
Queste notifiche sullo smartphone potrebbero essere pericolose e non informative, non si tratta di IT ALERT infatti ma di una truffa.
Le notifiche Push non sono chiarissime a tutti gli utenti: stiamo parlando di messaggi che arrivano in maniera svincolata rispetto ai tradizionali canali e appaiono all’improvviso sui dispositivi di telefonia mobile. Questi possono rivelarsi pericolosi perché durano pochissimi attimi. Possono darci delle informazioni preziose, nel caso dei messaggi detti Alert, che ci vengono inoltrati su base nazionale laddove venga riscontrato in una zona precisa o in tutto il Paese un pericolo di cui dobbiamo conoscere immediatamente e con attenzione le specifiche.
Ad esempio, vengono impiegati per avvisare di danni o comunque pericoli legati a terremoti, alluvioni, o eventi in generale di questo tipo, ma purtroppo sono sfruttate anche dai cyber criminali per mandare delle notifiche fasulle e far sì che l’utente spaventato clicchi. Come sempre, la strategia mira a colpire i profili degli utenti e la questione, quindi, resta sempre la stessa: fare attenzione.
Non sono notifiche reali: attenzione alle push
In generale, la prima specifica è che questi messaggi che vengono inviati non necessitano di alcun click: compaiono all’improvviso sul dispositivo ma sono puramente informativi. Non bisogna fare nulla, quindi se compare un messaggio che invece invita a un qualche tipo di azione direttamente in quel momento attraverso un link, allora probabilmente si tratta di un attacco esterno. Meglio non cliccare assolutamente, fare attenzione a quanto riportato e soprattutto segnalare.
Purtroppo, soprattutto in un periodo in cui vengono fatti i test di IT-Alert, è facile che i cyber criminali, conoscendo le tempistiche e quindi le giornate, sfruttino questo meccanismo per dare seguito ad una serie di messaggi truffaldini e colpire direttamente l’utente. Non c’è modo di fermarli se non oggettivamente avere consapevolezza di elementi che possono determinare, anche a colpo d’occhio, un probabile pericolo.
Sicuramente, dettagli insoliti, come in questo caso, appunto, azioni che vengono richieste (ad esempio: “devi cliccare qui per la tua zona”) senza capire bene esattamente per quale motivo un utente dovrebbe procedere in quel senso, rischiano ovviamente di diventare un problema. Questa è una formulazione che al momento sta circolando, ma non è l’unica. Tale specifica è necessaria perché chiaramente, come sempre, siamo abituati a fornire indicazioni di massima che purtroppo non vogliono mai in nessun caso dire che la soluzione è servita. L’unica vera capacità che abbiamo, quindi l’unica possibilità di difendere i nostri contenuti, la privacy e quindi tutto quanto ci riguarda personalmente da vicino, è sicuramente quella di porre attenzione, auto-tutelarci, difenderci e quindi capire dove sbagliamo e soprattutto prevenire il danno, che è l’unica cosa possibile.