Rivelata la causa del grande blackout di AWS: ecco cosa ha messo in ginocchio Internet (mistergadget.tech)
Un errore nel database DynamoDB nella cruciale regione della Virginia ha innescato un effetto domino, dimostrando ancora una volta la fragilità dell’infrastruttura cloud.
Non c’è nulla che ci ricordi la nostra dipendenza da Internet come un’improvvisa interruzione dei servizi che usiamo ogni giorno. È esattamente quello che è successo lo scorso 19 ottobre 2025, quando milioni di utenti in tutto il mondo hanno visto i loro siti e app preferiti smettere di funzionare, in quello che è stato un blackout quasi mondiale di Amazon Web Services (AWS).
Ora sappiamo cosa è andato storto. Amazon ha confermato che il problema è nato in uno dei suoi data center più cruciali, quello situato nel nord della Virginia (noto tecnicamente come regione US-East-1).
Tutto è partito da un guasto nel sistema DynamoDB (il servizio di database NoSQL di Amazon), che ha subito una serie di errori di sistema. Questo primo crollo ha avuto conseguenze immediate, impedendo la creazione di nuove connessioni online. Da lì, è stato un effetto domino: l’errore si è propagato ad altri servizi fondamentali, tra cui Amazon Elastic Compute Cloud (EC2), bloccando l’avvio di nuove “istanze” (le macchine virtuali su cui gira gran parte del web).
Anche i sistemi di bilanciamento del carico (load balancer) e altri servizi critici hanno smesso di funzionare correttamente. Il risultato? Servizi popolarissimi come Netflix e l’intera suite Adobe Creative Cloud hanno iniziato a visualizzare messaggi di errore o a non caricarsi affatto. L’impatto è stato così vasto da paralizzare persino dispositivi domestici connessi, come i letti smart, dimostrando quanto l’infrastruttura di AWS sia ormai radicata nel tessuto della nostra vita quotidiana.
Gli ingegneri di AWS hanno lavorato per ore per risolvere i singoli punti di guasto, fino al ripristino completo del servizio. Amazon ha poi emesso scuse ufficiali, riconoscendo la gravità della situazione e promettendo di analizzare l’incidente per evitare che un disastro simile possa ripetersi.
Un’abitudine preoccupante: i precedenti di AWS
Non è la prima volta, infatti, che AWS mostra la sua vulnerabilità, e spesso il punto debole sembra essere proprio la regione della Virginia.
- Nel dicembre 2021, AWS ha subito ben tre distinte interruzioni (originate da Virginia, Oregon e California) causate da guasti di rete e traffico eccessivo, mandando in tilt servizi come Disney+, Slack e Zoom.
- Nel giugno 2023, un altro blackout (sempre originato dalla Virginia) ha colpito oltre cento servizi. In quel caso, il problema non fu la rete esterna, ma un errore nei sistemi interni utilizzati dalla stessa AWS.
- Più di recente, nel luglio 2024, un’interruzione ha avuto una causa esterna: un aggiornamento difettoso del software di sicurezza CrowdStrike. Sebbene la rete AWS fosse stabile, l’aggiornamento ha mandato in crash innumerevoli sistemi client che si affidavano ad essa, causando rallentamenti e disservizi diffusi.