Ancora guai per gli utenti: le minacce online sono troppe (mistergadget.tech)
La questione delle minacce informatiche è in una propagazione inarrestabile. Non è un’impressione, ma una realtà confermata dai dati, che purtroppo non delineano uno scenario roseo.
Secondo l’ultimo rapporto Global Threat Index di Check Point Research, risalente a giugno 2025, siamo immersi in un ecosistema digitale dove i malware ben noti si fondono con strategie d’attacco all’avanguardia, spesso potenziate dall’intelligenza artificiale, diventando sempre più sofisticati e mirati. Questo ci dice, in pratica, che il crimine informatico è un settore in perpetuo movimento, che impone a chiunque, dalle singole persone alle grandi imprese, di adottare difese proattive e strumenti sempre più efficaci per blindare dispositivi e informazioni personali.
Tra le principali insidie che popolano la rete, spicca ancora la presenza di FakeUpdates, un programma di download spesso collegato al famigerato gruppo di hacker Evil Corp. Questo software malevolo si conferma come il più diffuso a livello globale, e l’Italia non rappresenta un’eccezione. A giugno 2025, nonostante si sia osservata una lieve diminuzione del 16% nella sua incidenza nel nostro Paese, ha comunque colpito il 7,24% delle aziende italiane. Questo dato, sebbene in calo, evidenzia come FakeUpdates rimanga una minaccia concreta, evoluta e resa ancora più subdola dall’ingegneria sociale, che inganna gli utenti spingendoli a scaricare finti aggiornamenti software contenenti codice maligno.
Ancora guai per gli utenti: le minacce online sono troppe
Un’altra minaccia che desta notevole preoccupazione è AsyncRAT, un Remote Access Trojan (RAT) che garantisce agli attaccanti il controllo a distanza dei dispositivi infetti. Questa capacità si traduce nella possibilità di sottrarre dati sensibili, acquisire screenshot per spiare le attività degli utenti, installare componenti aggiuntivi per espandere le sue funzionalità, bloccare i software di sicurezza e aggiornarsi in modo autonomo, eludendo gli antivirus. In Italia, AsyncRAT ha mostrato un incremento del 2,3%, rafforzando la sua presenza tra i malware più diffusi; a livello mondiale, rappresenta il 2,26% delle minacce, un chiaro campanello d’allarme.
Tra i gruppi di hacker più pericolosi, merita una menzione particolare Qilin (conosciuto anche come Agenda), che continua a essere una delle principali minacce nel panorama del ransomware-as-a-service. Questo collettivo è già responsabile di circa il 17% degli attacchi ransomware globali, prendendo di mira settori cruciali come la sanità e l’istruzione. La loro strategia di attacco è particolarmente raffinata: partono da email di phishing estremamente personalizzate per penetrare le reti aziendali, dimostrando una meticolosa ricerca di informazioni preliminari prima di sferrare il colpo decisivo.
Il rapporto di Check Point Research pone l’accento anche su una preoccupante escalation delle minacce rivolte ai dispositivi mobili, dove proliferano malware di sofisticazione crescente. Tra gli esempi più diffusi troviamo Anubis, un trojan bancario estremamente avanzato, capace di eludere l’autenticazione a due fattori, mettendo seriamente a rischio le credenziali bancarie degli utenti. C’è poi AhMyth, un RAT Android che si maschera da applicazione legittima, conferendo agli hacker il controllo remoto degli smartphone infetti. Da non dimenticare anche Necro, un malware che trasforma gli smartphone in veri e propri nodi di una botnet, sfruttandoli per attacchi distribuiti o altre attività dannose.