Boicottaggio Facebook, cosa è Stop Hate for Profit

Luca Viscardi27 Giugno 2020
Mark Zuckerberg

Per qualche ragione non ci sorprende, ma è impressionante come stia montando il boicottaggio Facebook negli Stati Uniti, Stop Hate For Profit, ora con una deriva economica.

Non so se avete letto in questi giorni di ciò che sta cadendo negli USA, dove a seguito delle proteste per l’omicidio di George Floyd, le minoranze etniche americane hanno messo sotto accusa la piattaforma di Mark Zuckerberg, colpevole secondo loro di diffondere notizie su odio razziale e discriminazione senza alcun controllo.

La protesta ha trovato anche l’appoggio degli stessi dipendenti di Facebook, da tempo molto critici sulla gestione dei contenuti da parte della piattaforma: la richiesta dei lavoratori della grande piattaforma social è di verificare/filtrare i contenuti, per evitare la diffusione di fake new s.

Accogliendo in parte queste istanze, Mark Zuckerberg ha deciso di contrassegnare con un flag i contenuti controversi, ma questo non viene considerato un filtro sufficiente.

In più Zuckerberg ha posto un embargo sulla pubblicità con contenuti di discriminazione oppure di odio razziale e introdotto una verifica sugli articoli pubblicati dai politici.

Questo però non ha placato coloro che protestavano, ma ha al contrario allargato il fronte della controversia anche agli investitori pubblicitari.

Sono tantissimi quelli che hanno annunciato di aver sospeso qualunque attività promozionale sulla piattaforma, tra cui Coca Cola, Verizon, Honda, solo per citarne alcuni.

Boicottaggio Facebook, cosa è Stop Hate for Profit

Proprio Coca Cola è l’ultimo colosso della pubblicità ad aver interrotto gli investimenti su Facebook.

La protesta si chiama Stop Hate for Profit e rischia di essere più pericolosa (ed efficace) delle inchieste del senato americano di qualche tempo fa.

La richiesta del movimento “anti Facebook” è quella di controllare in modo più efficace i contenuti che circolano nei gruppi e di svolgere un’azione informativa sul tema del cosiddetto Hate Speech, che spopola sui social network senza grandi controlli.

La storia non è destinata ad evaporare nel giro di poco, perché quando entra in gioco il denaro, la sensibilità di Zuckie aumenta in modo esponenziale.


Potrebbe interessarti anche:



I bestseller della settimana

Registrati alla newsletter e diventa un tech-lover

Grazie!

Grazie! Riceverai una email per la verifica del tuo indirizzo di posta elettronica. Non sarai registrato fino a che non lo avrai confermato. Controlla anche nella cartella Spam.