Samsung Galaxy TriFold: quanto è resistente? (mistergadget.tech)
Il nuovo Galaxy Z TriFold si piega… ma troppo. Lo stress test di JerryRigEverything mostra i limiti strutturali del pieghevole a tre pannelli di Samsung.
Il Samsung Galaxy Z TriFold, lanciato a inizio dicembre, è uno degli smartphone più ambiziosi e complessi mai realizzati dal colosso coreano. Con il suo triplo display pieghevole e una struttura sottile da appena 3,9 mm, rappresenta l’estremo di ciò che oggi è tecnicamente possibile nel design mobile. Ma quanto resiste davvero questo gioiello d’ingegneria? Il celebre youtuber JerryRigEverything, noto per i suoi stress test brutali, ha deciso di scoprirlo.
Samsung Galaxy Z TriFold: design spettacolare, ma vulnerabile alle sollecitazioni
Fin dal primo test, il Galaxy Z TriFold ha mostrato quanto l’eleganza del design comporti inevitabili compromessi in termini di resistenza. Il dispositivo, infatti, è costruito con un telaio in Armour Aluminum ultra-sottile e pannelli multipli che si ripiegano su sé stessi, un meccanismo decisamente più complesso di quello di un normale Galaxy Z Fold 7.
Durante le prove, il TriFold si è comportato bene nelle operazioni di apertura e chiusura, ma la sua struttura interna ha rivelato una certa flessibilità: sotto pressione, si percepiscono scricchiolii e micro movimenti che nei modelli precedenti erano quasi del tutto assenti.
Il test del fuoco: i pixel cedono in pochi secondi
Come da tradizione, JerryRigEverything ha cominciato con il test termico, avvicinando una fiamma a entrambi i display. Il risultato non lascia spazio a dubbi: i pixel bruciano in pochi istanti sia sullo schermo esterno sia sul grande pannello interno da 10 pollici, lasciando macchie scure permanenti. È un comportamento prevedibile per i pannelli OLED ultra-flessibili, ma il danno visivo è stato più marcato rispetto a quello osservato sui pieghevoli tradizionali di Samsung.
Polvere e sabbia: il tallone d’Achille delle cerniere
Uno dei passaggi più critici del test ha riguardato l’esposizione a sabbia e detriti. Dopo aver versato granuli sul meccanismo di apertura, il Galaxy Z TriFold ha iniziato a produrre rumori di sfregamento e attrito durante ogni movimento.
Samsung ha integrato sensori che avvertono l’utente in caso di chiusura non corretta, ma l’ingresso di particelle solide all’interno delle cerniere multiple compromette inevitabilmente la fluidità del sistema e potrebbe, nel lungo periodo, accelerare l’usura meccanica.
Il momento della verità: la piegatura inversa
La prova decisiva, come sempre, è stata quella della piegatura inversa. Qui il TriFold non è sopravvissuto: quando la forza è stata applicata nel verso opposto a quello naturale di chiusura, il telaio si è spezzato lungo la linea delle antenne, interrompendo istantaneamente il funzionamento del display interno. Un esito drammatico ma non del tutto inatteso: la sottigliezza record di 3,9 mm garantisce un’ergonomia eccezionale, ma riduce sensibilmente la rigidità strutturale del dispositivo.
Per confronto, il Galaxy Z Fold 7 era riuscito a sopravvivere allo stesso stress test senza subire rotture, a dimostrazione di una maggiore solidità della precedente architettura a doppia piega.
Resistenza dichiarata: fino a 200.000 pieghe
Samsung, dal canto suo, sostiene che il Galaxy Z TriFold è stato collaudato per resistere fino a 200.000 cicli di apertura e chiusura. Test indipendenti, pur meno estremi rispetto a quelli di JerryRigEverything, hanno confermato una resistenza effettiva di oltre 144.000 piegature, un risultato che rimane notevole considerando la complessità del design e il numero di punti di flessione.
Il Galaxy Z TriFold resta un capolavoro tecnologico, ma anche un dispositivo delicato: più che un telefono per tutti, è un manifesto d’innovazione pensato per chi vuole il massimo della sperimentazione nel mondo mobile.
La sua resistenza non raggiunge i livelli dei pieghevoli più collaudati, ma il TriFold apre una nuova frontiera: quella degli smartphone che si trasformano in tablet a tre pannelli, a scapito – almeno per ora – della robustezza assoluta.