Recensione Hypershell X Ultra: abbiamo provato l'esoscheletro che vuole renderci escursionisti bionici (mistergadget.tech)
Un gadget da quasi 2000€ che promette di ridurre drasticamente la fatica e lo stress articolare, o solo una stravaganza per escursionisti? L’abbiamo provato per scoprire se questo è davvero il futuro della mobilità.
+ Protezione articolare
+ Leggerezza e design
+ Versatilità (Modalità Fitness)
+ IA Intuitiva
– Resistenza all’acqua limitata
– Autonomia in modalità Hyper
– Appeal estetico e regolabilità fisica
Quando si pronuncia la parola “esoscheletro”, la mente corre inevitabilmente alla fantascienza. Pensiamo al Power Loader di Ripley in Aliens o alle armature high-tech di Iron Man. Eppure, l’azienda cinese Hypershell è convinta che questa tecnologia sia pronta a lasciare le fabbriche e le cliniche di riabilitazione per entrare nel mercato del tempo libero. Il loro motto olimpico non è “Più veloce, più alto, più forte”, ma piuttosto “Più forte, più a lungo”.
La loro visione è incarnata dall’Hypershell X Ultra, il modello di punta da 1.999 €, un esoscheletro consumer progettato specificamente per l’avventura all’aperto. L’obiettivo? “Aumentare” la nostra mobilità, permettendoci di camminare di più, correre più a lungo e stancarci di meno.
Al primo impatto, chi si aspetta un’armatura rimarrà deluso. Come ammesso da uno dei nostri tester, la prima impressione è stata quasi di delusione: “Non è una tuta di Iron Man, è un pezzo di tecnologia compatto, discreto e profondamente intelligente che deve essere provato per essere creduto”.
Indice
Design, materiali e vestibilità
Più che a un’armatura, l’X Ultra assomiglia a un’imbracatura da arrampicata di fascia alta. Il telaio principale in lega di titanio SinterShell si allaccia saldamente intorno alla vita, con un’imbottitura traspirante che poggia comodamente alla base della schiena, dove si inserisce la batteria intelligente. Da qui, due motori compatti (uno per anca) azionano leve sottili ma resistenti in fibra di carbonio SpiralTwill 3000, che si collegano tramite fascette ergonomiche appena sopra le ginocchia.
L’intero sistema è straordinariamente leggero: tutto compreso, l’X Ultra pesa solo 1,8 kg. È un peso che, una volta indossato, si distribuisce bene e non appesantisce. La costruzione è futuristica ed elegante, un pezzo di ingegneria che un recensore ha definito “eccessivo ma fantastico”.
La configurazione è semplice. L’app complementare guida l’utente con video per ogni passaggio, dalla regolazione delle leve dell’anca (sette livelli) alla chiusura dei polsini sulle cosce. Questi ultimi, in particolare, devono essere stretti molto bene per essere efficaci. Una volta indossato, ci si può sedere normalmente e, cosa fondamentale, quando il dispositivo è spento (in modalità “Trasparente”) non oppone alcuna resistenza al movimento.
Il cuore bionico: l’AI Motion Engine
La vera magia non è nei motori, ma nel cervello che li controlla. L’X Ultra è alimentato da un processore AI centrale (chiamato AI Motion Engine) che utilizza sensori ad alta frequenza per analizzare la tua andatura in tempo reale. Non si limita a spingere: impara il tuo passo, prevede il tuo prossimo movimento e distribuisce “micro-raffiche” di potenza (fino a 1000W di picco) esattamente quando i tuoi muscoli ne hanno più bisogno.
Questa assistenza proattiva e anticipatoria è ciò che la rende così efficace. La sensazione è incredibilmente organica. Non è una spinta meccanica e rigida; all’inizio è così sottile da essere quasi snervante. Un tester l’ha descritta così: “Sembra meno un motore e più come se il mio peso corporeo fosse stato immediatamente ridotto del 10%”. La sensazione è quella di “planare”, di essere più leggeri sui propri piedi. I motori, tra l’altro, sono quasi impercettibili, mascherati dal fruscio dei vestiti.
La prova sul campo: stravolgere la fatica
Ma funziona? La risposta breve è sì, e in modo sbalorditivo. Per valutarlo, abbiamo analizzato diverse attività.
Camminata e arrampicata in collina
In un test su un sentiero in collina fuori Berlino, l’effetto è stato immediato. Un recensore ha “terminato la salita senza sudare o sentire i quadricipiti bruciare come previsto”. Per oggettivare la sensazione, abbiamo usato la scala RPE (Sforzo Percepito): su una pendenza ripida che normalmente richiederebbe uno sforzo di 6/10 (respiro affannoso), con l’X Ultra attivo lo sforzo è sceso a un 3/10 (livello conversazione). La sensazione di bruciore da acido lattico è stata ritardata di minuti.
Questo ha un profondo effetto psicologico: ti incoraggia a camminare molto di più. Un tester, che normalmente percorre 10-12.000 passi al giorno, ha chiuso la sua prima giornata con l’X Ultra a 21.874 passi, “e non li sentiva affatto. Non ho nemmeno sudato.”
Corsa
Qui l’X Ultra si rivela non per la velocità, ma per la costanza. Quando la fatica subentra, la nostra forma fisica peggiora e l’impatto sulle articolazioni aumenta. L’esoscheletro interviene tamponando efficacemente le forze d’impatto su ginocchia e schiena, mantenendo il sollevamento ottimale delle gambe. Il risultato? Un recupero post-corsa “notevolmente più veloce”, con dolori muscolari “significativamente minimizzati”. Come ha detto un tester, “trasforma la corsa da un esercizio di gestione del dolore a un’attività sostenuta e piacevole”.
Ciclismo
Qui i risultati sono stati “misti ma promettenti”. Sia chiaro: non sostituisce una e-bike. Tuttavia, la modalità “Cycling+” fornisce una notevole assistenza di coppia ai bassi regimi, utilissima per accelerare ai semafori o affrontare leggere pendenze.
App, batteria e la sorprendente modalità fitness
Tutto si controlla da un’app intuitiva, che permette di passare tra le modalità Eco (30 km di autonomia dichiarata, anche se molto meno in modalità Hyper), Hyper (potenza massima), e Trasparente (spento). Ma le chicche sono due: la possibilità di regolare la distribuzione della coppia in modo indipendente tra la gamba sinistra e destra (ideale per chi ha problemi di mobilità) e la modalità Fitness.
Questa è forse la funzione più sorprendente. La modalità Fitness inverte la funzione del motore per fornire resistenza attiva. È una caratteristica fenomenale che trasforma l’X Ultra in una “macchina da allenamento indossabile”. La sensazione è quella di “camminare nell’acqua fino alla vita”. Un tester l’ha usata facendo le faccende domestiche, ottenendo un “rispettabile livello di indolenzimento muscolare (DOMS) il giorno dopo”. È un vero strumento di allenamento passivo.
Per quanto riguarda l’autonomia, l’azienda dichiara 30 km in modalità Eco. Un tester ha riscontrato un’autonomia di circa sei tragitti casa-lavoro. Il vero vantaggio? Il kit include due batterie, annullando di fatto l’ansia da autonomia.
Criticità: prezzo e limiti (IP54)
L’Hypershell X Ultra non è perfetto. Il primo ostacolo è il prezzo: con i suoi 1.999 €, è un investimento serissimo, una “stravaganza da escursionismo” più che un accessorio essenziale.
Il secondo limite, più tecnico, è la certificazione IP54. Sebbene sia sufficiente per resistere a sudore, polvere e pioggia leggera, non è impermeabile. Un acquazzone improvviso o una pioggia battente potrebbero danneggiarlo, un limite notevole per un dispositivo pensato per l’avventura all’aperto. Infine, sebbene regolabile, la vestibilità potrebbe non adattarsi a corporature “fuori standard”.
Considerazioni finali: il futuro è qui (ma per chi?)
L’Hypershell X Ultra è il primo esoscheletro consumer che mantiene davvero le sue promesse. È un pezzo di tecnologia innovativo che rimuove le due maggiori barriere all’attività fisica: la fatica e lo stress da impatto.
Kent Xu, capo del marchio Hypershell, paragona questo momento alle prime e-bike: inizialmente considerate stranezze, ora sono un mercato da 50 miliardi di dollari. L’X Ultra potrebbe essere il capostipite di una rivoluzione simile per la mobilità personale.
Non è un gadget per tutti, e il prezzo lo conferma. Ma per l’escursionista entusiasta, per il corridore amatoriale che lotta con i dolori articolari, o per chiunque voglia semplicemente godersi l’aria aperta senza pagare lo scotto fisico il giorno dopo, l’X Ultra non è solo un facilitatore di resistenza. È un dispositivo che rende l’attività fisica sostenibile, piacevole e, francamente, quasi bionica.