Perché Apple si chiama "Apple"? La storia, la dieta di Steve Jobs e la rivalità con Atari (mistergadget.tech)
Dietro uno dei marchi più riconoscibili del mondo tech si nasconde un aneddoto bizzarro, una dieta vegetariana, un accordo legale con i Beatles e una scommessa sulla semplicità.
Prendete in mano il vostro iPhone, iPad o Mac. Pensate a come si chiamano i suoi rivali: Microsoft, NVIDIA, IBM, AMD, Samsung. Nomi che suonano tecnici, professionali, o che richiamano in qualche modo la tecnologia. E poi c’è Apple: un nome che evoca la semplicità di un frutto, l’opposto di tutto ciò che era l’informatica nel 1976.
Questa scelta, così atipica, non è casuale. Per capire il vero significato dietro il marchio, dobbiamo tornare alle origini e alla visione dei due fondatori, Steve Jobs e Steve Wozniak, che diedero vita ad Apple Computers, Inc. il 1° aprile 1976(un data che suona quasi come un presagio bizzarro). La loro missione era rivoluzionaria: creare un computer che non fosse un enorme mainframe da intera stanza, ma una macchina semplice, accessibile e adatta alle case e agli uffici della gente comune.
Il momento Eureka: una dieta e una comune
Secondo quanto raccontato da Steve Jobs nella biografia di Walter Isaacson, la decisione finale sul nome arrivò in un momento specifico: Jobs era immerso in una delle sue celebri diete fruttariane.
Il giorno in cui fu scelto il nome, Jobs stava tornando da una fattoria di mele (che Wozniak definì in realtà una sorta di comune). Jobs suggerì “Apple Computer” e, come riportato nella sua biografia, pensava che suonasse “divertente, vivace e non intimidatorio”. Questa semplicità era perfettamente in linea con l’obiettivo di rendere l’informatica meno spaventosa e più accogliente per il grande pubblico.
Nella sua autobiografia, iWoz: Computer Geek to Cult Icon, Wozniak conferma l’aneddoto, aggiungendo un dettaglio cruciale: la proposta di Jobs piacque, e non trovarono un nome migliore entro la scadenza per registrare la società.
La pragmatica rivalità con Atari
Se l’ispirazione principale fu dettata dal gusto personale e dalla volontà di semplicità, ci fu anche un motivo altamente pragmatico e tipico del genio imprenditoriale di Jobs.
Ai tempi, l’elenco telefonico era uno strumento fondamentale per le aziende. Come rivelato nel libro Apple Confidential 2.0, e confermato da Jobs stesso in una presentazione del 1980, l’altro motivo per cui scelsero “Apple” fu che l’azienda sarebbe apparsa prima di Atari nell’elenco. Lavorando in precedenza per Atari, Jobs conosceva bene i vantaggi competitivi dell’essere in cima alla lista.
La mela morsicata: l’evoluzione del logo
Il nome è solo una parte dell’identità. Il logo, universalmente riconosciuto, ha una sua storia altrettanto affascinante che contribuisce al significato del marchio:
- Primo logo (1976): Un’immagine troppo complessa e barocca che ritraeva Isaac Newton seduto sotto un albero di mele.
- La mela arcobaleno (1977): La prima versione della mela morsicata, disegnata da Rob Janoff. Il morso (in inglese bite) non solo serviva a distinguere la mela da una ciliegia, ma si dice fosse anche un omaggio al termine informatico “byte” (anche se Janoff negò in seguito l’intenzionalità di questo gioco di parole). Il logo era colorato in sei bande arcobaleno per sottolineare l’umanità e l’accessibilità della nuova macchina Apple II, la prima in grado di visualizzare colori.
Quando la mela fece causa alla mela
La scelta del nome non fu priva di pericoli legali. Wozniak espresse subito preoccupazione per la famosa etichetta discografica dei Beatles, Apple Records, fondata nel 1968 e gestita dalla holding Apple Corps.
Queste preoccupazioni si concretizzarono in una lunga battaglia legale. Apple Computer fu citata in giudizio per violazione del marchio. La controversia si concluse con un accordo: la neonata Apple Computer pagò ad Apple Corps una somma, considerata modesta se vista in prospettiva (€80.000, un duro colpo per una startup, ma irrisorio per il futuro colosso). La causa fu riaperta e riesplose più volte nei decenni successivi, dimostrando che i timori iniziali di Wozniak non erano affatto infondati.
La potenza del marchio Apple risiede nella sua apparente innocenza. È una combinazione affascinante di gusto personale (la dieta di Jobs), di pragmatismo aziendale (battere Atari) e di una forte volontà di comunicare semplicità e accessibilità in un settore dominato da nomi grigi e complessi. Il nome “Apple” è stato, fin dal primo giorno, un manifesto della visione dell’azienda.