Perplexity lancia un'assistente per lo shopping (mistergadget.tech)
Perplexity introduce un assistente AI per lo shopping che impara dai tuoi gusti, collabora con PayPal e promette un’esperienza d’acquisto personalizzata.
Nel pieno della stagione natalizia, Perplexity entra a gamba tesa nel mondo dello shopping intelligente con un personal shopper digitale che promette di cambiare il modo in cui cerchiamo e compriamo online. L’assistente, gratuito e già disponibile negli Stati Uniti, si presenta come un vero consulente personale capace di capire il contesto, ricordare le preferenze e suggerire prodotti in modo sempre più preciso.
Lo shopping diventa conversazione
L’esperienza è volutamente semplice e naturale: l’utente scrive ciò di cui ha bisogno, il sistema interpreta la richiesta, pone domande mirate e propone una selezione di articoli con schede dettagliate, recensioni e caratteristiche tecniche. La differenza rispetto ad altri strumenti AI o ai classici comparatori è nella memoria contestuale.
Perplexity non si limita a rispondere: impara dalle conversazioni precedenti per proporre soluzioni più pertinenti. Se in una ricerca passata si è chiesta una giacca per affrontare il vento della baia di San Francisco, alla successiva richiesta di un paio di scarpe il sistema terrà conto di quella condizione climatica e suggerirà modelli coerenti. È un approccio più “umano”, che trasforma la ricerca in un dialogo continuativo.
Acquisti diretti e PayPal “Instant Buy”
Al momento, l’assistente shopping funziona via desktop e web, ma le app per iOS e Android sono già in arrivo nelle prossime settimane. Il progetto poggia su una collaborazione strategica con PayPal, che fornisce la funzione Instant Buy, permettendo di completare gli acquisti direttamente all’interno di Perplexity.
Questo modello consente ai venditori di mantenere un rapporto diretto con i clienti, evitando il rischio di perdere la propria identità dietro l’interfaccia di un intermediario — un problema noto come “effetto DoorDash”, dove le piattaforme finiscono per oscurare i marchi e monopolizzare il contatto con il consumatore.
Un attacco frontale ai vecchi modelli di ricerca
Nel presentare la novità, Perplexity non risparmia frecciate al mondo del retail online. L’azienda critica le barre di ricerca tradizionali, accusate di “fallire nell’esplorazione” perché obbligano gli utenti a sapere già cosa cercare. Allo stesso tempo, mette nel mirino anche i contenuti affiliati, sostenendo che spesso rispondano più a logiche commerciali che alle reali esigenze del lettore.
Il nuovo sistema, invece, punta a capire l’intenzione dietro la richiesta, filtrando i risultati in modo neutrale e dinamico. Non è solo un motore di ricerca, ma una piattaforma che organizza, compara e semplifica.
Dall’assistente al “collaboratore”
Un aspetto curioso della comunicazione di Perplexity è l’uso della parola “assistente” invece di chatbot. Una scelta lessicale che riflette un cambio di paradigma: meno automazione, più collaborazione. Il personal shopper AI non agisce al posto dell’utente, ma accompagna le decisioni d’acquisto, crea continuità e riduce il rumore informativo.
Non siamo ancora di fronte a un “agente autonomo”, ma a un sistema che conosce progressivamente chi lo usa, raccogliendo dati contestuali — e qui si apre il vero punto interrogativo: la privacy. Quanto saranno disposti gli utenti a condividere le proprie abitudini in cambio di un’esperienza personalizzata?
Il primo vero rivale di ChatGPT nel retail intelligente
Con questo lancio, Perplexity alza l’asticella nel settore della ricerca conversazionale applicata allo shopping, un ambito che anche OpenAI e Google stanno esplorando con crescente interesse. Il suo vantaggio, però, è la leggerezza del sistema e l’attenzione all’esperienza utente: niente interfacce caotiche, solo dialogo e precisione.
Il debutto internazionale è previsto nel 2026, ma il messaggio è chiaro: la prossima rivoluzione dell’e-commerce passerà da assistenti AI che sanno ascoltare e ricordare.