DJI Osmo Mobile 8 è uno strumento semplice ed intuitivo (mistergadget.tech)
Gli smartphone migliorano la stabilizzazione video a ogni generazione. L’intelligenza artificiale analizza migliaia di fotogrammi al secondo, i sistemi OIS si raffinano, gli algoritmi di crop digitale diventano sempre più sofisticati.Eppure c’è un limite fisico che nessun software può superare: quando cammini, corri, o semplicemente ti muovi con naturalezza, lo smartphone registra ogni micro-vibrazione, ogni cambio di direzione, ogni oscillazione del polso. Il risultato è quella sensazione di instabilità che tradisce immediatamente la natura amatoriale del video.
I gimbal per smartphone esistono per eliminare questo problema alla radice. Non correggono il movimento dopo averlo registrato, lo prevengono attraverso la fisica: tre assi motorizzati che compensano istantaneamente ogni tuo movimento, mantenendo la camera perfettamente stabile indipendentemente da cosa stai facendo. È la differenza tra una ripresa che sembra professionale e una che sembra fatta con il telefono in mano.
DJI Osmo Mobile 8 si inserisce in un mercato affollato con un approccio pragmatico: non stravolge il concetto di gimbal tascabile, ma risolve tutti i limiti concreti che gli utenti hanno segnalato nelle generazioni precedenti. Rotazione panoramica finalmente illimitata, tracking multiplo che funziona con app di terze parti, joystick analogico invece del solito pad digitale. E lo fa mantenendo un prezzo sotto i 150 euro, più accessibile dei competitor diretti. Dopo settimane di test, possiamo dire che il bilanciamento tra funzioni e prezzo è probabilmente il migliore che troverete oggi.
Il modulo multifunzione limita l’uso dell’attacco magnetico rapido. Per chi cerca stabilizzazione avanzata su mobile senza spendere fortune, è una scelta solida.
+ Rotazione panoramica 360°
+ Joystick analogico
+ Compatibilità nativa con microfoni DJI
+ Autonomia solida per giornata di riprese
+ Prezzo competitivo rispetto ai rivali
– Range di inclinazione limitato
Indice
Design e costruzione
L’Osmo Mobile 8 adotta il form factor diventato standard per i gimbal tascabili: design pieghevole, braccio telescopico integrato, treppiede estraibile alla base. Si ripiega in un formato da 190 x 95 x 46 mm che entra in una giacca, difficilmente in un jeans. Il peso di 370 grammi con modulo e clamp magnetico è nella media del segmento, abbastanza contenuto per non pesare dopo ore di utilizzo.
La qualità costruttiva è solida senza essere premium. Plastica robusta su tutta la struttura, meccanismi di piegatura che scattano con sicurezza, motori che lavorano senza vibrazioni percettibili. L’unica nota stonata è il treppiede integrato, decisamente basico: funzionale per appoggi veloci, ma troppo leggero per ispirare fiducia con setup più pesanti o in presenza di vento.
Il braccio estensibile aggiunge 215 mm di lunghezza quando estratto, utilissimo per autoritratti o riprese dall’alto che richiedono maggiore distanza dal soggetto. Nasconde anche una cerniera che permette di ruotare l’intera sezione superiore del gimbal, estendendo il range di inclinazione per angolazioni più creative. La soluzione è intelligente ma non sostituisce la vera flessibilità meccanica dei modelli più pesanti.
La novità strutturale più significativa è la rotazione panoramica completamente libera, senza limiti meccanici. Nelle generazioni precedenti, il gimbal doveva fermarsi e riposizionarsi quando raggiungeva il limite dell’asse orizzontale, interrompendo il tracking durante movimenti circolari ampi. Ora può seguire un soggetto che gira intorno a te senza mai perdere il lock, rotazione dopo rotazione. Sembra un dettaglio, cambia completamente l’utilizzo pratico.
Il montaggio dello smartphone avviene tramite clamp magnetico rimovibile che supporta dispositivi da 170 a 300 grammi, con spessore massimo di 10 mm e larghezza fino a 84 mm. iPhone Air rientra perfettamente in questi parametri, e il suo peso contenuto rende l’intero sistema particolarmente bilanciato. Esistono modelli top di gamma che superano il limite di peso, restando esclusi dall’utilizzo.
Chi preferisce un setup ancora più rapido può sostituire il clamp con l’attacco magnetico opzionale, che si aggancia direttamente allo smartphone tramite MagSafe. Click, sei pronto. Il problema è che questa soluzione esclude l’uso del modulo multifunzione, che richiede i pin di connessione presenti solo sul clamp tradizionale. È una scelta: velocità di setup contro funzionalità avanzate.
Alla base del gimbal troviamo porta USB-C per ricarica e alimentazione esterna, più una filettatura standard per montaggio su treppiedi o aste professionali. Sul motore di rollio compare un’ulteriore porta USB-C e un foro filettato per contrappesi, utile per bilanciare smartphone pesanti o con ottiche esterne. La presenza di due porte USB-C in punti diversi elimina il problema dei cavi che intralciano i movimenti, potendo scegliere il percorso più comodo in base all’orientamento.
Il gimbal si accende automaticamente quando viene aperto e si spegne quando ripiegato. Comodo, ma c’è un piccolo fastidio: la scanalatura posteriore che tiene fermo il motore di rollio durante il trasporto è un po’ superficiale, e in alcune situazioni il gimbal può accendersi accidentalmente nello zaino. Non capita spesso, ma quando succede trovi la batteria scarica.
Tracking: tre approcci diversi
Il punto di svolta dell’Osmo Mobile 8 è la gestione del tracking, implementato attraverso tre sistemi completamente indipendenti che coprono scenari d’uso diversi.
Modulo Multifunzione
Il componente più versatile è il modulo magnetico che si aggancia alla parte superiore del gimbal, orientabile in entrambe le direzioni per riprese di te stesso o di altri soggetti. Integra sensore di tracking dedicato, LED di riempimento regolabile e ricevitore per microfoni wireless DJI.
Il tracking basato su modulo funziona con qualsiasi app, non solo quella proprietaria DJI. Questo elimina il vincolo più frustrante dei gimbal tradizionali: poter usare Filmic Pro, Blackmagic Camera, l’app nativa della fotocamera o qualunque altra soluzione preferisci, mantenendo il tracking attivo. Si attiva con un tap sul grilletto frontale, riconosce persone, cani e gatti, e mantiene il soggetto inquadrato durante i movimenti.
La vera potenza emerge quando abbini tracking e joystick analogico. Puoi posizionare il soggetto dove vuoi nel frame– non necessariamente al centro – e il gimbal manterrà quella composizione durante il movimento. Vuoi l’oratore nell’intersezione superiore sinistra della griglia dei terzi? Attivi il tracking, usi lo stick per spostarlo in posizione, e rimane lì. Questo livello di controllo compositivo è raro su gimbal consumer.
Il modulo riconosce anche gesti manuali fino a 8 metri di distanza, permettendo di avviare/fermare registrazione o tracking senza toccare lo smartphone. Funziona sorprendentemente bene in situazioni reali, anche se la distanza operativa crolla rapidamente in condizioni di luce scarsa.
Il LED integrato offre cinque livelli di luminosità e temperatura colore regolabile tra 2.500K e 6.000K, massimo 40 lux di output. Non sostituisce una luce dedicata, ma in situazioni di emergenza aiuta. Il controllo avviene tramite rotella laterale sul gimbal o pulsanti sul modulo stesso.
DockKit (solo iPhone)
La seconda modalità sfrutta il protocollo DockKit di Apple, che consente al gimbal di comunicare direttamente con iOS per tracking nativo. Funziona con oltre 200 app iOS che implementano le API Apple, inclusa l’app Fotocamera di sistema, Instagram, Zoom, e la maggior parte delle app video professionali.
Il tracking DockKit è diverso da quello a modulo. L’algoritmo Apple tende a muoversi a scatti: periodi di immobilità seguiti da riallineamenti rapidi. Il modulo invece offre movimenti più fluidi e costanti. Non c’è un approccio migliore in assoluto, dipende dall’estetica che cerchi. Il problema principale è che non puoi riposizionare il soggetto nel frame: lo stick del gimbal viene disabilitato quando DockKit è attivo, e il soggetto resta sempre centrato.
La configurazione è immediata: chip NFC sul lato destro del gimbal, tap con iPhone, via. LED sul motore panoramico indica lo stato: bianco lampeggiante per l’associazione, verde fisso quando abilitato, verde pulsante durante tracking attivo.
ActiveTrack (app DJI Mimo)
La terza opzione è il tracking software nell’app proprietaria DJI. Supporta modalità avanzate come il tracking di oggetti (non solo persone) e permette il riposizionamento del soggetto nel frame. Include anche funzioni speciali come hyperlapse, panoramiche automatiche e guide per composizioni creative.
L’app Mimo ha un limite serio per utenti avanzati: mancanza di supporto Log. Niente profilo piatto per grading avanzato, solo HEVC standard con sharpening aggressivo. È comprensibile – DJI non è un’azienda software video – ma costringe chi lavora in modo professionale a usare app terze e appoggiarsi al modulo per il tracking.
Controlli e usabilità
La disposizione dei controlli segue lo schema consolidato dei gimbal DJI, con alcune migliorie importanti. Sul lato destro troviamo pulsante di registrazione (funziona con qualsiasi app), pulsante di switch tra camera frontale/posteriore, e grilletto multifunzione. Un singolo tap sul grilletto ricentra il gimbal, doppio tap attiva il tracking, tenere premuto abilita la modalità Fast per movimenti più reattivi.
Il joystick analogico è il vero upgrade ergonomico rispetto ai competitor economici che montano pad digitali. Offre controllo millimetrico sulla velocità e direzione dei movimenti, con partenze e arresti progressivi invece che binari. Può essere bloccato su un singolo asse (solo pan o solo tilt) per movimenti perfettamente lineari, essenziale per panoramiche pulite senza sbavature accidentali.
La rotella laterale cambia funzione in base al contesto: controlla zoom quando il modulo è scollegato o la luce è spenta, regola intensità o temperatura colore quando la luce è attiva, gestisce focus manuale in app che lo supportano. Funziona nativamente anche con app Fotocamera di iOS e Blackmagic Camera, non solo con Mimo.
Il pulsante M cicla tra quattro modalità di follow:
- Pan-Tilt-Follow: il gimbal segue movimenti orizzontali e verticali
- Pan-Follow: segue solo l’asse orizzontale, mantiene inclinazione fissa
- FPV: segue tutti e tre gli assi incluso il rollio, per effetti soggettiva
- SpinShot: rotazione a 360° del telefono per transizioni creative
Lo schermo di stato al centro dell’impugnatura mostra modalità operativa, percentuale batteria e stato connessione Bluetooth. Superficie lucida che raccoglie impronte, posizionata esattamente dove appoggi il pollice sulla rotella. Funzionale ma sporca in cinque minuti.
L’autonomia è valutata in 10 ore con gimbal fermo, circa 5 ore con tracking attivo, 4 ore con LED acceso. Nei test reali, una giornata standard di riprese con pause tra le scene ha consumato circa 60% della batteria, abbondantemente sufficiente. La ricarica completa richiede 2,5 ore, e puoi alimentare il gimbal tramite powerbank durante l’utilizzo per sessioni più lunghe.
Con iPhone Air l’ergonomia raggiunge il picco: peso complessivo contenuto, bilanciamento perfetto grazie alla leggerezza del telefono, nessuna fatica anche dopo ore. L’attacco magnetico MagSafe opzionale diventa particolarmente sensato con questo modello, considerando che il peso ridotto minimizza il rischio di distacco accidentale.
Integrazione audio
Il modulo multifunzione non è solo tracking e luce, è anche ricevitore wireless per l’ecosistema OsmoAudio di DJI. Supporta DJI Mic Mini, Mic 2 e Mic 3, con possibilità di collegare fino a due trasmettitori simultaneamente.
L’associazione è immediata via pulsante dedicato sul modulo, la connessione wireless elimina la necessità di ricevitore Bluetooth esterno agganciato allo smartphone. La qualità audio catturata con Mic Mini durante i test è stata pulita, senza compressioni evidenti o latenze percettibili.
Il modulo funge anche da passthrough per alimentazione: collegando il cavo USB-C dal modulo allo smartphone, ricevi sia audio dai microfoni che carica dalla batteria del gimbal. Questo risolve il problema cronico degli smartphone con singola porta USB-C: normalmente devi scegliere tra microfono esterno o alimentazione, qui hai entrambi. Si attiva con doppio tap sul pulsante M.
Chi non ha già microfoni DJI dovrà valutare l’investimento aggiuntivo. Un Mic Mini singolo costa circa 60 euro, portando il costo totale sopra i 200. Rimane conveniente rispetto a setup separati, ma non è più un acquisto impulsivo.
Prestazioni sul campo
Sul campo l’Osmo Mobile 8 mantiene le promesse. La stabilizzazione a tre assi elimina efficacemente le vibrazioni durante camminate, corse, e riprese in movimento. I motori lavorano silenziosi, senza ronzii udibili nelle tracce audio anche con microfono integrato dello smartphone.
Il tracking con modulo multifunzione è risultato il più affidabile dei tre sistemi. Mantiene il lock su soggetti in movimento anche con cambi di direzione improvvisi, recupera automaticamente se temporaneamente ostruito, e la fluidità dei movimenti è superiore al tracking DockKit. Il riconoscimento di cani e gatti funziona discretamente bene, anche se animali particolarmente scuri o veloci possono mandarlo in confusione.
Il tracking DockKit ha mostrato il comportamento descritto: movimenti a scatti con pause e riallineamenti rapidi. Non è un difetto, è lo stile dell’algoritmo Apple. In alcune situazioni risulta più naturale che il movimento costante del modulo, soprattutto per contenuti che imitano lo stile documentaristico. L’impossibilità di riposizionare il soggetto resta limitante per chi cerca controllo compositivo.
La rotazione panoramica illimitata si rivela fondamentale in riprese dinamiche. Durante test con soggetto che cammina in cerchio, il gimbal ha mantenuto il tracking senza mai dover resettare la posizione, risultato impossibile con i modelli precedenti. Questo espande le possibilità creative senza dover pensare ai limiti meccanici.
Il range di inclinazione rimane il compromesso maggiore rispetto a gimbal più pesanti e costosi. Angolazioni estreme dall’alto o dal basso richiedono l’uso della cerniera sul braccio estensibile, meno immediato che avere libertà meccanica nativa. Per la maggior parte degli utilizzi non è un problema, ma videografi che necessitano frequentemente di angoli estremi lo noteranno.
Il braccio telescopico si è dimostrato utile soprattutto per autoritratti e riprese di gruppo. I 21,5 cm aggiuntivi cambiano significativamente l’angolo di campo, permettendo di includere più ambiente o più persone senza dover usare ottiche ultra-wide. Diventa leggermente sbilanciato verso il fronte quando completamente esteso, richiedendo una presa più ferma.
Confronto con la concorrenza
Il mercato dei gimbal tascabili si è saturato con proposte simili. Insta360 Flow 2 Pro compete direttamente con tracking DockKit nativo e LED integrato, ma monta joystick digitale meno preciso e treppiede ancora più fragile. Costa circa 145 euro, praticamente identico.
Hohem iSteady V3 Ultra offre schermo LCD rimovibile per controllo remoto e supporta smartphone più pesanti (fino a 400g), ma pesa di più e il modulo di tracking ha avuto problemi di flip indesiderato nelle recensioni. Il modello M7 dello stesso marchio è più robusto ma eccessivo per uso quotidiano casual.
L’Osmo Mobile 8 si distingue principalmente per il joystick analogico, caratteristica rara in questa fascia di prezzo. Chi prevede di usare il gimbal su treppiede per riprese controllate apprezzerà la differenza. La tripla modalità di tracking è più flessibile dei competitor che offrono solo DockKit o solo modulo proprietario.
Il prezzo ufficiale di circa 135 euro lo posiziona nel mezzo della fascia consumer, leggermente più accessibile dei rivali diretti. Considerando la maturità dell’ecosistema DJI e la compatibilità con i microfoni wireless, rappresenta un buon compromesso qualità-prezzo per chi valuta un primo gimbal o un upgrade da modelli più datati.
Il verdetto: che faccio, lo compro?
DJI Osmo Mobile 8 è un gimbal maturo che risolve i limiti concreti delle generazioni precedenti senza stravolgere una formula già funzionante. La rotazione panoramica illimitata elimina una frustrazione reale, il triplo sistema di tracking offre flessibilità adeguata per scenari diversi, il joystick analogico separa questo prodotto dai competitor economici con controlli digitali approssimativi.
Non è perfetto: il range di inclinazione resta limitato, il treppiede è basico, l’incompatibilità tra modulo multifunzione e attacco magnetico rapido costringe a scegliere tra velocità e funzionalità. Ma nel complesso il bilanciamento funziona, soprattutto considerando il prezzo sotto i 150 euro.
Chi trae maggior beneficio da questo gimbal? Creator mobile che pubblicano regolarmente contenuti video e cercano stabilizzazione superiore a quella software degli smartphone. Videografi occasionali che vogliono qualità da riprese in movimento senza investire in attrezzatura pesante. Chiunque già possieda microfoni wireless DJI e cerchi integrazione audio pulita.
Chi può farne a meno? Utenti soddisfatti della stabilizzazione integrata degli smartphone moderni per clip occasionali. Videografi professionali che necessitano range di movimento meccanico estremo. Possessori di smartphone pesanti oltre i 300 grammi che superano le specifiche supportate.
Con iPhone Air l’esperienza raggiunge il massimo potenziale: peso contenuto che rende tutto il sistema bilanciato e comodo anche dopo ore, compatibilità perfetta con DockKit per tracking nativo, possibilità di usare l’attacco magnetico rapido senza preoccupazioni di peso. L’accessorio magnetico MagSafe in particolare trasforma il gimbal in qualcosa di immediatamente utilizzabile: estrai il telefono, click, stai registrando. Per chi possiede questo modello di iPhone, l’accoppiata ha particolare senso.
Al prezzo ufficiale di circa 135 euro, DJI Osmo Mobile 8 rappresenta probabilmente la scelta più equilibrata nel segmento dei gimbal tascabili. Non è il più economico né il più avanzato, ma offre il miglior compromesso tra funzionalità concrete e praticità d’uso quotidiana. Per chi il gimbal lo usa davvero, non solo per i primi giorni dopo l’acquisto.