Motorola Edge 60 Neo ha un super rapporto prezzo qualità (mistergadget.tech)
Motorola ha un problema, ma è il tipo di problema che vorresti avere. Negli ultimi due anni ha costruito una formula talmente solida per gli smartphone di fascia media che ormai la ripete come un mantra: batteria generosa, display luminoso, ricarica rapida, certificazioni militari, colori Pantone.
Funziona? Assolutamente. È prevedibile? Eccome. L’Edge 60 Neo arriva con questa stessa ricetta, alzando ancora l’asticella della batteria e abbassando il prezzo rispetto al predecessore. Resta da capire se bastano questi miglioramenti incrementali a giustificare l’acquisto quando tutto il resto sembra una fotocopia del modello precedente.
Perché diciamolo subito: se avete un Edge 50 Neo in tasca, questo Edge 60 Neo vi sembrerà tremendamente familiare. Stesso linguaggio estetico, stesse dimensioni, stesso feeling al tatto. Motorola ha trovato una comfort zone e ci si è accomodata, per il meglio e per il peggio.
Il prezzo di 399 euro (già in sconto a 349 su Amazon al lancio) rappresenta però un elemento interessante: costa meno del predecessore pur offrendo una batteria significativamente più capiente e aggiungendo la ricarica wireless.
A 399€ (già scontato a 349€) rappresenta uno dei migliori compromessi della fascia media, anche se l’identità stilistica comincia a chiedere un refresh.
+ Ricarica wireless a 15W
+ Display LTPO OLED luminosissimo
+ Tripla fotocamera vera
+ Certificazioni IP68, IP69 e MIL-STD-810H
+ Peso contenuto
– Video 4K limitato
– Moto AI quasi esclusivamente in inglese
– Memoria non espandibile
Indice
- Confezione e primo impatto
- Costruzione e design: la comfort zone Motorola
- Display: qui Motorola non sbaglia
- Prestazioni: buone, ma con un collo di bottiglia
- Fotocamera: tre sensori veri, un merito raro
- Software e intelligenza artificiale: promesse a metà
- Batteria: il vero protagonista
- Il verdetto: che faccio? Lo compro?
Confezione e primo impatto
Apri la scatola e vieni accolto da una fragranza. Motorola ci tiene a questo dettaglio: ogni Edge profuma leggermente, un tocco di ricercatezza che vorrebbe comunicare premium. Il problema è che dura due giorni, poi svanisce e non puoi fare nulla per recuperarlo. È un po’ come comprare una macchina nuova per il profumo degli interni: bello finché dura, poi ti resta tutto il resto.
Dentro trovi il cavo USB-C e una cover rigida in plastica riciclata. La cover è sorprendentemente ben fatta per essere gratuita, offre una buona protezione senza appesantire il telefono. Niente caricatore, ma ormai è diventata la norma e con la ricarica da 68W è meglio usare quello ufficiale Motorola o un terzo con supporto PD adeguato.
Costruzione e design: la comfort zone Motorola
Qui arriviamo al primo nodo. L’Edge 60 Neo è praticamente indistinguibile dall’Edge 50 Neo, dall’Edge 60s e da una manciata di altri modelli recenti. Stesse proporzioni compatte (154,1 x 71,2 x 8,1 mm), stesso peso contenuto (174 grammi), stessa schiena in materiale vegano che Motorola chiama “eco leather” ma che nella sostanza è silicone polimerizzato. Al tatto è morbido e piacevole, non scivola, non trattiene impronte. Funziona.
Il frame è in plastica, ma onestamente a questo prezzo sarebbe ipocrita lamentarsene. La finitura è curata, gli assemblaggi sono solidi. I colori Pantone tornano puntuali: Latte, Frostbite, Poinciana, Grisaille. Sono belli, sì, ma ormai li conosciamo a memoria. Motorola ha costruito un’identità visiva forte, il problema è che sta diventando monotona. Se piazzi tre Edge diversi sul tavolo, a meno di guardare il numero di modello sul retro, farai fatica a distinguerli.
Le certificazioni però contano: IP68 per polvere e acqua (fino a 1,5 metri per 30 minuti), IP69 per resistenza ai getti d’acqua ad alta pressione, e conformità MIL-STD-810H per temperature estreme, cadute da 1,2 metri, umidità elevata. Sulla carta, questo telefono sopravvive meglio di molti flagship. Nella realtà, difficilmente lo metterete alla prova con getti d’acqua industriali, ma sapere che regge temperature da -20°C a +60°C offre una certa tranquillità.
Display: qui Motorola non sbaglia
Il pannello da 6,36 pollici è un punto di forza oggettivo. LTPO P-OLED con risoluzione 1200 x 2670 pixel, refresh rate variabile da 1 a 120Hz, e soprattutto 3000 nit di luminosità di picco. In pieno sole questo schermo si vede benissimo, anche con angolazioni difficili. La tecnologia LTPO gestisce intelligentemente il refresh rate per risparmiare batteria quando non serve fluidità massima.
Il supporto HDR10+ e la copertura dello spazio colore DCI-P3 al 100% garantiscono colori cinematografici e neri profondi tipici degli OLED. La densità di 460 ppi offre nitidezza eccellente, il testo è definito e le immagini sono ricche di dettaglio. Il Gorilla Glass 7i protegge il pannello: è la versione più recente del vetro Corning per la fascia media, promette resistenza migliore ai graffi e alle cadute rispetto al predecessore. Non sarà invincibile, ma è un passo avanti.
C’è l’always-on display, personalizzabile con vari stili. Il lettore d’impronte sotto lo schermo è ottico, veloce e preciso. Nelle settimane di test non ha mai creato problemi, anche con dita leggermente umide. Lo sblocco col volto tramite la fotocamera frontale funziona bene, ma ovviamente è meno sicuro del sensore fisico.
Prestazioni: buone, ma con un collo di bottiglia
Il MediaTek Dimensity 7400 è un processore a 4 nanometri con architettura octa-core (quattro Cortex-A78 a 2,6 GHz e quattro Cortex-A55 a 2,0 GHz), affiancato dalla GPU Mali-G615 MC2. La RAM è LPDDR4X da 8 o 12 GB (a seconda del taglio), la memoria interna UFS 2.2 da 128, 256 o 512 GB. Non c’è espansione, quindi scegliete con criterio.
Nell’uso quotidiano il telefono è fluido: social, navigazione web, multitasking, streaming video, tutto scorre senza intoppi. I giochi casual girano perfettamente, titoli più pesanti come Genshin Impact o Call of Duty Mobile reggono dettagli medi-alti con frame rate stabili, anche se ovviamente non siamo ai livelli di uno Snapdragon 8 Gen 3. Ma per 400 euro non si può pretendere un mostro di potenza.
Il problema vero è la memoria UFS 2.2, che rappresenta il collo di bottiglia di questo dispositivo. Si nota soprattutto nell’app fotocamera: l’interfaccia è leggermente rallentata, passare da una modalità all’altra o scattare foto in sequenza rapida mostra qualche lag. Non è drammatico, ma si percepisce. Nel resto del sistema l’impatto è minimo, ma resta il fatto che memorie UFS 3.1 o 4.0 avrebbero fatto la differenza.
L’audio è stereo, con uno speaker principale sul bordo inferiore e uno ricavato dalla capsula auricolare. Il volume è buono, la qualità discreta per uno smartphone. Non aspettatevi bassi profondi, ma per podcast, video YouTube o chiamate in vivavoce va più che bene. Manca il jack audio da 3,5mm, quindi servono cuffie USB-C, Bluetooth o un adattatore.
Fotocamera: tre sensori veri, un merito raro
Motorola merita credito per aver montato tre fotocamere effettivamente utili anziché riempire il comparto con sensori da 2 megapixel inutili. Il setup include una principale da 50 megapixel con apertura f/1.8 e sensore Sony LYT-700C da 1/1.56″, dotata di PDAF multidirezionale e stabilizzazione ottica. Affiancano un teleobiettivo da 10 megapixel f/2.0 con zoom ottico 3x, anch’esso stabilizzato, e un ultra-grandangolare da 13 megapixel f/2.2 con campo visivo di 120 gradi e PDAF. La frontale è una 32 megapixel f/2.4.
La fotocamera principale fa il suo dovere egregiamente. Di giorno le foto sono nitide, con buona gamma dinamica e colori naturali. Di sera e di notte il sensore si difende bene, il rumore viene contenuto e l’OIS aiuta a mantenere la stabilità. In penombra l’immagine tende leggermente al verde, un’inclinazione cromatica che si nota confrontando gli scatti con altri telefoni. Niente di grave, ma presente.
Lo zoom 3x è una rarità in questa fascia. Certo, 10 megapixel non sono molti e il sensore piccolo limita le prestazioni con poca luce, ma avere uno zoom ottico vero cambia le carte in tavola. Con buona illuminazione gli scatti sono più che accettabili, utili per ritratti o per avvicinare soggetti distanti senza perdere qualità. Altri smartphone a questo prezzo offrono solo zoom digitale, quindi è un valore aggiunto concreto.
L’ultra-grandangolare da 13 MP è onesto: di giorno va bene, la distorsione ai bordi è contenuta, i colori coerenti con la principale. Di notte la qualità cala vistosamente, ma è normale per questa fascia.
La parte video è il tallone d’Achille: massimo 4K a 30fps, niente cambio di lente durante la registrazione. Se parti con la principale, resti sulla principale. Se vuoi passare allo zoom, devi interrompere e ripartire. Nel 2025 è una limitazione frustrante, anche se probabilmente dettata dalle prestazioni del processore e dalla memoria lenta. I video comunque sono stabili grazie all’EIS giroscopico, i colori corretti, l’esposizione gestita bene. Non è uno smartphone per videomaker, ma per clip social va benissimo.
Software e intelligenza artificiale: promesse a metà
Motorola lancia l’Edge 60 Neo con Android 15, una scelta anacronistica considerando che Android 16 è disponibile da mesi. Per uno smartphone di fascia media possiamo chiudere un occhio, anche perché le differenze visibili tra le due versioni sono minime per l’utente finale. L’azienda promette sei anni di aggiornamenti, ma non è chiarissimo quanti saranno major update e quanti patch di sicurezza. Sarebbe meglio specificarlo.
L’interfaccia è quella classica Motorola, pulita e vicina all’Android stock con alcune personalizzazioni utili. Le gesture Moto tornano puntuali: doppio twist del polso per aprire la fotocamera, chop-chop per accendere la torcia, schermo capovolto per silenzioso. Funzionano bene e sono comode una volta presa l’abitudine.
Motorola spinge molto su Moto AI, ma qui arriva la delusione più grande. Le funzionalità AI integrate sono interessanti: suggerimenti contestuali basati su ciò che appare sullo schermo, riassunto delle notifiche, memoria adattiva delle preferenze. Il problema è che quasi tutto funziona solo in inglese. Moto AI comprende l’italiano quando parli o scrivi, ma le risposte arrivano in inglese. Per alcune funzioni è accettabile, per altre diventa frustrante. Un’occasione sprecata, perlomeno al lancio. Speriamo in aggiornamenti rapidi che risolvano.
Il Game Time per ottimizzare l’esperienza di gioco c’è, ma attenzione: all’avvio il software tenta di installarvi giochi indesiderati. Rifiutate serenamente.
Ready For, il sistema Motorola per connettere il telefono a monitor esterni e usarlo come desktop, è presente e funziona, ma richiede accessori dedicati o cavi specifici. Se lavorate in mobilità può tornare utile, altrimenti è una funzione che userete raramente.
Batteria: il vero protagonista
Se dovessimo scegliere un singolo motivo per comprare questo telefono, sarebbe la batteria. Motorola è riuscita a infilare 5000 mAh in un corpo da 174 grammi senza aumentare lo spessore rispetto al predecessore. È un risultato ingegneristico notevole.
Nella pratica, con uso medio (social, mail, navigazione web, foto occasionali, streaming video moderato), questo telefono arriva tranquillamente a due giorni pieni. Uso intenso? Un giorno abbondante. Se siete utenti leggeri, potreste arrivare anche a due giorni e mezzo. L’ottimizzazione di Motorola è sempre stata eccellente, e qui si vede.
La ricarica cablata da 68W è velocissima: in sette minuti recuperate energia per un’intera giornata, la ricarica completa richiede circa 45 minuti. La ricarica wireless da 15W è la ciliegina: non è comune nella fascia sotto i 400 euro, e averla disponibile aggiunge comodità concreta. Basta posare il telefono su un pad compatibile Qi e carica, senza pensarci. Non sarà velocissima come la cablata, ma per la ricarica notturna è perfetta.
Il verdetto: che faccio? Lo compro?
L’Edge 60 Neo viene lanciato a 399 euro nella versione 8/256 GB, con promozioni che lo portano a 349 euro su Amazon e regalano Moto Buds sul sito ufficiale. Costa meno del predecessore pur offrendo batteria più capiente e ricarica wireless. Nel panorama attuale, è uno dei migliori rapporti qualità prezzo della fascia media.
Per chi è questo telefono? Per chi cerca autonomia estrema senza sacrificare peso e dimensioni. Per chi vuole uno smartphone affidabile, ben costruito, resistente, con un buon display e fotocamere oneste. Per chi apprezza la ricarica wireless e non vuole spendere oltre i 400 euro.
Per chi NON è questo telefono? Per chi cerca prestazioni fotografiche da flagship, soprattutto nei video. Per chi vuole l’AI più avanzata in italiano (almeno per ora). Per chi desidera un design fresco e diverso dalla massa Motorola. Per chi ha già un Edge recente, perché le differenze sono marginali.
Motorola ha costruito una formula vincente e continua a replicarla con successo. L’Edge 60 Neo non rompe schemi, non rivoluziona nulla, ma fa bene il suo mestiere e costa il giusto. Il design sta diventando ripetitivo, l’AI è acerba in italiano, i video non convincono. Ma la batteria è mostruosa, il display eccellente, le certificazioni serie, il prezzo competitivo. In definitiva, è uno smartphone concreto per utenti concreti che cercano affidabilità senza fronzoli.
Se l’idea di comprare l’ennesimo Edge con la faccia identica ai precedenti non vi disturba, questo è probabilmente uno dei migliori telefoni sotto i 400 euro che potete comprare oggi. Se invece cercate qualcosa di più eccitante, forse è meglio guardare altrove o aspettare che Motorola decida di cambiare registro. Sempre che ne abbia voglia.