Canva lancia il suo editor AI e sfida CapCut (mistergadget.tech)
Con l’aggiornamento Video 2.0, Canva si trasforma in una piattaforma completa per i creator. L’obiettivo è chiaro: diventare l’alternativa definitiva a CapCut.
Chiunque lavori nel mondo dei contenuti digitali conosce bene il duo che domina il settore: Canva per la grafica, CapCut per i video. Due strumenti che, pur nati con obiettivi diversi, sono diventati indispensabili per creator, marketer e social media manager. Ma con il nuovo Canva Video 2.0, il colosso australiano cambia le regole del gioco: punta a inglobare anche la parte video, sfidando direttamente CapCut sul suo terreno.
Canva Video 2.0: un salto di livello
L’aggiornamento appena rilasciato rappresenta il più grande passo avanti mai fatto da Canva nel mondo del video editing. Durante il Canva Keynote 2025, l’azienda ha dichiarato apertamente la propria ambizione: “Essere la miglior piattaforma video per i content creator di tutto il mondo.” Non un aggiornamento cosmetico, ma una trasformazione strutturale, che cambia completamente il modo in cui si montano i video all’interno della piattaforma.
Timeline multitraccia e editing avanzato
Fino a ieri, l’editor video di Canva si basava su un sistema “a scene”, più simile a una presentazione animata che a un vero software di montaggio. Con Video 2.0, arriva finalmente una timeline multitraccia completa, che consente di sovrapporre più livelli di audio, testo, immagini e clip video. È ora possibile visualizzare le forme d’onda, tagliare e dividere le clip al fotogramma e applicare effetti e transizioni con una fluidità mai vista prima su Canva.
L’intelligenza artificiale al centro del workflow
L’altra grande novità è l’integrazione profonda dell’AI generativa, che trasforma Canva in un assistente creativo completo. Le nuove funzioni principali includono:
- Magic Video, che crea montaggi automatici basandosi su obiettivi o temi inseriti dall’utente.
- Video Generator, capace di generare clip partendo da un semplice prompt testuale, sfruttando modelli come Google Veo-3.
- Beta Sync, che analizza la traccia musicale e sincronizza automaticamente i tagli in base al ritmo.
- Voci narranti realistiche e sottotitoli dinamici, ideali per chi produce contenuti educativi o promozionali.
Il risultato è un ambiente di editing ibrido tra automazione e controllo umano, perfetto per chi vuole velocità senza rinunciare alla personalizzazione.
Canva vs CapCut: due filosofie a confronto
La sfida tra Canva e CapCut non è solo tecnica, ma culturale. Le due piattaforme nascono per pubblici diversi e riflettono visioni opposte del content creation.
Canva è web-first. Funziona ovunque, punta sull’ecosistema cloud e si integra con strumenti collaborativi pensati per team, agenzie e professionisti del marketing. Il suo punto di forza è la coerenza visiva: brand kit, template aziendali, animazioni coordinate. Il limite? Un’interfaccia che, per chi fa editing intensivo, può risultare dispersiva e meno reattiva.
CapCut è mobile-first. Nasce per i creator social, con un’interfaccia semplice, fluida e orientata ai contenuti brevi.
Offre effetti rapidi e strumenti di editing immediati, ma rimane confinato in un contesto più “verticale”: perfetto per TikTok o Reels, meno per produzioni complesse o lavori di branding.
Canva vince sul piano della quantità e varietà: immagini, stock video, grafiche, icone, font e clip royalty-free integrate in un unico ecosistema. CapCut, invece, brilla per pertinenza ai trend social: meno risorse, ma tutte calibrate sui formati e gli stili più virali.
- Il primo spinge forte sulla generazione automatica: può creare da zero una sequenza video coerente, integrando testo, musica e immagini.
- Il secondo preferisce lasciare il controllo al creator, con funzioni AI più mirate — sottotitoli automatici, rimozione dello sfondo e upscaling.
Le versioni Pro sono praticamente equivalenti: 12 euro al mese per Canva, 11,99 euro per CapCut.
La scelta, quindi, non è economica ma strategica: velocità e semplicità mobile o potenza creativa e integrazione desktop.
Quale scegliere (almeno per ora)
Cerchiamo adesso di fare un rapido confronto per chiarirci le idee:
- CapCut resta l’arma migliore per chi crea contenuti brevi, d’impatto e incentrati sui trend. È la scelta naturale per TikToker, influencer e chi lavora su video verticali.
- Canva Video 2.0, invece, parla al mondo del marketing, delle agenzie e dei professionisti che vogliono un flusso integrato tra grafica, brand e video storytelling.
Con questa mossa, Canva non sostituisce ancora del tutto CapCut, ma ne erode pericolosamente il terreno, portando un editing più professionale e collaborativo anche nel segmento dei creator. E se l’evoluzione continua con questa velocità, la domanda “quale scegliere?” potrebbe presto avere una risposta molto diversa.