Il robot umanoide di XPENG sembra uscito da un film di fantascienza distopico (mistergadget.tech)
In un settore affollato di prototipi, l’azienda cinese presenta ‘Iron’, un droide che colpisce per la sua fluidità di movimento e per un design ‘scheletrico’ che ricorda fin troppo da vicino Terminator.
Negli ultimi tempi, le aziende che costruiscono robot umanoidi sono decisamente sulla cresta dell’onda. Il settore è in fermento: da un lato abbiamo Elon Musk, che promette di vendere abbastanza bot Optimus da rappresentare la stragrande maggioranza del valore futuro di Tesla; dall’altro, aziende come 1X hanno lanciato Neo, un automa rivestito di tessuto che, per ora, necessita di essere controllato in remoto da un operatore con visore VR.
Sembra quasi di essere a un’esposizione universale d’altri tempi, dove i veri innovatori devono competere per l’attenzione con chi rischia di fare solo spettacolo. È in questo ambiente saturo che si fa strada l’ultimo droide dalle fattezze umane: un prototipo chiamato Iron, dell’azienda cinese XPENG.
C’è solo un piccolo “problema”: il robot sembra stia dando la caccia a Sarah Connor.
A differenza di molti concorrenti, mancano gli esoscheletri o le coperture eleganti progettate per nascondere ingranaggi e motori alla vista del pubblico. Nel prototipo di XPENG, si può vedere chiaramente la componentistica interna, inclusa quella che sembra essere una GPU, spuntare direttamente dal petto del robot. Il risultato è un design “nudo” e crudo, che lo fa apparire come un incrocio tra un Terminator T-800 e un Lego Bionicle.
Ciò che rende l’effetto ancora più straniante è che questo robot si avvicina molto a replicare il movimento umano. A differenza del Neo di 1X, che in alcune demo si muove in modo incerto e a scatti mentre viene controllato a distanza, il prototipo Iron può essere visto passeggiare… con notevole fluidità in un video pubblicato su YouTube.
Non rimarrà “nudo” a lungo
Nonostante l’impatto visivo del prototipo di Iron abbia scatenato immediati paragoni con Terminator, l’azienda non ha intenzione di lasciare esposta la meccanica interna del suo robot. Come altri umanoidi cinesi, sembra che XPENG abbia già pianificato un “guardaroba” completo, mostrato in una presentazione ufficiale.
Le opzioni vanno da un look minimalista in tessuto, che può essere descritto solo come una tenuta da scherma uscita da Blade Runner 2049, fino a veri e propri look da passerella, che includono un abito da lavoro nero e persino una tradizionale uniforme da studentessa.
Il vero prodotto è l’IA
Indipendentemente dal suo abbigliamento, XPENG sta promuovendo Iron definendolo una “IA fisica” (Physical AI), una definizione che non aiuta certo a dissipare l’aura minacciosa che emana.
In effetti, il prodotto che l’azienda sta pubblicizzando è il software che alimenta il robot, quasi più del droide stesso. Il cuore pulsante di Iron è il modello di grandi dimensioni (LLM) XPENG VLA 2.0. In un comunicato stampa, l’azienda lo descrive come “sia un modello generativo di azione che un modello di mondo fisico per la comprensione e la previsione”. In breve, un’intelligenza artificiale progettata non solo per pensare, ma per agire e interagire con l’ambiente reale.
Calma: la realtà delle demo
Come per la stragrande maggioranza delle affermazioni sull’IA, “vedere per credere”, e le demo tecnologiche dovrebbero sempre essere prese con le pinze.
Vale la pena sottolineare un dettaglio cruciale: il video virale mostra il robot chiaramente legato a una piattaforma su ruote tramite un cavo o un braccio di supporto. Questa piattaforma potrebbe avere il semplice scopo di stabilizzarlo durante i test, oppure potrebbe collegarlo a un computer esterno che esegue i calcoli più complessi.
In ogni caso, i test di laboratorio sono molto diversi dall’applicazione nel mondo reale. Finché non vedremo questo robot piegare il bucato e cucinare la cena in un ambiente domestico imprevedibile, non c’è modo di sapere quanto sia veramente avanzata la sua IA e quanto sia vicino un futuro da film di fantascienza.