Google, stop a queste applicazioni: fai attenzione (mistergadget.tech)
Google ha preso una posizione drastica ma necessaria per migliorare la durata della batteria dei dispositivi Android, annunciando un cambiamento importante che penalizzerà le applicazioni che consumano energia in modo eccessivo.
Questa decisione, che andrà a beneficio diretto degli utenti finali, mira a contrastare l’usura accelerata delle batterie, un problema che costringe gli utenti a ricambiare più spesso i dispositivi o le loro componenti, intensificando inutilmente la produzione.
La nuova politica sarà applicata all’interno del Play Store a partire da marzo 2026. L’azienda ha deciso di penalizzare le applicazioni su Android che mostrano un consumo anomalo della batteria, riducendone la visibilità nel negozio virtuale.
Google dice basta a queste App
L’intervento di Google si concentra in particolare sul meccanismo chiamato “wakelock” (blocco della modalità standby). Il wakelock è un sistema che mantiene il telefono attivo e sveglio anche quando lo schermo è spento. Alcune applicazioni, infatti, mantengono il dispositivo in uno stato di “uso” continuato senza un reale motivo o senza che l’utente se ne renda conto, divorando letteralmente la batteria e rischiando di portare al collasso l’efficienza complessiva del sistema.
A partire dal 1° marzo 2026, le applicazioni non potranno più sfruttare il wakelock senza una ragione impellente. Le modalità di risparmio energetico dovranno essere facilmente attivabili e l’applicazione non potrà aggirarle forzando lo smartphone a restare attivo se non strettamente necessario per la sua funzione.
Per gli sviluppatori, questo cambiamento rappresenta una sfida impegnativa e urgente. Dovranno intervenire rapidamente per riscrivere o ottimizzare le loro applicazioni, dato che le nuove regole entreranno in vigore tra pochi mesi (siamo a novembre e l’attuazione è a marzo). Essere penalizzati nel Play Store significa perdere visibilità, subire una drastica riduzione dei download e, di conseguenza, subire una perdita economica. Intervenire subito è cruciale per scongiurare le penalità e reintrodurre le applicazioni nel Play Store senza limitazioni.
L’attenzione all’efficienza energetica non è un elemento isolato, ma si inserisce pienamente nei “core technical quality metrics” (metriche di qualità tecnica fondamentali) di Google, affiancandosi agli indicatori già in uso che tengono sotto controllo problemi come crash, rallentamenti e malfunzionamenti. L’obiettivo primario di questa integrazione è chiaro: stimolare gli sviluppatori a ottimizzare il codice delle loro app, garantendo così che l’esperienza utente sia più sostenibile dal punto di vista del consumo della batteria.
I dispositivi indossabili hanno già fatto da apripista per questo sistema di misurazione. Attualmente, le applicazioni sono classificate come inefficienti se il loro utilizzo attivo comporta un consumo orario della batteria dello smartwatch superiore al 4,44%.
Google non ha agito da sola in questa definizione, ma ha lavorato in sinergia con Samsung per stabilire questa nuova metrica dedicata al consumo. Questo dimostra la volontà di Google di uniformare gli standard di prestazione su tutto l’ecosistema Android e di estendere il controllo di qualità in modo robusto anche al crescente settore degli wearable.