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Il Dipartimento per l’Ambiente del Regno Unito aggiorna decine di migliaia di PC a Windows 10, ma il supporto ufficiale è già terminato. E i problemi non sono finiti.
In un curioso paradosso tecnologico, il Department for Environment, Food & Rural Affairs (Defra) del Regno Unito ha completato un colossale piano di aggiornamento informatico del valore di 312 milioni di sterline, passando da Windows 7 a… Windows 10. Un’operazione titanica che arriva però con un piccolo dettaglio imbarazzante: Microsoft ha cessato il supporto ufficiale di Windows 10 nell’ottobre 2025.
Il risultato? Il dipartimento ha abbandonato un sistema obsoleto per adottarne un altro che è già considerato a fine vita, lasciando molti osservatori perplessi sulla strategia di modernizzazione della pubblica amministrazione britannica.
Un upgrade da milioni… ma fuori tempo massimo
Secondo la documentazione presentata da Defra al Parlamento, il programma di aggiornamento ha permesso di eliminare oltre 31.000 laptop obsoleti, risolvere migliaia di vulnerabilità critiche e chiudere uno dei data center centrali, con altri in lista per la dismissione nei prossimi anni.
L’obiettivo del piano era chiaro: sbarazzarsi di piattaforme vecchie e insicure, eredità di anni di ritardi e debito tecnico accumulato, garantendo continuità ai servizi essenziali come il monitoraggio delle inondazioni e le operazioni di frontiera.
Peccato che, nel frattempo, Windows 10 sia giunto al capolinea. L’upgrade a un sistema operativo già deprecato sembra quindi più un tentativo di guadagnare tempo che una soluzione strutturale.
24.000 dispositivi ancora “a fine vita”
Il rapporto di Defra non nasconde la portata del problema: 24.000 dispositivi sono ancora classificati come “end-of-life”, mentre altri 26.000 smartphone e componenti di rete sono in attesa di sostituzione. Molti dei nuovi laptop installati non riescono nemmeno a soddisfare i requisiti minimi per l’eventuale migrazione a Windows 11, segno che la transizione è stata più “di facciata” che di sostanza.
Non è chiaro, inoltre, se il dipartimento abbia intenzione di pagare a Microsoft il supporto esteso per Windows 10, che garantirebbe patch di sicurezza per altri due anni. Senza questa estensione, il rischio è di ritrovarsi di nuovo scoperti in tempi brevissimi.
Dalla scrivania al cloud: la prossima sfida
Il piano tecnologico di Defra prevede una fase due, con la migrazione delle applicazioni critiche verso ambienti cloud e la progressiva riduzione del debito tecnico accumulato negli anni. L’obiettivo dichiarato è modernizzare i servizi pubblici digitali, eliminare la burocrazia cartacea e migliorare l’efficienza tramite automazione e intelligenza artificiale.
In teoria, questa transizione dovrebbe consentire risparmi significativi nella prossima revisione della spesa pubblica, migliorando l’affidabilità dei sistemi e riducendo le interruzioni operative. Nella pratica, tuttavia, i grandi progetti tecnologici della pubblica amministrazione britannica hanno spesso superato i budget e mancato le scadenze.
Un déjà-vu digitale
Gli esperti del settore IT vedono in questa operazione un caso emblematico di ciò che viene chiamato “tecnical debt recycling”: spendere enormi somme per passare da una tecnologia obsoleta a una solo marginalmente migliore, senza affrontare i problemi di fondo.
Defra giustifica la scelta spiegando che il passaggio immediato a Windows 11 non era possibile per limiti hardware e compatibilità con alcune applicazioni critiche. Tuttavia, l’assenza di una roadmap chiara per l’aggiornamento futuro solleva dubbi sulla sostenibilità della strategia.
In sintesi, il ministero ha ottenuto stabilità temporanea, ma non un vero salto di qualità. Il rischio, come osservano diversi analisti, è di ritrovarsi presto nella stessa situazione di partenza, con sistemi di nuovo datati e vulnerabili.
Modernizzare la PA è (ancora) un’impresa
La vicenda Defra mette in luce una sfida comune a molte amministrazioni pubbliche europee: modernizzare l’infrastruttura digitale senza interrompere i servizi essenziali, spesso con hardware vetusto e software stratificato nel tempo.
Mentre altri enti governativi britannici stanno puntando su piattaforme cloud-native e software open source, Defra sembra aver optato per una strategia più conservativa, rinviando la trasformazione vera e propria.
Per ora, l’upgrade a Windows 10 offre una boccata d’ossigeno a un ecosistema informatico in affanno.
Ma senza una migrazione rapida al cloud e una visione più lungimirante, rischia di diventare solo l’ennesimo “cerotto digitale” su una ferita strutturale.