Ricerca Google diventa più intelligente (mistergadget.tech)
Due nuove funzioni sperimentali — Nano Banana e Deep Search — trasformano la ricerca in un hub creativo basato su Gemini
L’intelligenza artificiale continua a plasmare il futuro di Google, e questa volta lo fa partendo dal suo cuore pulsante: la Ricerca. Dopo l’arrivo di AI Mode, ora attiva anche in Italia, il colosso di Mountain View ha avviato nuovi test che puntano a rendere la barra di ricerca di Chrome un centro di comando per la creatività e la produttività AI, non più solo un luogo in cui digitare query testuali.
Sulle versioni Canary di Chrome, destinate agli sviluppatori e agli utenti più curiosi, sono comparsi due nuovi pulsanti sperimentali sotto la classica barra di ricerca: Nano Banana e Deep Search. Entrambi fanno parte dell’integrazione progressiva di Gemini, il modello linguistico e multimodale di nuova generazione su cui Google sta costruendo il suo intero ecosistema.
Nano Banana: la creatività AI a portata di click
Il primo tasto, Nano Banana, attiva un prompt automatico nella barra di ricerca con la frase “Crea un’immagine di…”. Da lì, Chrome apre direttamente l’interfaccia di Gemini 2.5 Flash, il sistema di generazione visiva ultra-rapido già integrato nella suite Google Labs. In pratica, basta un click per trasformare la ricerca in una richiesta creativa: un’immagine, un’illustrazione o un concept visuale.
È un passo che rende la barra di ricerca qualcosa di molto più vicino a un pannello di creazione universale, dove testo, immagini e idee possono coesistere nello stesso flusso.
Un’anticipazione, forse, di ciò che vedremo con le future versioni di Chrome AI, che integreranno anche la possibilità di modificare, descrivere o espandere contenuti visivi direttamente dal browser.
Deep Search: la ricerca diventa conversazione
Il secondo chip, chiamato Deep Search, rappresenta invece il lato più “intellettuale” dell’esperimento.
Cliccandolo, il browser inserisce automaticamente la frase “Aiutami a cercare…”, dando il via a una sessione di ricerca assistita da Gemini.
Qui l’AI interviene come intermediario intelligente, aiutando l’utente a formulare domande complesse o multi-step — come “trova i migliori laptop per editing video sotto i 1000 euro e confronta le recensioni recenti” — per poi presentare risultati più coerenti e sintetici.
In pratica, la classica ricerca per parole chiave evolve in una forma di dialogo ragionato con l’intelligenza artificiale, che elabora le risposte tenendo conto del contesto, delle fonti affidabili e del tono desiderato (più tecnico, sintetico o esplorativo).
Le due funzioni, pur sperimentali, suggeriscono una direzione chiara: Google sta trasformando la sua barra di ricerca in un hub universale per interagire con l’AI.
Digitare un indirizzo web o una query sarà solo una delle tante possibilità. La ricerca classica resterà, ma sarà sempre più affiancata — e in certi casi sostituita — da interazioni naturali, creative e multimodali.
Questa evoluzione si lega al progetto “Search Generative Experience” (SGE), che Google sta progressivamente espandendo in tutto il mondo, e al tentativo di integrare l’intelligenza artificiale nel browser come estensione diretta della mente umana, capace di assistere, creare e anticipare.
L’intelligenza artificiale come nuovo volto della Ricerca
Con queste novità, Google conferma la propria strategia di fondo: non sostituire la ricerca tradizionale, ma ampliarla attraverso l’AI.
Dopo anni in cui l’interfaccia di Chrome è rimasta sostanzialmente immutata, l’arrivo di Gemini segna un punto di svolta.
La Ricerca non è più solo un archivio di risposte, ma un assistente creativo capace di immaginare, comprendere e costruire. Se oggi Nano Banana e Deep Search sono solo due esperimenti, domani potrebbero diventare le nuove icone del modo in cui esploriamo e creiamo online.