Lg Smart Monitor Swing è un ibrido tra TV e Monitor (mistergadget.tech)
Qualità immagine buona ma non eccellente, con luminosità limitata (350 cd/m²) e riflessi evidenti in ambienti luminosi. Audio debole. L’assenza di batteria (presente invece su LG StanbyME) richiede connessione costante alla rete elettrica.
Prezzo elevato (circa 1000€) difficile da giustificare rispetto ad alternative con monitor e carrello separati.
+ Touchscreen preciso e intuitivo
+ Braccio telescopico con regolazioni complete
+ Tre porte USB-C con Power Delivery fino a 65W
+ Design borderless elegante
+ Base stabile con ruote
+ Rotazione automatica interfaccia
+ Installazione semplice
+ Supporto AirPlay 2 e Screen Share
+ Funzioni intelligenti
– Luminosità limitata
– Riflessi evidenti
– Audio integrato debole
– Prezzo elevato
– Touchscreen lento
Indice
- Design e costruzione: l’eleganza della mobilità
- L’assenza che pesa: niente batteria, niente vera mobilità
- Display: prestazioni buone ma non eccellenti
- Touchscreen: funzionale ma non fulmineo
- Il vero punto di forza: webOS 24
- Connettività: completa ma non all’avanguardia
- Audio: il punto debole
- Caratteristiche e funzioni intelligenti
- Non è un televisore: un chiarimento necessario
- Il dilemma del prezzo: 1000 euro ben spesi?
- Consumi e sostenibilità
- Confronto con la concorrenza: StanbyME e alternative
- Verdetto: un prodotto di nicchia ben eseguito
A volte, nel mondo della tecnologia, la flessibilità rappresenta il vero valore di un prodotto, più della sua scheda tecnica o delle sue prestazioni pure. È il caso dell’LG Smart Monitor Swing, un dispositivo che fa della versatilità estrema il suo tratto distintivo principale, reinterpretando il concetto stesso di monitor attraverso una mobilità fisica che pochi competitor osano esplorare.
Prima di proseguire, però, è fondamentale chiarire un equivoco che potrebbe facilmente generarsi: LG Swing e LG StanbyME, pur apparendo molto simili e condividendo lo stesso DNA progettuale, sono prodotti differenti con obiettivi e target diversi, almeno secondo le intenzioni di LG. Lo StanbyME si posiziona come una smart TV portatile con batteria integrata, pensata per l’intrattenimento mobile. Lo Swing, invece, si propone come smart monitor orientato alla produttività e al lavoro ibrido, privo di batteria ma con un focus più marcato sulle funzionalità da postazione.
Dal nostro punto di vista, tuttavia, la distinzione appare piuttosto sottile: parliamo praticamente dello stesso concetto, con l’unica differenza significativa della batteria, presente su StanbyME e assente su Swing. Una scelta che, come vedremo, ha conseguenze importanti sull’esperienza d’uso complessiva.
Design e costruzione: l’eleganza della mobilità
L’LG Swing 32U889SA si presenta con un design che cattura immediatamente l’attenzione. Il pannello da 31,5 pollici con cornici quasi invisibili su tre lati sembra fluttuare su un braccio articolato che emerge da una base squadrata e robusta. Il sistema OneClick semplifica enormemente il montaggio: bastano quattro viti per fissare il braccio alla base, quindi si aggancia il monitor con un semplice click e si collega il cavo di alimentazione integrato nel braccio stesso.
Le regolazioni meccaniche sono complete e generose: escursione in altezza di 328,1 mm, inclinazione da -20° a +50°, rotazione orizzontale da -60° a +90°, e pivot a 90° per l’orientamento verticale. È un concentrato di versatilità che funziona egregiamente, permettendo di adattare il monitor a qualsiasi situazione o postura.
La base ospita l’alimentatore nascosto, un dettaglio che contribuisce all’estetica pulita del prodotto, mentre quattro ruote gommate permettono di spostare il tutto con relativa facilità. Dico “relativa” perché i 21,2 kg complessivi del sistema montato richiedono comunque un certo sforzo, soprattutto su superfici morbide come i tappeti.
Il rivestimento bianco opaco domina l’estetica, conferendo un aspetto moderno e minimal che si integra bene in ambienti domestici e professionali. La plastica utilizzata non è proprio premium al tatto, ma la qualità costruttiva generale è solida e rassicurante. Qualche piccolo disallineamento tra i pannelli plastici si nota guardando da vicino, ma nulla che comprometta la sostanza.
L’assenza che pesa: niente batteria, niente vera mobilità
Ed eccoci al punto cruciale: l’assenza della batteria. Se StanbyME può essere spostato liberamente e utilizzato ovunque grazie all’alimentazione a batteria (pur con autonomia limitata), lo Swing richiede costantemente una presa di corrente nelle vicinanze. Il cavo di alimentazione diventa un guinzaglio che limita proprio quella libertà di movimento che dovrebbe essere il punto di forza del prodotto.
In cucina per seguire una ricetta, in soggiorno per una videochiamata, in camera per una sessione di streaming serale: tutti scenari teoricamente perfetti per questo dispositivo, ma che richiedono sempre una presa disponibile. La promessa di mobilità si scontra quindi con la realtà pratica: puoi spostare il monitor, certo, ma solo dove arriva il cavo.
Questo non è necessariamente un difetto fatale, ma cambia radicalmente la natura del prodotto. Non è più un dispositivo veramente mobile, ma piuttosto un monitor molto flessibile che può essere riposizionato quando necessario. Una differenza sottile ma significativa.
Display: prestazioni buone ma non eccellenti
Il cuore tecnologico dello Swing è un pannello IPS da 31,5 pollici con risoluzione UHD 4K (3840×2160), touchscreen capacitivo a 10 punti e trattamento antiriflesso. La copertura del 95% dello spazio colore DCI-P3 e la profondità di 10 bit promettono una resa cromatica di buon livello.
La realtà, però, presenta qualche compromesso. La luminosità massima di 350 cd/m² si rivela il vero tallone d’Achille del pannello. In ambienti con illuminazione controllata il display si comporta dignitosamente, con colori vivaci e dettagli ben definiti. Ma quando la luce ambiente aumenta, i riflessi diventano evidenti e la luminosità non riesce sempre a contrastarli efficacemente.
Il trattamento antiriflesso, pur presente, non è particolarmente efficace. In una stanza illuminata o con finestre nelle vicinanze, gli specchiamenti compromettono la leggibilità dello schermo. Considerando che questo è un dispositivo mobile per definizione, pensato per essere utilizzato in diversi ambienti, si tratta di una limitazione piuttosto significativa.
Il tempo di risposta di 5ms GtG e il refresh rate di 60Hz collocano questo monitor nel territorio del consumo multimediale e della produttività, escludendo gli utilizzi gaming più esigenti. Il contrasto nativo di 1000:1 è standard per la tecnologia IPS: adeguato ma non entusiasmante, lontano dai livelli degli OLED.
L’angolo di visione di 178° su entrambi gli assi è invece eccellente: il pannello IPS mantiene una resa cromatica coerente anche da posizioni laterali estreme, caratteristica fondamentale per un dispositivo pensato per essere condiviso.
Touchscreen: funzionale ma non fulmineo
Il touchscreen capacitivo a 10 punti aggiunge un livello di interattività interessante, trasformando il monitor in una sorta di tablet gigante. La risposta al tocco è generalmente precisa, ma non aspettatevi la reattività di uno smartphone moderno.
Il sistema reagisce con un leggero ritardo agli input, soprattutto quando si naviga nell’interfaccia webOS. Bisogna abituarsi a toccare e attendere un istante prima che l’azione venga registrata. Non è un problema drammatico nell’uso quotidiano, ma si nota, soprattutto se si è abituati alla reattività immediata di tablet e smartphone.
La funzionalità di rotazione automatica dell’interfaccia quando si passa da orientamento orizzontale a verticale è un tocco di classe che funziona bene, anche se con qualche esitazione occasionale.
Il vero punto di forza: webOS 24
Se c’è un aspetto in cui l’LG Swing brilla davvero, è l’integrazione di webOS 24. Il sistema operativo di LG trasforma questo monitor in un dispositivo autonomo e completo, capace di funzionare senza alcun computer collegato.
Netflix, Prime Video, Disney+, YouTube e praticamente qualsiasi servizio di streaming sono accessibili direttamente. L’app Switch permette di dividere lo schermo in fino a 6 sezioni per il multitasking, mentre il supporto ai servizi di cloud gaming apre scenari d’uso interessanti senza necessità di console o PC dedicati.
L’integrazione con Microsoft 365 e Google Workspace via browser permette di lavorare direttamente sul monitor, trasformandolo in una workstation completa. La funzione Remote PC consente di controllare il proprio computer da remoto, un’opzione comoda per chi lavora in smart working.
La ThinQ Home Dashboard aggiunge la possibilità di controllare gli elettrodomestici smart LG direttamente dal monitor, un plus per chi ha già un ecosistema domestico del brand coreano.
L’interfaccia webOS, va detto, non è perfetta. È leggermente datata nel design e alcuni elementi grafici appaiono un po’ sgranati, nonostante il pannello 4K. La navigazione tra i menu non è sempre intuitiva, soprattutto per chi non ha familiarità con le smart TV LG. Ma funziona, è stabile e offre accesso a un catalogo vastissimo di applicazioni.
Connettività: completa ma non all’avanguardia
Il reparto connessioni fisiche è ben fornito. Le tre porte USB-C, di cui una con Power Delivery da 65W, permettono di collegare e alimentare contemporaneamente un laptop, trasformando lo Swing in un hub completo per la postazione di lavoro. Le due porte HDMI 2.0 sono sufficienti per collegare console, set-top box o altri dispositivi.
L’assenza di HDMI 2.1 si fa notare per chi possiede console di ultima generazione o PC gaming di fascia alta, limitando le possibilità con i contenuti a risoluzione e refresh rate più elevati. Un compromesso comprensibile dato il posizionamento del prodotto, ma comunque un limite.
Il supporto ad AirPlay 2 per i dispositivi Apple e Screen Share per Android rende semplicissimo il mirroring wireless, mentre Bluetooth permette di collegare cuffie e altri accessori senza cavi.
L’uscita cuffie completa un quadro di connessioni pensato per l’uso quotidiano, anche se l’assenza di una porta Ethernet potrebbe dispiacere a chi preferisce connessioni cablate per stabilità.
Audio: il punto debole
Gli speaker integrati da 10W (5W+5W) rappresentano forse la delusione maggiore. Sono sufficienti per l’audio di sistema, per guardare un video di YouTube o per una videochiamata occasionale, ma si fermano qui.
La resa è piatta, priva di corpo nei bassi e con una gamma media che tende a confondersi nei momenti più caotici. Per un utilizzo multimediale serio, un paio di cuffie o un sistema audio esterno diventano praticamente indispensabili.
È un peccato, considerando che l’anima smart del dispositivo invita proprio a un utilizzo standalone per lo streaming. L’eARC su una delle porte HDMI permette almeno di collegare facilmente una soundbar, ma aggiunge un elemento esterno che contrasta con l’idea di dispositivo all-in-one.
Caratteristiche e funzioni intelligenti
L’LG Swing integra diverse funzionalità di ottimizzazione dell’immagine. Il supporto HDR10 migliora la resa dei contenuti compatibili, anche se la luminosità limitata non permette di sfruttare appieno il potenziale della tecnologia.
La luminosità automatica regola l’intensità dello schermo in base alla luce ambiente, una funzione utile anche se non sempre perfettamente calibrata. Flicker Safe riduce lo sfarfallio impercettibile che può causare affaticamento visivo durante l’uso prolungato.
Il Reader Mode ottimizza colori e contrasto per la lettura prolungata, riducendo l’emissione di luce blu. Lo Smart Energy Saving contribuisce a contenere i consumi, un dettaglio apprezzabile considerando l’uso prolungato tipico di un monitor.
Il Dynamic Tone Mapping analizza i contenuti in tempo reale e ottimizza luminosità e contrasto per ogni scena, migliorando la resa di film e serie TV, anche se l’effetto è più evidente in ambienti poco illuminati.
Non è un televisore: un chiarimento necessario
È importante sottolineare che, nonostante l’aspetto e le funzionalità smart, questo non è un televisore. Manca completamente la connessione per l’antenna esterna, quindi non è possibile ricevere i canali del digitale terrestre o satellitari direttamente.
L’accesso alla TV in chiaro è possibile solo tramite le app di catch-up dei vari broadcaster (RaiPlay, Mediaset Infinity, etc.), che richiedono una connessione internet. Per molti utenti questo non rappresenta un problema, ma è un dettaglio da conoscere prima dell’acquisto.
Il dilemma del prezzo: 1000 euro ben spesi?
Ed eccoci alla domanda fondamentale: vale 1000 euro? La risposta, come spesso accade, è: dipende.
Se cercate la massima flessibilità in un unico prodotto integrato, con un’estetica curata e la comodità di non dover gestire componenti separati, l’LG Swing ha un suo senso. Il sistema webOS è genuinamente utile, il touchscreenfunziona bene per la navigazione e l’interazione diretta, la qualità costruttiva è solida.
Ma se guardiamo con occhio critico, sorge un dubbio legittimo: perché non acquistare un ottimo monitor 4K da 32 pollici e un supporto mobile con ruote separatamente? Si spenderebbe meno della metà, ottenendo potenzialmente una qualità d’immagine superiore e la stessa mobilità.
Un monitor IPS 4K di buona qualità si trova facilmente sotto i 400 euro, mentre un supporto professionale con ruote, braccio articolato e regolazioni complete costa intorno ai 200-300 euro. Totale: circa 600-700 euro, con un risparmio sostanziale e la possibilità di scegliere un pannello con caratteristiche migliori (maggiore luminosità, contrasto più elevato, gamut colore più ampio).
Certo, si perde l’integrazione estetica, il sistema webOS nativo e il touchscreen. Ma per molti utenti, questi vantaggi non giustificano il premium price richiesto da LG.
Per tutti gli altri, la soluzione “monitor + supporto separati” rimane più economica e probabilmente più sensata.
Consumi e sostenibilità
I consumi energetici sono nella norma per un display di queste dimensioni. In modalità sleep si scende sotto i 0,5W, mentre con il dispositivo completamente spento si rimane sotto i 0,3W. L’alimentazione universale 100-240V garantisce la compatibilità globale.
La funzione Smart Energy Saving ottimizza automaticamente i consumi durante l’uso, anche se l’assenza di dati precisi sul consumo in utilizzo standard rende difficile quantificare l’impatto reale sulla bolletta. Possiamo stimare un consumo medio tra i 40 e i 60W in uso tipico, paragonabile ad altri monitor della stessa categoria.
Confronto con la concorrenza: StanbyME e alternative
Il confronto più naturale è con il fratello LG StanbyME 2, che offre una batteria integrata e un design ancora più portatile, ma con una risoluzione inferiore (2560×1440 contro i 3840×2160 dello Swing). Lo StanbyME è più versatile come dispositivo mobile, lo Swing offre un’immagine più nitida e si posiziona meglio come strumento di lavoro.
Tra le alternative complete sul mercato, troviamo pochi competitor diretti. I monitor smart tradizionali come gli LG MyView o alcuni modelli Samsung offrono funzionalità smart simili ma con supporti fissi. Chi cerca mobilità deve guardare a soluzioni composite, perdendo l’integrazione ma guadagnando in flessibilità e rapporto qualità/prezzo.
Verdetto: un prodotto di nicchia ben eseguito
L’LG Smart Monitor Swing è un prodotto ben costruito, con un’anima smart genuinamente utile e una versatilità meccanica invidiabile. Il sistema webOS 24 funziona egregiamente, il touchscreen è reattivo, la qualità costruttiva è solida.
Ma manca forse il coraggio di essere davvero rivoluzionario. L’assenza della batteria lo relega a essere “un monitor molto flessibile” piuttosto che “un dispositivo veramente mobile”. La qualità delle immagini è buona ma non eccellente, con una luminosità che avrebbe meritato valori più generosi per giustificare il posizionamento premium.
Il prezzo rappresenta la vera barriera: 1000 euro sono tanti quando alternative più economiche offrono risultati comparabili. L’LG Swing ha senso per chi cerca una soluzione integrata e non vuole compromessi estetici, ma diventa difficile consigliarlo senza riserve quando il mercato offre opzioni più versatili o più economiche.
Resta un dispositivo interessante per applicazioni specifiche e per chi valorizza l’integrazione sopra ogni altra cosa, ma non è l’acquisto ovvio che potrebbe sembrare a prima vista. La flessibilità è il suo punto di forza, ma anche la scheda tecnica conta, e qui i compromessi si fanno sentire.