
caricabatterie unico UE (mistergadget.tech)
Il nuovo regolamento UE 2025 completa la rivoluzione del caricatore unico: porta USB-C obbligatoria anche sul corpo dell’alimentatore, logo “Common Charger” e nuove regole di efficienza energetica.
L’Unione Europea completa il percorso verso il caricatore universale. Dopo aver reso obbligatoria la porta USB-C sui dispositivi elettronici con la direttiva del 2022, arriva ora il nuovo regolamento 2025 sull’ecodesign degli alimentatori esterni, che estende l’obbligo anche al lato caricabatteria. In altre parole, non solo smartphone e laptop dovranno usare lo standard USB-C, ma anche il “mattoncino” di alimentazione dovrà integrare almeno una porta USB-C removibile.
Una rivoluzione che chiude il cerchio
Il nuovo regolamento — che abroga formalmente il precedente (UE) 2019/1782 — sarà pubblicato a breve sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e diventerà effettivo a partire dalla fine del 2028.
Si tratta del passo finale di un percorso iniziato nel 2019 e proseguito nel 2022, quando l’UE aveva imposto la porta USB-C sui dispositivi elettronici come smartphone, tablet e laptop (dal 28 dicembre 2024 per i primi e dal 28 aprile 2026 per i portatili). Ora, con il nuovo testo, l’obbligo si estende al caricatore stesso, uniformando l’intero ecosistema di ricarica.
USB-C obbligatoria anche lato alimentatore
La novità principale è l’obbligo per tutti i caricatori “interoperabili” — cioè quelli compatibili con più dispositivi di consumo — di integrare almeno una porta USB-C. Inoltre, viene introdotto il divieto dei cavi fissi (“hard-wired”), così da evitare che la rottura di un solo cavo comporti lo smaltimento dell’intero caricatore. Il cavo dovrà essere staccabile e sostituibile, rendendo il sistema più sostenibile e modulare.
Il regolamento elimina i limiti di potenza (prima fissati a 250 W) e amplia il campo di applicazione a una gamma di prodotti molto più vasta, includendo anche:
- caricatori wireless,
- basi di ricarica,
- cavi USB-C, soggetti a nuovi requisiti di efficienza.
Nasce il logo “Common Charger”
Per facilitare i consumatori, l’UE introdurrà un logo ufficiale “Common Charger”, che identificherà gli alimentatori compatibili con più dispositivi. Questo marchio servirà a distinguere chiaramente i prodotti conformi alle norme UE, riducendo la confusione e incentivando il riuso dei caricabatterie già in possesso. Il logo comune diventerà così un simbolo di interoperabilità e sostenibilità, destinato a comparire su confezioni, etichette e documentazione tecnica.
Efficienza energetica più severa
Il nuovo regolamento non si limita alla compatibilità: introduce anche standard energetici più rigidi per ridurre gli sprechi di elettricità. Oltre ai limiti di consumo a vuoto e rendimento medio già fissati nel 2019, viene ora aggiunta una soglia minima di efficienza a basso carico (10%), cruciale per migliorare il comportamento dei caricabatterie in standby o durante la ricarica di dispositivi a basso consumo.
Secondo le stime del Direttorato per l’Energia, queste misure porteranno a un risparmio annuo di circa 0,7 TWh entro il 2035, equivalente all’energia consumata in un anno da oltre 200.000 famiglie europee.
Periodo di transizione per i caricabatterie ad alta potenza
Per gli alimentatori ad alta potenza (oltre 100W), soprattutto quelli USB Power Delivery (PD) destinati ai laptop, è prevista una deroga temporanea di due anni. Durante questo periodo, continueranno ad applicarsi i vecchi requisiti del regolamento 2019/1782, per permettere ai produttori di adeguare le tecnologie più potenti ai nuovi standard. In pratica, il mercato dei laptop non subirà modifiche immediate, e la piena conformità arriverà entro la fine del 2028.
Un passo concreto verso la sostenibilità
Il nuovo quadro normativo europeo non riguarda solo la comodità degli utenti, ma soprattutto la riduzione dei rifiuti elettronici: ogni anno, nell’UE, vengono smaltiti circa 12.000 tonnellate di caricabatterie, spesso ancora funzionanti. Con l’obbligo dell’USB-C su entrambi i lati e la possibilità di sostituire solo il cavo, l’Unione mira a ridurre in modo significativo questa quantità, oltre a semplificare la vita dei consumatori.