
L’invenzione più prodotta in serie al mondo non è quella che pensi (mistergadget.tech)
Non si tratta della ruota, né dello smartphone o dell’automobile. L’oggetto più prodotto nella storia dell’umanità è qualcosa di invisibile, ma presente in ogni istante della nostra vita digitale.
Quando si pensa alle grandi invenzioni che hanno cambiato il mondo, vengono subito in mente la ruota, la stampa o il motore a combustione. Eppure, nessuna di queste ha raggiunto i numeri astronomici dell’invenzione più prodotta in serie nella storia: il transistor.
Un minuscolo componente elettronico, invisibile a occhio nudo, ma essenziale per il funzionamento di computer, smartphone, TV, automobili e praticamente ogni dispositivo elettronico moderno.
Indice
Dal tubo a vuoto al cuore dell’era digitale
Il transistor nacque nel 1947 nei Bell Labs di New Jersey, quando tre scienziati — John Bardeen, William Shockley e Walter Brattain — svilupparono il primo transistor a contatto puntiforme, aprendo la strada all’elettronica moderna.
Prima della sua invenzione, i computer funzionavano con ingombranti tubi a vuoto, che si surriscaldavano facilmente, consumavano molta energia e si guastavano spesso.
Il transistor cambiò tutto. Piccolo, efficiente e affidabile, divenne presto la base su cui si costruì la rivoluzione tecnologica del secondo dopoguerra.

Oggi, più di 13 sestilioni di transistor (ovvero 13 seguiti da 21 zeri) sono stati prodotti nel mondo — un numero talmente grande che supera di gran lunga la quantità di granelli di sabbia presenti su tutte le spiagge della Terra.
Il cervello invisibile di ogni dispositivo
Un transistor è, in sostanza, un minuscolo interruttore elettronico che può trovarsi in due stati: acceso (1) o spento (0).
Questo principio semplice è alla base del linguaggio binario, il codice con cui tutti i computer elaborano informazioni.
I transistor moderni sono di tipo MOSFET (Metal-Oxide-Semiconductor Field-Effect Transistor), costruiti principalmente in silicio, materiale che li ha resi economici e facilmente miniaturizzabili.
Per dare un’idea delle proporzioni: un processore moderno può contenere oltre 40 miliardi di transistor, ciascuno grande appena 3 o 5 nanometri, cioè migliaia di volte più sottile di un capello umano.
Nel 1971, il primo microprocessore Intel ne conteneva solo 2.300 — un’evoluzione che mostra in modo spettacolare quanto la miniaturizzazione abbia trasformato la tecnologia.
Il limite fisico (e il futuro) dei transistor
Tuttavia, questa corsa alla miniaturizzazione sta arrivando al limite. Un atomo di silicio misura circa 0,2 nanometri, il che significa che non è fisicamente possibile costruire transistor molto più piccoli di quelli attuali.
Per superare questa barriera, i ricercatori stanno esplorando nuovi materiali come il grafene o i semiconduttori bidimensionali (2D), capaci di portare ulteriormente avanti i confini dell’elettronica tradizionale.

Parallelamente, si fa strada un nuovo paradigma: l’informatica quantistica. In questo settore emergente, i classici transistor vengono sostituiti dai qubit, unità che sfruttano le leggi della meccanica quantistica per rappresentare più stati contemporaneamente.
Se questa tecnologia dovesse affermarsi su larga scala, potremmo assistere al primo vero superamento del transistor dopo quasi ottant’anni di dominio assoluto.
Un’invenzione invisibile ma onnipresente
Che si tratti di un laptop, di un frigorifero smart o di una console di gioco, ogni secondo della nostra vita moderna è scandito da miliardi di transistor che lavorano in silenzio.
È grazie a loro se possiamo navigare online, guardare film in streaming o controllare la temperatura di casa con un’app.
La loro presenza è così diffusa che è praticamente impossibile immaginare il mondo senza transistor, il mattoncino fondamentale della società digitale.
E finché continueremo a produrre dispositivi elettronici, questa piccola invenzione resterà la più replicata — e probabilmente la più importante — della storia umana.