
Samsung Galaxy Watch 9 rileverà l'insufficienza cardiaca (mistergadget.tech)
Samsung annuncia l’arrivo di una funzione AI sui Galaxy Watch capace di rilevare la disfunzione ventricolare sinistra, precursore dell’insufficienza cardiaca.
Samsung aggiunge un nuovo e importante tassello al suo impegno nella salute digitale. Il colosso sudcoreano ha annunciato ufficialmente che, grazie a un nuovo aggiornamento basato sull’intelligenza artificiale, i Galaxy Watch saranno in grado di individuare la disfunzione sistolica ventricolare sinistra (LVSD), una condizione spesso silente ma strettamente legata all’insufficienza cardiaca. Si tratta di una delle funzioni più ambiziose mai introdotte in un dispositivo indossabile consumer.
Samsung Galaxy Watch 8: un passo avanti per la salute preventiva
Gli smartwatch non sono più semplici accessori per notifiche o fitness: negli ultimi anni si sono trasformati in veri strumenti di monitoraggio del benessere, capaci di registrare parametri vitali, analizzare il sonno e persino segnalare potenziali anomalie cardiache. Con questa nuova funzione, Samsung compie un passo decisivo verso la prevenzione delle patologie cardiache.
La disfunzione sistolica ventricolare sinistra (LVSD) si verifica quando la principale camera di pompaggio del cuore non riesce a contrarsi efficacemente, riducendo la capacità del cuore di distribuire sangue in modo corretto. È una condizione difficile da diagnosticare senza un elettrocardiogramma (ECG) completo, ma può rappresentare la fase iniziale di una futura insufficienza cardiaca — responsabile di circa la metà dei casi di mortalità legati al cuore.

Secondo Samsung, la diagnosi precoce della LVSD può ridurre drasticamente il rischio di ospedalizzazione e decesso: l’obiettivo è quindi fornire agli utenti uno strumento che permetta di individuare segnali d’allarme prima che compaiano sintomi evidenti.
Un algoritmo nato negli ospedali, adattato al polso
Per raggiungere questo traguardo, Samsung ha collaborato con Medical AI, una società sudcoreana specializzata in algoritmi di analisi ECG. Il sistema sviluppato da Medical AI è già in uso in oltre 100 ospedali in Corea del Sud, dove analizza ogni mese i dati di circa 120.000 pazienti grazie a ECG clinici a 12 derivazioni.
L’azienda ha ora adattato quell’algoritmo ai sensori ottici PPG dei Galaxy Watch, rendendolo compatibile con un dispositivo indossabile di uso quotidiano. In pratica, i sensori già integrati negli smartwatch — normalmente dedicati al battito cardiaco e alla variabilità del ritmo — vengono ora sfruttati per rilevare pattern anomali che possono indicare una disfunzione ventricolare.
La funzione ha già ricevuto l’approvazione normativa del Ministero coreano per la sicurezza alimentare e farmaceutica, segnando un primato: Samsung è la prima azienda al mondo a portare il rilevamento della LVSD su un wearable consumer.
Galaxy Watch 8 sarà il primo a riceverla
Sebbene Samsung non abbia ancora fornito una data di rilascio ufficiale, è altamente probabile che la funzione arrivi inizialmente in Corea del Sud, dove le certificazioni sono già in vigore, per poi estendersi progressivamente ad altri mercati.
Secondo le prime anticipazioni, il supporto dovrebbe coinvolgere i Galaxy Watch 8 e Galaxy Watch Ultra, lanciati nel luglio 2025, ma non è esclusa l’espansione a modelli precedenti tramite aggiornamenti del software Samsung Health Monitor.

Il funzionamento sarà estremamente semplice: basterà indossare lo smartwatch per alcuni minuti in posizione stabile. L’intelligenza artificiale analizzerà i segnali raccolti e, se rileverà pattern riconducibili alla disfunzione, notificherà all’utente un messaggio di avviso con l’invito a consultare un medico o a effettuare un ECG completo in ambiente clinico.
Non un dispositivo medico, almeno per ora
Samsung ha tuttavia voluto chiarire un punto cruciale: questa funzionalità non va considerata uno strumento diagnostico medico, ma un supporto al benessere personale. L’obiettivo, almeno nella fase iniziale, è fornire informazioni preventive e sensibilizzare gli utenti sullo stato della propria salute cardiaca.
In altre parole, i Galaxy Watch non sostituiranno un ECG clinico, ma offriranno un sistema di screening passivo e predittivo utile per capire quando è il caso di approfondire.
La scelta di presentarla come funzione di “wellness” piuttosto che come “medical device” spiega anche perché, per ora, Samsung non abbia richiesto l’approvazione della FDA negli Stati Uniti, a differenza di concorrenti come Apple e Google, che da anni inseguono certificazioni cliniche per funzioni come l’ECG, il rilevamento del battito irregolare o il monitoraggio dell’ossigenazione del sangue.
È quindi probabile che la disponibilità globale sarà graduale e selettiva, in attesa di ulteriori validazioni normative nei vari Paesi.
AI e benessere: il nuovo asse della strategia Samsung
Questa novità si inserisce in una strategia più ampia che punta a fare dell’intelligenza artificiale il cuore dell’ecosistema Galaxy. Dalla fotocamera dei Galaxy S25 Ultra alle funzioni predittive di One UI 8.5, fino all’integrazione con Gemini for Home, tutto l’universo software Samsung si sta muovendo verso un approccio proattivo, adattivo e personalizzato.
Nel contesto sanitario, l’AI non si limita più a registrare parametri, ma interpreta i dati per fornire insight utili e contestualizzati. In futuro, il colosso coreano mira a combinare le informazioni di Galaxy Watch con quelle raccolte dagli altri dispositivi dell’ecosistema — smartphone, auricolari, smart display — per creare un profilo di salute digitale unico e aggiornato in tempo reale.
Non è difficile immaginare un futuro in cui lo smartwatch non si limiti a segnalare un’anomalia, ma dialoghi con il telefono o con un medico virtuale Gemini, suggerendo azioni preventive, esercizi o controlli da effettuare.
Un potenziale impatto globale
Se confermata e validata anche in altri mercati, la tecnologia di rilevamento della LVSD potrebbe avere un impatto enorme sulla prevenzione cardiovascolare. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre 64 milioni di persone nel mondo convivono con una forma di insufficienza cardiaca, spesso non diagnosticata fino a uno stadio avanzato.
Poter individuare i primi segnali con uno smartwatch al polso rappresenterebbe una rivoluzione per la medicina preventiva, riducendo i tempi di diagnosi e alleggerendo il carico sui sistemi sanitari.