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Rete fissa e mobile in Italia 2025: chi è il miglior operatore secondo Ookla

Il report Ookla H1 2025 fotografa la connettività in Italia: migliorano le prestazioni su rete fissa e 5G, ma resta un forte divario tra città e periferie.

Con il report Italy Speedtest Connectivity Report H1 2025, Ookla prova a rispondere a una domanda che milioni di italiani si fanno ogni giorno: qual è il miglior operatore per navigare in Italia? La risposta non è semplice, perché il nostro Paese viaggia ormai su due velocità. Da un lato le città, con connessioni ultraveloci in fibra ottica e copertura 5G sempre più diffusa; dall’altro le periferie e le aree rurali, dove i limiti infrastrutturali si fanno ancora sentire.

Il documento è prezioso perché non si basa su promesse pubblicitarie, ma su dati reali: milioni di speedtest lanciati dagli utenti in tutta Italia attraverso l’app Speedtest confluiscono in un’enorme banca dati che fotografa la situazione reale delle reti, fisse e mobili. I parametri presi in considerazione sono i soliti: velocità di download, upload, latenza, stabilità e continuità del servizio. In altre parole, non si guarda solo ai picchi teorici, ma alla qualità effettiva della connessione nell’uso quotidiano: streaming, gaming, smart working, chiamate in tempo reale.

Come Ookla misura la qualità della rete

Il metodo usato da Ookla è consolidato. Ogni volta che un utente lancia un test Speedtest, i dati vengono raccolti e anonimizzati. I server di misura calcolano la velocità con cui un dispositivo scarica e carica file, il tempo di risposta della connessione (ping) e la stabilità della rete in condizioni reali. Questo significa che non ci troviamo di fronte a un’indagine di opinione, ma a un gigantesco termometro che rileva lo stato della rete “sul campo”.

Ciò che rende questo report particolarmente rilevante è la capacità di differenziare tra la rete “potenziale” dichiarata dagli operatori e quella effettivamente percepita dagli utenti. È la differenza tra una fibra che promette “fino a 2,5 Gbps” e quella che realmente riesce a garantire durante una videochiamata di lavoro o una sessione di gioco online.

la miglior rete mobile in Italia secondo Ookla (MisterGadget.tech)

Rete fissa: Italia più veloce, ma ancora a macchia di leopardo

Il quadro per le connessioni fisse è incoraggiante ma non privo di ombre. Nel primo semestre del 2025 la velocità media nazionale è cresciuta sensibilmente, con i provider principali (TIM, Vodafone, Fastweb, Iliad e WINDTRE) che hanno spinto molto sulle offerte FTTH. Nelle grandi città, i valori medi di download superano ormai abbondantemente i 300 Mbps, con punte che in alcuni casi superano il mezzo gigabit.

Il vero nodo resta il divario territoriale. Nei centri urbani ben serviti si naviga rapidamente, ma basta spostarsi in aree periferiche o rurali per vedere la velocità crollare e la latenza aumentare. Un esempio concreto: mentre a Milano, Roma e Torino le connessioni casalinghe permettono di gestire senza problemi videoconferenze 4K o gaming online, in molti borghi appenninici ci si scontra ancora con velocità vicine all’ADSL di qualche anno fa.

Un altro elemento critico è l’upload. In Italia cresce, ma resta in media più basso rispetto ad altri Paesi europei. Per chi lavora caricando file pesanti sul cloud o fa streaming in diretta, questa carenza può essere penalizzante.

la miglior rete mobile in Italia secondo Ookla (MisterGadget.tech)

Mobile: il 5G convince, ma non tutti ne beneficiano

Passando alle reti mobili, Ookla registra un progresso evidente rispetto al 2024. Il 5G è ormai disponibile in quasi tutte le grandi città e la sua diffusione comincia ad allargarsi verso aree meno centrali. I dati mostrano velocità in download che superano i 400 Mbps nei contesti urbani più avanzati, con latenze inferiori ai 20 ms. Numeri che rendono possibile giocare in cloud, partecipare a videoconferenze senza ritardi e guardare streaming 4K senza interruzioni.

la miglior rete mobile in Italia secondo Ookla (MisterGadget.tech)

Ma la realtà non è uniforme. In molte zone d’Italia, soprattutto nelle province e nei piccoli centri, la maggior parte degli utenti continua a navigare in 4G. Qui le prestazioni sono migliorate, ma restano inferiori alle promesse del 5G. Il problema principale è la copertura disomogenea: mentre nel centro di Milano o Napoli si può restare connessi al 5G quasi al 100% del tempo, basta spostarsi di qualche chilometro per ritrovarsi su reti miste o addirittura su 3G residuo.

Ookla mette in evidenza un altro fattore cruciale: la coerenza della connessione. Non basta raggiungere picchi altissimi, serve garantire stabilità durante tutto l’arco della giornata. E qui emergono ancora criticità legate a congestione, jitter e packet loss, che rendono meno fluida l’esperienza in mobilità.

la miglior rete mobile in Italia secondo Ookla (MisterGadget.tech)

I limiti strutturali del sistema italiano

Perché l’Italia continua a viaggiare a due velocità? Le cause sono note. Prima di tutto c’è il costo dell’ultimo miglio: portare la fibra direttamente nelle case isolate o nei piccoli paesi è un’operazione onerosa che gli operatori non sempre sono incentivati a fare.

Secondo elemento: la burocrazia. Tra permessi, autorizzazioni e regolamenti locali, gli interventi infrastrutturali spesso si bloccano per mesi, se non anni. In questo contesto, anche operatori volenterosi si scontrano con ostacoli normativi difficili da superare.

Terzo: la domanda effettiva. In alcune aree del Paese non c’è ancora una richiesta forte di connessioni ultraveloci, complice una popolazione meno propensa all’uso intensivo del digitale o attenta soprattutto al prezzo. Questo riduce la spinta commerciale degli operatori a investire.

Infine, ci sono i limiti tecnici interni. Anche quando la rete esterna è buona, molti utenti non ottengono grandi prestazioni perché utilizzano router datati, cablaggi interni scadenti o connessioni Wi-Fi congestionate.

Confronto con l’Europa e scenari futuri

Il report Ookla mostra un’Italia in miglioramento, ma il confronto con altri Paesi europei resta impietoso. Francia, Spagna e Germania, ad esempio, vantano una maggiore omogeneità di prestazioni: non solo le città, ma anche le aree rurali hanno velocità e latenze accettabili. Da noi, invece, la “macchia di leopardo” rimane la norma.

Guardando avanti, gli esperti prevedono progressi graduali. Nuove tecnologie come il fixed wireless avanzato e le batterie di microcelle 5G potrebbero ridurre i costi dell’ultimo miglio e ampliare la copertura. Allo stesso tempo, la pressione degli utenti — sempre più informati e consapevoli — potrà spingere gli operatori a investire anche in zone meno redditizie.

Il ruolo delle istituzioni sarà fondamentale. Semplificare i permessi, modulare incentivi fiscali e favorire sinergie tra pubblico e privato sono passaggi obbligati se si vuole ridurre il digital divide.

Perché il report è utile agli utenti

Per i consumatori, il valore del report non è solo statistico. Significa avere uno strumento concreto per orientarsi nella scelta del provider. Quando un operatore promette “fino a 1 Gbps”, è bene ricordare che quel numero è teorico e raggiungibile solo in condizioni ideali. Meglio affidarsi ai dati effettivi raccolti da milioni di speedtest nella propria zona.

Se abiti in città, puoi puntare senza problemi a un’offerta FTTH o 5G. Se vivi in un’area più periferica, la scelta migliore potrebbe ricadere su soluzioni FWA o su operatori che hanno dimostrato performance più costanti nella tua regione. La trasparenza, insomma, è la vera arma a disposizione dell’utente.

Il nuovo report di Ookla conferma che l’Italia sta migliorando sul fronte della connettività, sia fissa che mobile, ma a ritmi differenti. Le grandi città corrono, mentre le zone rurali arrancano. Il 5G è realtà, ma non per tutti. La fibra cresce, ma non arriva ovunque.

Il messaggio per gli utenti è chiaro: non accontentarsi delle promesse, ma verificare i dati reali e scegliere di conseguenza. Solo così sarà possibile spingere gli operatori a investire di più e contribuire, nel tempo, a ridurre quel divario digitale che continua a frenare il Paese.

Massimo Colombo

Senior manager con una profonda conoscenza editoriale, del mondo della comunicazione tradizionale e digitale. Per quasi trent’anni ha lavora nei principali gruppi editoriali italiani occupandosi, per tutti i media, prevalentemente di marketing, comunicazione e pubblicità. E’ stato Advertising Director A. Mondadori Editore, Chief Marketing Officer del Gruppo Editoriale L’Espresso, CEO di Publikompass Spa, Revenue e Communication Manager di Itedi (Editrice de La Stampa e Il Secolo XIX), General Manager del Gruppo Sole 24 Ore e CEO di 24 Ore Cultura. Consapevole del valore e del potenziale delle startp innovative, è Mentor per l’incubatore online Startup Builder di Startup Geeks e Business Angel di Italian Angel for Growth – IAG.

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