OPPO Reno14 FS presenta cornici ridotte al minimo (MisterGadget.Tech)
Il 2025 si sta rivelando un anno cruciale per il segmento smartphone sotto i 400 euro, dove i produttori cinesi stanno ridefinendo completamente il concetto di rapporto qualità-prezzo. OPPO, con la sua consolidata serie Reno, ha sempre saputo giocare su equilibri sottili tra estetica, funzionalità e posizionamento commerciale. OPPO Reno14 FS (che sta per “Fun Series”, anche se nessuno lo dice mai apertamente) arriva in un momento particolare: il mercato chiede sempre più autonomia, ma non vuole rinunciare a prestazioni decenti.
La strategia è chiara: puntare su una batteria da 6000mAh in un corpo che non sembra un mattone, mantenere un design accattivante e affidare le prestazioni a un processore che fa il suo lavoro senza pretese di velocità. È una scommessa che potrebbe pagare, soprattutto considerando che il lo street price si aggira intorno ai 375 euro, ben sotto i 449 euro di listino. Ma diciamolo chiaramente: in questa fascia di prezzo le aspettative sono sempre più alte, e ogni compromesso deve essere giustificato da vantaggi concreti.
La prima impressione è indubbiamente positiva, e questo non dovrebbe sorprendere chi conosce la cura che OPPO dedica all’aspetto estetico dei suoi dispositivi. Con dimensioni contenute di 158,12 x 74,97 mm e uno spessore di appena 7,78 mm nella versione Opal Blue (7,74 mm per la Luminous Green), il Reno14 FS mantiene il DNA stilistico della famiglia riuscendo però a nascondere abilmente la batteria generosa al suo interno. Il peso di 180 grammi è sorprendentemente gestibile considerando la capacità energetica: per fare un confronto, molti flagship con batterie da 5000mAh superano facilmente i 200 grammi.
Il materiale cangiante della scocca posteriore crea quello che il marketing aziendale chiama “effetto sirena“, una definizione forse un po’ pomposa per quello che è essenzialmente un gioco di riflessi discreto ma piacevole. Il modulo fotografico è integrato con eleganza, senza sporgenze eccessive o soluzioni estetiche discutibili. La qualità costruttiva si percepisce immediatamente: non siamo ai livelli premium, ma la sensazione di solidità c’è, confermata anche dalla certificazione IP68 che garantisce resistenza a polvere e immersioni fino a 1,5 metri per 30 minuti.
Il vetro di copertura AGC Dragontrail DT-STAR D+ protegge il display da graffi quotidiani, una scelta intelligente che bilancia costo e protezione. L’ergonomia prolungata è uno dei punti di forza: nonostante la batteria generosa, il telefono non diventa un peso eccessivo durante l’uso quotidiano. La distribuzione del peso è ben studiata, e dopo qualche ora di utilizzo continuativo non si avverte quella stanchezza alla mano che spesso caratterizza i dispositivi con batterie capienti.
Qui troviamo il primo vero compromesso della proposta. Il pannello AMOLED flessibile da 6,57 pollici con risoluzione 2372 x 1080 pixel offre una densità di 397 PPI che garantisce nitidezza più che adeguata, mentre il refresh rate a 120Hz assicura fluidità nelle animazioni. Con un rapporto schermo-corpo del 93,04% l’esperienza immersiva è garantita, e la copertura cromatica al 100% DCI-P3 in modalità Vivace o 100% sRGB in modalità Naturale dimostra un’attenzione alla resa dei colori degna di nota.
Il problema emerge quando parliamo di luminosità. Con 600 nit in condizioni normali e un picco HBM di 1400 nit, sulla carta i numeri sembrano discreti, ma nella pratica quotidiana la luminosità massima risulta inferiore rispetto al modello dello scorso anno. Sotto la luce solare diretta si percepisce una leggibilità ridotta che richiede di ombreggiare lo schermo con la mano o cercare angolazioni più favorevoli. Non fraintendiamoci: non stiamo parlando di uno schermo illeggibile, ma di un passo indietro che si nota soprattutto nei confronti diretti.
In ambienti interni o con illuminazione controllata, l’esperienza rimane piacevole. La profondità colore a 10-bit con 1,07 miliardi di colori offre sfumature naturali, e la frequenza di campionamento touch a 240Hz garantisce una reattività superiore al tocco. Il problema emerge quando si esce all’aperto nelle ore più luminose della giornata.
La fluidità dell’interfaccia compensa parzialmente questo limite. Nonostante il processore non sia il più reattivo della categoria, l’ottimizzazione software mantiene un’esperienza utente accettabile. Gli scorrimenti sono fluidi grazie al refresh rate adattivo che varia tra 60, 90 e 120Hz, le transizioni ben animate, e solo nelle operazioni più intensive si percepisce qualche microsecondo di attesa in più.
Il comparto fotografico rappresenta una delle sezioni più equilibrate di questo Reno14 FS, con una premessa importante: siamo in una fascia di prezzo dove i miracoli non esistono, ma le sorprese positive sì. Il sensore principale da 50 megapixel con apertura f/1.8 e campo visivo di 79°, supportato dalla stabilizzazione ottica a 2 assi e composto da una lente a 5 elementi, si comporta egregiamente in condizioni di luce favorevoli, restituendo scatti con un buon livello di dettaglio e una resa cromatica naturale.
La stabilizzazione ottica OIS fa davvero la differenza, soprattutto per chi non ha mani particolarmente ferme. Gli scatti risultano nitidi anche in situazioni di movimento leggero, e la qualità rimane accettabile anche con lo zoom digitale fino a 10x, anche se ovviamente i migliori risultati si ottengono entro i primi 2-3 ingrandimenti. È quando le condizioni di illuminazione peggiorano che emergono i primi limiti, comuni a tutta la categoria.
Il sensore ultrawide da 8 megapixel con apertura f/2.2 e campo visivo di 112° rappresenta invece il tallone d’Achille del sistema. Con poca luce diventa praticamente inutilizzabile, e anche in condizioni ottimali la qualità è visibilmente inferiore rispetto al sensore principale. È una scelta comprensibile dal punto di vista economico, ma che rischia di deludere chi si aspetta una versatilità fotografica completa. La fotocamera macro da 2 megapixel è puramente di contorno, utile occasionalmente ma nulla di più.
La fotocamera frontale da 32 megapixel con apertura f/2.0 e autofocus supportato offre prestazioni discrete per selfie e videochiamate, senza particolari acrobazie ma con una resa naturale che evita l’effetto “beauty mode” eccessivo che caratterizza molti dispositivi di provenienza asiatica. Il campo visivo di 90° permette selfie di gruppo senza troppi sacrifici.
Per quanto riguarda i video, la fotocamera posteriore supporta registrazioni fino a 4K a 30fps con stabilizzazione EIS/OIS attiva, oltre a slow motion in Full HD a 120fps e 720p a 240fps. La qualità è in linea con le aspettative della fascia di prezzo, ma c’è un limite fastidioso: l’impossibilità di utilizzare il grandangolo durante le riprese video. È una mancanza che si fa sentire soprattutto per chi ama sperimentare con inquadrature diverse. La fotocamera frontale si ferma al Full HD a 30fps, più che sufficiente per videochiamate e stories.
Il software fotografico merita una menzione positiva: completo, intuitivo, con modalità che spaziano da Ritratto a Notte, da Panorama a Time-lapse, passando per la modalità Subacquea che sfrutta la certificazione IP68. Le funzioni di editing assistite dall’intelligenza artificiale funzionano effettivamente, offrendo strumenti pratici per migliorare gli scatti senza dover ricorrere ad app di terze parti.
Diciamolo senza troppi giri di parole: il Qualcomm Snapdragon 6 Gen 1 è il punto più delicato di questo smartphone. Non è lento, ma non è nemmeno veloce, e in un mercato dove la concorrenza offre soluzioni più reattive a prezzi simili, questo diventa un elemento di riflessione importante. Il processore octa-core abbinato alla GPU Adreno 710 a 676MHz e ai 12GB di RAM LPDDR4X riesce comunque a garantire un’esperienza d’uso quotidiana gradevole, merito di un’ottimizzazione software che riesce a mascherare parzialmente i limiti hardware.
La memoria interna da 512GB in formato UFS 3.1 rappresenta invece un punto di forza: è uno spazio generoso che permette di archiviare foto, video e applicazioni senza pensieri, con la possibilità di espansione tramite microSD. Per le operazioni comuni – navigazione web, social media, app di messaggistica, riproduzione multimediale – le prestazioni sono più che accettabili. È quando si passa ad applicazioni più esigenti o si tenta il multitasking spinto che si percepiscono i tempi di attesa.
Il gaming pesante non è chiaramente il territorio naturale di questo device, ma titoli meno impegnativi girano senza problemi particolari. Un aspetto positivo è la gestione termica: il dispositivo non supera mai temperature fastidiose, mantenendosi sotto i 40° anche durante sessioni d’uso prolungate. Per questa fascia di prezzo è un risultato ottimo che contribuisce al comfort d’uso.
Il software si basa su Android 15 con interfaccia ColorOS 15.0, una scelta un po’ conservativa considerando che Android 16 è già disponibile da alcuni mesi. L’interfaccia è quella ormai consolidata, simile a quella di Realme e identica a OnePlus, con una logica di navigazione ben rodata. La stabilità è buona, anche se l’estetica potrebbe non incontrare i gusti di tutti.
Le funzioni di intelligenza artificiale integrate rappresentano uno dei punti di interesse maggiore, offrendo strumenti pratici per l’editing fotografico, la traduzione in tempo reale e l’organizzazione dei contenuti. Il supporto NFC permette pagamenti contactless, mentre la connettività completa include 5G, WiFi 5 (802.11ac), Bluetooth 5.1 con codec aptX HD e LDAC per l’audio wireless di qualità. C’è il solito eccesso di applicazioni preinstallate, una tradizione OPPO difficile da sradicare, ma almeno la maggior parte può essere disinstallata.
Eccoci al vero punto di forza, quello che potrebbe far dimenticare tutti i piccoli compromessi precedenti. La batteria da 6000mAh (tipica) o 5830mAh (nominale) non è solo un numero su una scheda tecnica: è libertà reale dall’ansia da ricarica. Con un uso normale si arriva tranquillamente a un giorno e mezzo di autonomia, mentre con un utilizzo più contenuto è possibile toccare i due giorni consecutivi.
È un risultato impressionante che cambia concretamente l’esperienza d’uso quotidiana. Non dover pensare alla ricarica ogni sera, poter affrontare una giornata intensa di lavoro o una gita fuori porta senza power bank al seguito: sono vantaggi concreti che pesano più di qualche secondo di attesa in più nell’apertura delle app. La durata minima garantita è di 1600 cicli di ricarica, che si traduce in oltre quattro anni di uso quotidiano mantenendo l’80% della capacità originale.
La ricarica SUPERVOOC a 45W permette di recuperare energia in tempi ragionevoli: dal 10% al 100% servono circa 90 minuti, un compromesso accettabile considerando la capacità della batteria. Il supporto a standard multipli (33W SUPERVOOC, 45W PPS, 13.5W PD 2.0 e QC 2.0) garantisce compatibilità con vari caricabatterie. Manca la ricarica wireless, ma in questa fascia di prezzo è più un “nice to have” che una necessità reale.
OPPO Reno14 FS è uno smartphone che sa esattamente cosa vuole essere: un compagno affidabile per chi privilegia l’autonomia e l’affidabilità quotidiana rispetto alle prestazioni pure. È una proposta onesta, senza pretese eccessive, che trova nello street price di 375 euro il suo equilibrio naturale.
Esistono alternative più veloci a cifre simili, e il display potrebbe essere più luminoso, ma se la priorità è avere un telefono che non vi tradisca mai dal punto di vista dell’autonomia, che abbia un design curato con certificazione IP68 e una fotocamera principale competente con stabilizzazione ottica, allora questo Reno14 FS merita considerazione.
È particolarmente indicato per utenti giovani che usano intensivamente il telefono per social media, streaming video e comunicazione, ma che non hanno pretese gaming eccessive. L’autonomia straordinaria può davvero fare la differenza nella vita di tutti i giorni, e questo vale più di molti benchmark sintetici. I 512GB di storage e i 12GB di RAM garantiscono spazio e fluidità per anni.
Utilizziamo WhatsApp ogni giorno eppure ci sono così tanti aggiornamenti costanti che molto spesso ci…
Con l'inverno alle porte, il problema comune di tutti è la questione dei costi in…
Molti si chiedono se sia possibile proteggere la propria privacy senza spendere un euro. La…
Le chiamate spam sono un problema ricorrente per tutti, ed è proprio per questo che…
Lidl non sbaglia un colpo e ancora una volta riesce a garantire agli utenti un…
L'app di video brevi è nota per il suo elevato consumo di dati. Abbiamo fatto…