
Nessuno ha notato che potrebbe costarti caro (mistergadget.tech)
Le continue trasformazioni di WhatsApp portano talvolta all’introduzione di molti elementi di cui spesso non ci rendiamo conto.
Siamo infatti portati a pensare che si tratti di aggiornamenti solo nel caso in cui ci siano vere e proprie rivoluzioni, ma in realtà nella maggior parte dei casi non è così. Si tratta di piccole variazioni, talvolta di soluzioni a piccoli bug, in altri casi di modifiche di alcuni elementi. Se da un lato questo può essere comodo perché avviene in totale autonomia e ci permette di usare l’applicazione senza problemi, dall’altra può avere delle ripercussioni, soprattutto quando si tratta di elementi che non notiamo e che in qualche modo possono avere un impatto sull’uso che facciamo dell’app.
Quando si parla di WhatsApp, la questione è molto delicata perché, di fatto, è qualcosa che usiamo tutti, sia nel lavoro che nella vita privata. Uno dei punti di forza che ha contraddistinto nel corso del tempo questa applicazione, e che l’ha resa così famosa, è proprio la garanzia di privacy che ci offre, ovvero l’introduzione della crittografia end-to-end.
WhatsApp, l’errore che nessuno ha notato
Tuttavia, è bene ricordare che quando si parla di privacy bisogna fare attenzione, soprattutto quando si tirano in ballo i gruppi. Per le nuove funzioni, infatti, è vero che vige la crittografia end-to-end e che c’è la protezione dei dati personali, ma c’è anche un altro fattore importante che riguarda l’uso di vocaboli che facciamo all’interno delle chat, i quali possono diventare il principio di una violazione ed essere utilizzati da un altro partecipante per richiamare l’attenzione di WhatsApp. Inoltre, bisogna anche considerare che nel momento in cui si tagga l’intelligenza artificiale e le si dà accesso alle chat, questa è in grado di recepire tutti i messaggi presenti.

Sono dettagli che non dobbiamo ignorare. È vero che WhatsApp è un luogo sicuro, ma al tempo stesso ci viene detto di non inviare documenti personali o sensibili tramite l’applicazione, ad esempio di non inoltrare fotografie compromettenti o immagini che possano riprendere documenti economici o dati personali. L’applicazione ha un alto tasso di sicurezza, ma nessuno strumento che usiamo online potrà mai essere sicuro al 100%.
Dobbiamo anche considerare i motivi indiretti. Ad esempio, se installiamo un’applicazione di terzi sul dispositivo e questa riesce in qualche modo a bucare i nostri accessi e a clonare tutto quello che è presente, andrà ovviamente a salvare anche tutti i file che sono stati ricevuti tramite WhatsApp. Anche se sono crittografati, le foto e le immagini che si salvano internamente al dispositivo in quel momento sono reperibili sullo smartphone e non sono esclusive all’interno dell’applicazione stessa. Questo è un esempio concreto, perché molto spesso facciamo disattenzione e questo può avere delle ripercussioni gravi: un semplice errore può costare molto caro.