
Robot Tesla Optimus: un tweet di Elon Musk smentisce un accordo da 10.000 unità (mistergadget.tech)
Tra annunci smentiti e visioni futuristiche, la strada per il robot umanoide di Tesla si conferma in salita. Facciamo il punto della situazione dopo l’ultima smentita del CEO.
Non è un segreto che Elon Musk sia estremamente ottimista riguardo al futuro della robotica e dell’intelligenza artificiale, elementi che considera centrali per il valore di Tesla. Spesso, però, le sue visioni si scontrano con la realtà dei fatti. L’ultimo esempio è una notizia, circolata rapidamente online, secondo cui la società PharmAGRI Capital Partners avrebbe siglato un accordo per l’acquisto di ben 10.000 robot Optimus.
A spegnere l’entusiasmo è stato lo stesso Musk, che con un laconico ma inequivocabile post su X (l’ex Twitter) ha liquidato la notizia, etichettandola semplicemente come “falsa”.
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Una notizia troppo bella per essere vera
Tutto è nato da un comunicato stampa di PharmAGRI, una società farmaceutica con sede in California. Annunciando una fusione con la Bright Green Corporation, l’azienda menzionava anche la firma di una lettera d’intenti (LOI) con la divisione robotica di Tesla. “PharmAGRI ha firmato una lettera d’intenti con Tesla per implementare fino a 10.000 robot umanoidi Optimus 3+ nelle sue operazioni agricole, nella sintesi di principi attivi e nella produzione di farmaci”, si leggeva nella nota.

L’azienda spiegava che i robot avrebbero aiutato a rispettare le leggi sul lavoro, ridurre i costi per le mansioni ripetitive e far fronte all’aumento dei salari. Un dettaglio, però, ha fatto subito dubitare della veridicità dell’annuncio: la società menzionava specificamente il modello “Optimus Gen3+”, una versione che, come ha chiarito Musk stesso, non è stata ancora presentata ufficialmente. L’iterazione più recente mostrata da Tesla è ancora considerata la seconda generazione. Questo particolare ha reso la successiva smentita di Musk quasi una formalità.
Grandi ambizioni, dura realtà
Questo episodio si inserisce perfettamente nella narrazione che Musk ha costruito attorno al suo robot umanoide. Negli ultimi due anni, il CEO di Tesla ha dipinto un futuro incredibilmente ambizioso per Optimus. Recentemente ha affermato che quasi l’80% del valore futuro di Tesla deriverà proprio dal progetto di robotica.
Durante un’assemblea degli azionisti, si è spinto oltre, prevedendo che Optimus potrebbe portare il valore di mercato dell’azienda fino alla stratosferica cifra di 25 trilioni di dollari. Per mettere il dato in prospettiva, l’attuale capitalizzazione di Tesla è nettamente inferiore ai 2 trilioni, mentre Nvidia, l’azienda di maggior valore al mondo, si avvicina ai 4,5 trilioni. Musk immagina un futuro in cui i robot umanoidi intelligenti “supereranno di gran lunga” la popolazione umana, con ogni persona che desidererà il proprio maggiordomo robotico personale.

Le sfide monumentali all’orizzonte
La strada per trasformare questa visione in realtà è però piena di ostacoli. Innanzitutto, Tesla non ha ancora avviato la produzione di massa né la vendita dei robot Optimus, il cui costo previsto si aggira tra i 20.000 e i 30.000 dollari per unità.
Ma il rischio maggiore per Tesla arriva dall’Oriente. La concorrenza cinese si sta muovendo a un ritmo impressionante, sviluppando robot umanoidi a prezzi molto più accessibili. Un esempio lampante è l’azienda cinese Unitree, che ha già lanciato il suo robot umanoide R1 a un costo inferiore ai 6.000 dollari. Con i produttori cinesi che continuano a sfornare modelli sempre più avanzati e a basso costo, la vera sfida per Optimus non sarà solo raggiungere la produzione di massa, ma riuscire a trovare acquirenti in un mercato che si preannuncia estremamente competitivo.