
Quanto bisogna conservare le bollette pagate (mistergadget.tech)
Le bollette, anche se ormai inviate in formato digitale, sono una consuetudine che continua nel tempo.
Indipendentemente dal fatto che si utilizzi la documentazione in forma cartacea o si prediligano quelle digitali, ci sono dei termini da rispettare che sono assolutamente indispensabili per validare il pagamento. Questo vale in generale per tutti i tipi di bolletta, che si tratti di acqua, luce e gas o di documentazione di altro tipo.
Sicuramente le bollette sono utili perché riportano una serie di codici identificativi e di informazioni che potrebbero risultare fondamentali nel corso del tempo, come ad esempio i codici dei contatori. Ma come specificato dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), la conservazione delle bollette è innanzitutto un sistema rapido per attestare che il pagamento sia stato effettuato. Non parliamo solo della bolletta che arriva a domicilio, ma della bolletta che ha il contrassegno di pagamento.
Quanto bisogna conservare le bollette pagate
Ciò vuol dire che è indispensabile non gettare le bollette anche una volta che sono state pagate e, in particolar modo, seguire le prescrizioni, ovvero il periodo dopo il quale non può più essere richiesto il pagamento per quel dato documento. In generale, la procedura prevede due anni di copertura, il che vuol dire che le stesse vanno conservate per ventiquattro mesi. Prima del 2018 la prescrizione avveniva dopo cinque anni, quindi ci sono stati dei cambiamenti.

In generale, sarebbe utile consultare la documentazione, soprattutto conservarla nel corso del tempo, anche quando si parla di formato digitale. Infatti, oltre a pagare online, è utile di volta in volta, per evitare poi ritardi o problemi, stampare o comunque conservare in una cartella dedicata i documenti che attestano la ricezione del pagamento. In questo modo, se un’azienda chiedesse informazioni circa una bolletta mancante, si avrebbe già a portata di mano il documento che sottoscrive il pagamento. È possibile scaricare la documentazione accedendo al sito internet dell’ente o alla propria banca, dove sono disponibili i documenti fiscali.
Anche se può sembrare una seccatura, si tratta di un modo sicuro per tutelare i pagamenti effettuati laddove ci sia un problema e non venga riscontrato il saldo per qualche motivo. Senza contare che avere una custodia di tutti i documenti aiuta a mantenere chiara la situazione e permette, ad esempio, di riscontrare variazioni improvvise o l’attivazione di servizi non richiesti. È un modo concreto per avere la burocrazia domestica organizzata. La questione non cambia minimamente quando si parla di bollette digitali, quindi per quelle pagate con le nuove tecnologie. Nel caso più estremo non fosse possibile rintracciare un vecchio pagamento, ci si può rivolgere direttamente al proprio istituto di credito per avere una copia anche di pagamenti particolarmente datati.