
Google Pixel 10 Pro XL teardown (mistergadget.tech)
Il teardown di JerryRigEverything mostra i progressi di Google con Pixel 10 Pro XL: batteria con linguette di rimozione, layout ordinato e supporto iFixit per riparazioni più accessibili.
Il Google Pixel 10 Pro XL, presentato insieme a Pixel 10, Pixel 10 Pro e Pixel Watch 4, non si distingue soltanto per le funzioni di intelligenza artificiale e il comparto fotografico. Un recente teardown realizzato da Zack Nelson (JerryRigEverything) mostra come il nuovo flagship abbia compiuto passi concreti sul fronte della riparabilità, un aspetto spesso trascurato ma fondamentale per la durata dei dispositivi e la sostenibilità.
Google Pixel 10 Pro XL: un approccio diverso all’interno
Smontando il Pixel 10 Pro XL, Nelson ha evidenziato diversi cambiamenti progettuali che rendono il telefono meno complesso da maneggiare rispetto ai predecessori. Il layout interno appare più ordinato e robusto, con un’attenzione particolare alla disposizione dei componenti principali.
Il punto di svolta riguarda però la batteria. Nei modelli precedenti la sostituzione era ostacolata da adesivi tenaci che richiedevano calore e strumenti specifici. Sul nuovo Pro XL, invece, Google ha introdotto linguette di rimozione, una soluzione semplice ma efficace che consente di estrarre la batteria senza operazioni invasive. Questo accorgimento può ridurre sensibilmente tempi e costi di intervento, rendendo più accessibile una delle procedure di manutenzione più comuni.
Riparazioni meno rischiose
Un altro dettaglio significativo riguarda la fase di rimontaggio. Dopo il teardown, il telefono ha continuato a funzionare correttamente, dimostrando che la struttura non è compromessa da un’operazione di apertura. Non si tratta di un risultato scontato, visto che molti smartphone moderni, caratterizzati da una progettazione estremamente compatta, possono presentare malfunzionamenti se non vengono richiusi in maniera perfetta.
La porta USB-C e i moduli più soggetti a usura sono inoltre più facili da sostituire, un segnale che Google ha voluto semplificare gli interventi di base. Anche lo chassis complessivo si conferma resistente, pur lasciando margini di accesso ai tecnici e agli utenti più esperti.
La collaborazione con iFixit
Il miglioramento della riparabilità non riguarda solo la parte tecnica ma anche quella di supporto. Google continua a collaborare con iFixit, piattaforma di riferimento per la riparazione fai-da-te, fornendo manuali ufficiali e componenti originali. In questo modo chi desidera affrontare una sostituzione in autonomia o affidarsi a centri indipendenti può contare su documentazione e ricambi certificati.
Questa apertura rappresenta un cambio di strategia rispetto al passato, quando i produttori tendevano a mantenere un controllo totale sugli interventi post-vendita. Con il Pixel 10 Pro XL, Google mostra di considerare la riparabilità come parte integrante del ciclo di vita del prodotto.
Pixel 10 Pro XL: un passo avanti, ma non perfetto
Nonostante i progressi, il teardown non posiziona il Pixel 10 Pro XL allo stesso livello dei dispositivi nati con l’obiettivo della massima riparabilità, come quelli di Fairphone. Alcuni componenti rimangono fissati in modo permanente e la batteria, pur più semplice da rimuovere, richiede comunque attenzione per evitare danni accidentali.
Tuttavia, nel panorama degli smartphone premium, l’approccio scelto da Google rappresenta un miglioramento concreto. Chi acquista il nuovo flagship non solo ottiene un dispositivo avanzato dal punto di vista tecnologico, ma anche un prodotto che offre margini di manutenzione più ampi rispetto a molti concorrenti diretti.
La crescente attenzione alla riparabilità si inserisce in un quadro più ampio di sostenibilità tecnologica. Smartphone più facili da riparare significano meno rifiuti elettronici, maggiore longevità dei dispositivi e un impatto ambientale ridotto. Per gli utenti, invece, si traduce nella possibilità di allungare il ciclo di vita del telefono con costi inferiori.
Google sembra voler rispondere a una domanda sempre più chiara da parte del mercato: non solo innovazione e prestazioni, ma anche responsabilità ambientale e praticità di manutenzione.