
Triangolo, Cerchio, X, Quadrato: la storia segreta dietro gli iconici pulsanti PlayStation (mistergadget.tech)
Mentre Nintendo e Xbox hanno standardizzato le lettere, Sony scelse una strada diversa. La decisione fu del designer Teiyu Goto, che dovette lottare contro i dirigenti e trovò un alleato inaspettato nel presidente dell’azienda.
Da Xbox a Nintendo, passando per Sega, i gamepad hanno quasi sempre avuto una configurazione simile per i pulsanti frontali: A, B, X e Y sono diventati lo standard de facto. Il tutto ebbe inizio con il Nintendo Entertainment System (NES) e i suoi pulsanti A e B; quando il Super NES ne aggiunse altri due, la scelta ricadde su X e Y. Sebbene non ci sia una spiegazione ufficiale, la scelta ha un senso intuitivo, specialmente per la lingua inglese, dove le lettere sono usate come segnaposto (“dal punto A al punto B”, “scegliere X anziché Y”).
Ma un gigante del settore ha sempre percorso una strada diversa. Fin dal suo debutto, il controller Sony PlayStation si è distinto evitando le lettere a favore di quattro simboli iconici: Triangolo, Cerchio, X e Quadrato. A quasi 30 anni dal lancio della prima console, questo linguaggio di design unico persiste sui controller PlayStation 5. Ma qual è la storia dietro questa scelta così controcorrente?
La spiegazione ci arriva da un’intervista quasi perduta. Nel 2010, il designer originale della PlayStation, Teiyu Goto, rivelò tutto alla rivista giapponese Famitsu. L’intervista, tradotta all’epoca in inglese, è oggi accessibile solo tramite la Wayback Machine di Internet Archive, a testimonianza di quanto sia effimera la memoria del web e di quanto sia importante preservarla.
La visione di un designer: simboli facili da ricordare
Nell’intervista, Teiyu Goto spiegò che durante la progettazione della prima PlayStation gli fu data ampia libertà creativa. Per il controller, voleva creare qualcosa che non solo fosse diverso dalla concorrenza, ma che avesse anche un significato intrinseco. “Abbiamo scelto icone o simboli, e ho ideato la combinazione triangolo-cerchio-X-quadrato quasi subito”, ha spiegato Goto.

La sua non fu una scelta casuale; ogni simbolo rappresentava un concetto legato a una funzione specifica nel gioco:
- Il Triangolo si riferisce al “punto di vista”. Rappresenta la testa o una direzione, e per questo gli fu assegnato il colore verde.
- Il Quadrato rimanda a un “foglio di carta”. Rappresenta i menu o i documenti, e fu colorato di rosa.
- Il Cerchio e la X rappresentano le decisioni, ovvero “sì” e “no”. Goto li colorò rispettivamente di rosso e di blu.
“La gente pensava che quei colori fossero confusionari”, ha raccontato Goto, “e dovetti insistere con la direzione che era esattamente quello che volevo”.
Una battaglia (quasi) violenta per il design
L’idea di Goto non fu accolta subito con entusiasmo. Anzi, la dirigenza Sony era scettica non solo sui simboli, ma sull’intero design del controller. I manager volevano un gamepad piatto, che copiasse quello del popolarissimo Super Nintendo. Goto, invece, aveva disegnato un controller con delle impugnature ergonomiche, una novità assoluta per l’epoca.

Il designer trovò un alleato inaspettato in Norio Ohga, l’allora presidente di Sony. Ohga era un pilota e il design di Goto, più tattile e maneggevole, gli ricordò la cloche di un aereo. La situazione arrivò a un punto critico durante una tesissima riunione. Ai dirigenti fu mostrato il prototipo piatto in stile SNES, e Ohga si infuriò. “Questo non va bene! Cambialo! Cosa c’era di sbagliato in quello che mi hai mostrato prima?”, urlò il presidente a Goto.
Ma anche con il sostegno del presidente, gli altri manager non erano convinti. La tensione culminò in un incontro in cui Ohga, furioso, fu sul punto di lanciare il modello piatto contro i dirigenti. “Ero lì e non volevo che rompesse il prototipo, quindi lo fermai”, ricorda Goto, “ma ripensandoci, credo che quello fosse il modo di Ohga per dirmi ‘Tieni duro'”.
Dopo quello scontro, la dirigenza si arrese. Il supporto di Ohga per l’innovativo design ergonomico diede a Goto il margine di manovra necessario per imporre anche la sua visione sui pulsanti. Se le cose fossero andate diversamente, la PlayStation avrebbe perso uno dei suoi tratti più iconici. “Avere la possibilità di usare simboli così semplici in un design è un’opportunità estremamente rara”, ha concluso Goto, “ed è stata una vera fortuna per me”. Ancora oggi, la sua intuizione è al centro dell’identità del marchio PlayStation.