
Honor Magic V5 ha un display pieghevole di quasi 5 pollici (mistergadget.tech)
HONOR Magic V5 è il pieghevole che prova a spostare l’attenzione dalla spettacolarità alla vita vera. Sottile, leggero, con un display esterno finalmente largo il giusto per usarlo da chiuso senza acrobazie, si presenta come alternativa concreta ai soliti noti. Non è l’oggetto da vetrina che ti fa dire “wow” al primo sguardo, è più il tipo che lavora in silenzio: due pannelli OLED LTPO a 120 Hz molto luminosi, una cerniera che promette lunga vita e un profilo che in tasca scompare quasi come uno smartphone tradizionale.
Prestazioni al top, software ricchissimo ma con una UI che non convince fino in fondo, fotocamere solide senza fuochi d’artificio.
+ Due display OLED LTPO a 120 Hz
+ Snapdragon 8 Elite
+ Autonomia sopra la media
+ Tele periscopico 3x
– Interfaccia ricca ma datata
– Video buoni ma non top
Indice
Design e materiali
HONOR Magic V5 è il foldable che fa il fenomeno in palestra: peso contenuto, profilo sottile, tanta forza sotto la scocca. Da chiuso misura 8,8 mm nello spessore nella versione Ivory White e 9 mm nelle altre colorazioni, mentre il peso parte da 217 grammi e sale di pochi grammi a seconda del colore.
L’altezza è 156,8 mm; la larghezza passa da 74,3 mm da chiuso a 145,9 mm quando lo apri a libro. Sono numeri che raccontano bene il target del prodotto: portabilità e leggerezza, con una cura maniacale per i materiali e per la cerniera interna, realizzata in “Super Steel” con resistenza alla trazione dichiarata di 2.300 MPa.

HONOR parla di 500.000 pieghe certificate in laboratorio e, showmanship a parte, ha perfino messo in scena un test che ha portato il telefono a sollevare 104 kg conquistando un Guinness World Record. È marketing, certo, ma è anche un indizio chiaro di robustezza fuori dalla media per un pieghevole così sottile.
La certificazione di resistenza a polvere e acqua è doppia: IP58 e IP59. Significa protezione da polvere e da getti d’acqua ad alta pressione, con le solite avvertenze legate all’usura e ai test di laboratorio. Non è un invito a tuffarti in piscina, ma è un plus rispetto a diversi rivali.
A proteggere gli schermi ci sono un pannello interno rinforzato e un vetro esterno NanoCrystal anti-graffio; all’interno, uno strato in fibra di carbonio con resistenza alla deformazione dichiarata di 380 GPa aggiunge rigidità senza appesantire. La costruzione complessiva dà una sensazione solida, con la piega del display interno poco evidente alla vista e discreta sotto il dito.
Sul piano estetico il giudizio è più sfumato. L’assemblaggio è pulito e il feeling premium c’è, ma il blocco fotocamere posteriore sporge parecchio e non aiuta la linea. L’accoppiata colori e finiture spinge su gusti orientali, con toni come Dawn Gold e Reddish Brown che in Europa dividono. È un pieghevole bello e rifinito, meno “wow” e meno contemporaneo di quanto mostrano Samsung e Google sulle ultime generazioni, soprattutto guardando al linguaggio delle forme.
Display
La parte “da telefono normale” non è affatto un ripiego: il display esterno OLED da 6,43 pollici ha risoluzione 2.376 × 1.060, refresh variabile fino a 120 Hz e una luminosità di picco dichiarata fino a 5.000 nit. È largo il giusto per scrivere messaggi, rispondere alle mail o usare Maps da chiuso senza patemi.
Aprendo la cerniera trovi il pannello OLED interno da 7,95 pollici, anche lui LTPO a 120 Hz, 2.352 × 2.172 pixel, 403 ppi e la stessa luminosità di picco. L’impatto è quello giusto: superficie ampia, fluidità piena, resa cromatica regolabile, con supporto a 10-bit e copertura DCI-P3. Entrambi i display supportano la Magic-Pen (non inclusa), dettaglio utile per prendere note o fare “scratching” veloce sulle timeline in montaggio.

Nel quotidiano la luminosità abbondante aiuta davvero in esterno e la gestione LTPO è rapida nel portare il refresh rate su e giù in base al contenuto. Nessun dramma con riflessi o uniformità, mentre la piega sullo schermo interno si percepisce meno che su altri foldable: non sparisce, ma disturba poco quando scorri feed e documenti.
Specifiche tecniche nel dettaglio
Sotto la scocca c’è la piattaforma Snapdragon 8 Elite a 3 nm con core Oryon fino a 4,32 GHz e GPU Adreno di ultima generazione. HONOR abbina 16 GB di RAM e 512 GB di archiviazione nella versione “globale” più diffusa; esistono varianti cinesi fino a 1 TB che adottano una batteria differente, ci torniamo tra poco.
Il modem 5G lavora su un ampio numero di bande, c’è NFC, c’è il lettore di impronte laterale incastonato nel tasto di accensione, e l’audio è stereo con effetti spaziali. Le reti Wi-Fi 7 e il Bluetooth sono aggiornati alle ultime generazioni, come ti aspetti da un top di gamma del 2025.

La scocca è disponibile in Ivory White, Black, Dawn Gold e Reddish Brown, con differenze di peso minime tra le finiture. Il bundle, come ormai spesso accade, non include la penna; il caricatore per la ricarica wireless è opzionale. Sul fronte sicurezza resiste polvere e acqua con doppia certificazione, ma non parliamo di un “subacqueo”: è protezione da uso reale, non una licenza poetica.
Performance: tra i migliori disponibili
Qui c’è poco da girarci intorno: la piattaforma Snapdragon 8 Elite garantisce un livello di reattività che rende superflua qualunque ansia da benchmark. Tra l’architettura Oryon per la CPU e la GPU Adreno segmentata di ultima generazione, Qualcomm indica un balzo prestazionale importante rispetto a 8 Gen 3, con guadagni fino al 40% sul fronte grafico.
Nell’uso concreto significa animazioni piene, app che si aprono senza esitazioni, editing foto e video che non fanno sudare il telefono, e sessioni di gaming lunghe che non trasformano il foldable in una bistecchiera. La dissipazione termica è ben dimensionata, merito anche della superficie interna ampia che distribuisce il calore.

Il multitasking beneficia molto del formato: affiancare due app in verticale è naturale, tre app in scenari selezionati diventano gestibili su quell’area da quasi otto pollici. I tempi di switch tra finestre sono rapidi, lo storage non mostra colli di bottiglia percepibili, e il sistema resta scattante anche con app pesanti in background.
Software: il vero tallone d’achille
Se dovessi indicare il punto più controverso di Magic V5, punterei dritto all’interfaccia. MagicOS 9.0.1 è pienissimo di funzioni, con un layer AI che pesca sia dall’ecosistema HONOR sia dall’integrazione nativa con Google Gemini per dettatura avanzata, riassunti, traduzione live, composizione di messaggi e supporto alle chiamate.

Ci sono scorciatoie sensate per il formato pieghevole, la modalità Multi-Flex consente combinazioni di app richiamabili al volo e la gestione finestrata è solida. Il tema è che a livello estetico e di coerenza visiva il sistema comunica un gusto “old Huawei” che nel 2025 stona: layout densi, scelte grafiche poco moderne, una dose di ridondanza nelle impostazioni. L’impressione è di enorme potenza, ma con una pelle che non ha fatto lo stesso salto in avanti di hardware e display.

Il pacchetto AI resta interessante: molte funzioni girano on-device grazie all’Hexagon NPU, con vantaggi sul piano di latenza e privacy; la collaborazione con Qualcomm ha portato ottimizzazioni che migliorano velocità d’inferenza e qualità di traduzione, e l’idea di combinare le routine proprietarie con i servizi Google crea un set versatile. Il paradosso è che la ricchezza di feature convive con una UI che sembra non credere fino in fondo alla sua epoca.
Fotocamera: ormai una certezza
Il comparto fotografico è completo e coerente. Dietro c’è una principale da 50 MP con apertura f/1,6 e stabilizzazione ottica, affiancata da una ultra-grandangolare da 50 MP f/2,0 e da un tele periscopico da 64 MP f/2,5 con OIS e fattore 3x, che spinge molto in digitale.
Davanti trovi due fotocamere da 20 MP, una per ogni schermo. L’insieme ti porta a casa scatti molto puliti, con un bilanciamento del bianco affidabile e una gestione del rumore che resta misurata nelle scene in interni. Il tele 3x è utilizzabile, con un profilo di nitidezza che non esagera; oltre il 10x il software fa il suo, ma l’artefatto è dietro l’angolo.

La resa video è buona ma non strappa la mascella: stabilizzazione efficace, focus preciso, colori corretti, il tutto senza l’impronta cinematografica che alcuni competitor hanno raggiunto. È il classico caso in cui non sbaglia quasi mai, ma lascia poco di memorabile se sei abituato alle lavorazioni aggressive di Apple e Google.
Per i social è perfetto: apri, inquadri, pubblichi con pochissimo lavoro in post. Di notte la principale tiene botta, l’ultra-wide chiede una mano in più, il tele regge finché resti su soggetti illuminati.
Autonomia e ricarica: non teme gli abusi
Qui HONOR gioca in casa. La batteria tipica è da 5.820 mAh, costruita con chimica al silicio-carbonio, e supporta ricarica cablata a 66 W e wireless a 50 W. La variante cinese da 1 TB adotta una batteria dichiarata da 6.100 mAh, primo caso “di massa” con 25% di contenuto in silicio e densità record; sulle versioni internazionali la capacità tipica resta 5.820 mAh, ma la sostanza cambia poco: è uno dei foldable più longevi della stagione.
Con uso misto, display interni ed esterni in percentuali variabili, arrivi a sera con margine reale anche nei giorni pesanti. Se arrivi corto, bastano pochi minuti alla presa per rimetterti in carreggiata.
Rispetto a Galaxy Z Fold 7, dove l’esperienza software è più pulita, qui l’autonomia è la carta vincente. La combinazione tra grande capacità, gestione energetica e ricarica rapida riduce l’ansia da percentuale, dettaglio non secondario per chi usa spesso lo schermo interno.
Qualità audio e chiamate
La parte telefonica è solida. La ricezione è stabile, l’aggancio rete non fa venire il mal di testa quando entri in un ascensore e l’audio in capsula è “corposo” quanto basta per sentire chiaro anche in ambienti rumorosi. I due speaker offrono scena ampia e un volume che non distorce, con una firma sonora leggermente calda che aiuta podcast e video.
In vivavoce non sei costretto a urlare, e in videochiamata con lo schermo interno aperto si apprezza la chiarezza complessiva. La latenza Bluetooth, con cuffie moderne, resta nei binari giusti. Il tutto senza miracoli, ma con quell’aria da “strumento affidabile” che un pieghevole premium deve garantire.
Honor Magic V5 vs Galaxy Z Fold 7
E’ la domanda che ci siamo sentiti fare nell’arco di qualche settimana decine di volte: dovendo scegliere tra Honor Magic V5 e Samsung Galaxy Z Fold 7, quale dei due smartphone è opportuno acquistare? Abbiamo assistito ad una stucchevole sfida che riguardava frazioni di millimetro per stabilire quale dei due fosse più sottile.
Oltre che stucchevole, questo genere di gara è particolarmente inutile perché non è solo lo spessore a fare la differenza nella valutazione di uno smartphone pieghevole. Dal punto di vista i due prodotti si equivalgono, sono praticamente identici in molti dei loro aspetti, ma Samsung può vantare un ecosistema più completo, un software più bello, funzionale, moderno, ma soprattutto una fotocamera estremamente più potente.

Se poi, parlando di fotocamera, prendiamo in considerazione la qualità dei video, ancora una volta ci troviamo davanti ad un confronto in cui non c’è partita. Z Fold 7 ha una qualità superlativa, quasi inarrivabile, ma perde clamorosamente quando si parla di capacità della della batteria e di velocità della ricarica.
Per stabilire quale dei due valga la pena comprare bisogna capire le proprie priorità, però, complessivamente, i due prodotti si equivalgono. Dal nostro punto di vista Samsung ha realizzato un dispositivo molto più bello, se parliamo di estetica, ma siamo nell’ambito del gusto e quindi non c’è una legge che valga per tutti.
Conclusioni: vale la spesa?
HONOR Magic V5 è il foldable “razionale” che fa quasi tutto benissimo e qualcosa molto bene. È sottilissimo e leggero senza cedere sulla robustezza, ha due display che si vedono sempre e comunque, spinge forte su prestazioni e autonomia, e mette in campo una fotocamera completa che non tradisce. Dall’altra parte ci sono due questioni.
La prima è estetica: il blocco cam è invadente e, nel complesso, il design parla più a Oriente che a Occidente. La seconda è il software: funzionalmente ricchissimo, ma con un’interfaccia che non trasmette la stessa modernità dell’hardware. Se cerchi l’esperienza più pulita possibile, oggi Fold 7 resta un riferimento. Se ti interessano praticità, durata e un “tuttofare” affidabile, Magic V5 è un acquisto sensato.
Sul fronte commerciale, HONOR lo ha lanciato in Cina a partire da 8.999 RMB, con arrivo progressivo nei mercati internazionali nelle settimane successive. In Italia è già visibile nel portale ufficiale, con disponibilità a scaglioni in Europa, al prezzo ufficiale di 1.999 euro, che ha in realtà uno sconto immediato di 300 euro e quindi costa, nella pratica, 1.699 euro.
La penna è supportata e venduta a parte; ricarica wireless veloce solo con accessori originali. Lato garanzia, il brand sta spingendo molto su programmi di protezione schermo e bundle di lancio in alcuni paesi. Sono dettagli che fanno la differenza a parità di prezzo.
