
Game Over: i 5 controller peggiori nella storia dei videogiochi (mistergadget.tech)
Dal Power Glove al “Duke” di Xbox, un viaggio nella memoria alla scoperta dei dispositivi di input più scomodi, bizzarri e quasi ingiocabili di sempre.
L’essenza di un videogioco è controllare l’azione su schermo tramite un dispositivo di input. Il successo di una console, infatti, può dipendere proprio dalla qualità del suo controller. Pensiamo al Nintendo 64: un pad dal design ingombrante e non convenzionale, ma dotato di una levetta analogica rivoluzionaria che ha reso un titolo come Super Mario 64un’esperienza unica e inimitabile altrove.
Alcuni controller sono semplicemente perfetti, come quello del Nintendo GameCube, o il DualSense di PlayStation 5, che ha evoluto il classico DualShock con feedback aptico e grilletti adattivi, rappresentando l’apice di cinque generazioni di hardware.
Altri, invece, non sono stati così fortunati. Anche console amate come il Sega Dreamcast avevano punti deboli evidenti nel controller (una sola levetta analogica fu un errore fatale) che ne limitarono il potenziale. E poi ci sono controller che erano, semplicemente, un disastro. Facciamo un tuffo nel passato per riscoprire cinque dei peggiori mai realizzati.
Indice
1. Xbox “Duke”
La prima Xbox di Microsoft, lanciata nel 2001, faticò a ingranare fino a quando Halo non divenne un fenomeno di massa. Tuttavia, anche con il successo dello sparatutto di Bungie, la console aveva un problema ergonomico non da poco. La prima versione di Xbox fu infatti distribuita con uno dei controller più famigerati di sempre, soprannominato “The Duke”. Le sue dimensioni erano talmente mastodontiche da renderlo quasi impossibile da usare per i bambini o per chiunque avesse mani piccole.

Sebbene la sua stazza garantisse che le dita non fossero mai rannicchiate, raggiungere comodamente tutti i tasti era un’impresa. Fortunatamente, Microsoft corse ai ripari e nel 2002 rilasciò il più compatto “Controller S”, che rese la Xbox molto più accessibile. Nonostante tutto, “The Duke” è rimasto nel cuore di alcuni nostalgici, tanto che l’azienda Hyperkin ne ha rilasciato una versione moderna su licenza ufficiale.
2. Nintendo Power Glove
Molto prima dei visori VR e del Kinect, Nintendo tentò la strada dei controlli di movimento con il Power Glove per NES. Si trattava di un guanto indossabile che, in teoria, permetteva di controllare i giochi con i movimenti della mano. In pratica, il Power Glove era quasi inutilizzabile.

Solo due giochi, Super Glove Ball e Bad Street Brawler, furono progettati specificamente per esso, ma l’accessorio era tecnicamente compatibile con qualsiasi titolo. Il problema è che non funzionava quasi mai come previsto, costringendo i giocatori ad agitare il braccio forsennatamente prima di arrendersi di fronte alla schermata di “game over”. È diventato celebre grazie al film cult del 1989 Il piccolo grande mago dei videogames, dove un personaggio esclama la mitica frase: “I love the Power Glove. It’s so bad” (“Amo il Power Glove. È una figata / È pessimo”, giocando sul doppio senso della parola “bad”).
3. Il disco dell’Intellivision
L’Intellivision, console del 1979, era un sistema rivoluzionario per l’epoca, con una grafica nettamente superiore a quella del suo rivale, l’Atari 2600. I suoi giochi sportivi erano avanti anni luce e molti titoli restano validi ancora oggi. Purtroppo, non si può dire lo stesso del suo sistema di controllo. Il suo principale difetto era un controller che lasciava molto a desiderare.

Seguendo un trend dell’epoca che privilegiava tastierini numerici simili a quelli di un telefono, il pad era scomodissimo. L’elemento distintivo era il suo “disco di controllo”, un D-pad circolare a 16 direzioni. Una caratteristica impressionante per il 1979, se non fosse che quasi nessun gioco ne sfruttava più di otto. Fortunatamente, oggi possiamo goderci i classici Intellivision tramite emulatori e raccolte moderne, senza doverci scontrare con il suo problematico controller.
4. Il controller Motosega di Resident Evil 4
Resident Evil 4 è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi videogiochi di tutti i tempi. Il suo controller in edizione speciale, però, è famoso per ragioni opposte. Realizzato per le versioni GameCube e PlayStation 2, questo controller riproduceva la motosega del Dr. Salvador, uno dei nemici più iconici del gioco. Esteticamente era fantastico, ma aveva l’ergonomia… beh, di una vera motosega.

Prodotto da NubyTech, era più un oggetto da collezione che un modo funzionale per giocare. Tecnicamente funzionava, ma probabilmente sarebbe stato più comodo usare un Power Glove. Peccato che il recente remake non sia stato accompagnato da una versione moderna: sarebbe stata comunque scomoda, ma una chicca imperdibile per i fan.
5. Il controller Wu-Tang per PlayStation
La storia di questo controller è legata a quella di Thrill Kill, un picchiaduro così violento da essere cancellato da Virgin Interactive prima della sua uscita nel 1998. Il motore di gioco, però, non andò sprecato e fu riutilizzato per creare Wu-Tang: Shaolin Style, un gioco di combattimento basato sulla mitologia del celebre gruppo rap Wu-Tang Clan.

Per promuovere il gioco, fu creato un controller speciale per PlayStation a forma dell’iconico logo “W” del gruppo. Sfortunatamente, è molto più bello da vedere che da usare. La sua forma lo rendeva totalmente anti-ergonomico, con tasti difficili da raggiungere. Inoltre, era privo delle levette analogiche e della funzione di vibrazione del DualShock. Oggi è un prezioso oggetto da collezione, ma il suo posto è su uno scaffale, non collegato a una console.