
Apple Intelligence si trasformerà? (mistergadget.tech)
Apple sta sviluppando un chatbot AI interno chiamato AKI: sarà integrato in Siri, Safari e Spotlight.
Apple cambia rotta e si prepara a entrare direttamente nella competizione dell’intelligenza artificiale conversazionale. Secondo nuove indiscrezioni, l’azienda starebbe lavorando a un chatbot proprietario in stile ChatGPT, sviluppato da un team interno chiamato AKI (Answers, Knowledge and Information). Il progetto rappresenterebbe un cambio radicale di strategia rispetto alle dichiarazioni ufficiali degli ultimi mesi.
Apple al lavoro su un chatbot AI interno: svolta nel progetto AI
L’indiscrezione arriva da Mark Gurman, giornalista di Bloomberg, secondo cui il team AKI è già operativo e sarebbe guidato da Robby Walker, a sua volta sotto la supervisione di John Giannandrea, responsabile globale delle iniziative AI di Apple. Il progetto ha un nome interno piuttosto esplicito: “motore di risposte”, un’etichetta che lo distingue dai classici motori di ricerca e ne sottolinea l’approccio più conversazionale.
La notizia sorprende perché Apple aveva dichiarato pubblicamente che non avrebbe sviluppato un chatbot, ritenendo l’interesse degli utenti troppo limitato e la tecnologia ancora troppo soggetta a problemi come le allucinazioni. Ma il contesto è cambiato. L’adozione su larga scala di strumenti come ChatGPT, Claude e Gemini ha reso impossibile ignorare il fenomeno.
Da Apple Intelligence ad AKI: cambio di visione improvviso
Al momento della presentazione di Apple Intelligence, la società aveva escluso la possibilità di offrire un proprio chatbot generalista. Eppure, le pressioni del mercato, unite al timore di restare indietro nell’adozione dell’AI, avrebbero spinto i vertici a rivedere la loro posizione. Internamente, secondo Gurman, la resistenza verso i chatbot era ancora più marcata di quanto espresso in pubblico.
Ora la strategia sembra orientata verso una maggiore integrazione delle risposte intelligenti all’interno di Siri, Spotlight e Safari, con la possibilità di rilasciare un’app dedicata in futuro. Il focus non sarà sulla ricerca generica, ma su un assistente conversazionale capace di fornire risposte rapide, sintetiche e pertinenti.
Un nuovo tassello per ridurre la dipendenza da Google?
Un elemento chiave nel progetto AKI è il potenziale impatto sul rapporto con Google. Apple riceve ogni anno miliardi di dollari per mantenere Google come motore di ricerca predefinito su iPhone, iPad e Mac. Ma questa situazione potrebbe cambiare: le autorità antitrust statunitensi sono in procinto di bloccare l’accordo tra le due aziende, ritenuto anticoncorrenziale.
L’arrivo di un motore di risposte indipendente potrebbe consentire ad Apple di ridurre la propria dipendenza da Google, senza entrare direttamente nel mercato dei motori di ricerca, ma offrendo agli utenti un’alternativa basata sull’intelligenza artificiale conversazionale.
Integrazione nei servizi esistenti e rollout graduale
Il chatbot AKI non dovrebbe essere un prodotto stand-alone fin dall’inizio. Apple prevede di integrarlo in servizi già esistenti, come Siri, la ricerca Spotlight e il browser Safari, estendendo gradualmente le sue funzioni. L’interfaccia conversazionale dovrebbe facilitare l’interazione, offrendo risposte più naturali rispetto ai tradizionali risultati di ricerca.
Non è ancora chiaro quando il chatbot verrà reso pubblico, ma il progetto sembra in fase avanzata, almeno nella struttura organizzativa. La scelta di non chiamarlo “motore di ricerca” è un segnale chiaro della direzione presa: non una sfida frontale a Google Search, ma una nuova modalità di accesso alle informazioni, centrata sulla conversazione.
Il progetto AKI segna una svolta storica nella strategia AI di Apple. Dopo mesi di scetticismo, l’azienda si prepara a introdurre un chatbot proprietario, che punta a offrire risposte rapide e integrate nei suoi ecosistemi. Il cambiamento potrebbe avere implicazioni rilevanti anche nei rapporti con Google e nel modo in cui gli utenti interagiscono con i dispositivi Apple. Per ora, tutto avviene sotto traccia — ma le fondamenta di un nuovo assistente AI sono già state gettate.